Le due squadre più spettacolari d’Europa. Nessun dubbio. All’Emirates Stadium si affrontano i due principali alfieri del calcio propositivo: Arsenal e Barcellona.
E se per il Barcellona perseguire l’obiettivo di centrare risultati attraverso il bel gioco è una filosofia vecchia di decenni, portata al massimo livello da Cruyff prima e da Guardiola poi, per l’Arsenal tutto è nato con l’arrivo di Arsene Wenger. E’ stato lui a recidere le radici del calcio speculativo tanto caro a George Graham, che avevano reso l’Arsenal, il boring Arsenal, sinonimo appunto di noia. Quella di Wenger è stata la vera rivoluzione francese: cambiata la dieta, l’impostazione tattica e le scelte di mercato. E’ riuscito a portare l’Arsenal in finale di Champions League nel 2006, sconfitto proprio dal Barcellona, e tenere i gunners sempre nel quartetto di testa della Premier League. Una continuità ad altissimo livello, mostrando il miglior contropiede del mondo: accadeva con Wright, Bergkamp e Overmars, accade oggi con Arshavin, Rosicky e Nasri. Uno stile unico, costante, pur al variare degli interpreti.
Lo stesso può dirsi del Barcellona e della ricerca ossessiva della circolazione della palla con fraseggi stretti nella metacampo avversaria. Anche qui un marchio di fabbrica. “La differenza però la fanno le vittorie” è il commento di Zlatan Ibrahimovic. “Quando giochi un calcio offensivo e particolarmente brillante devi conquistare trofei. Solo così puoi avere la crdibilità necessaria, altrimenti inizieranno a dire che ‘quel tipo di squadre non vincono nulla’ e ‘devono cambiare stile di gioco’. A me piace molto come gioca l’Arsenal. Hanno tanti giovani giocatori e sono allenati da un allenatore che è lì da anni, però devono vincere per non subire le critiche di eterna incompiuta”. L’analisi dello svedese è impeccabile e potrebbe dare ulteriore carica ai gunners che arrivano alla partita consapevoli del pronostico sfavorevole. Come conferma Wenger: “Non nego le loro qualità: hanno una squadra eccezionale. Ma lo siamo anche noi. Se giochiamo al nostro meglio possiamo battere chiunque. Quel che dobbiamo fare è andare in campo determinati a mostrare quel che sappiamo fare”.
Il manager dell’Arsenal ha lasciato aperte le porte all’impiego di Cesc Fabregas: “Se i medici mi diranno che potrò utilizzarlo partirà quasi di sicuro dal primo minuto, altrimenti non lo porto nemmeno in panchina”. Fabregas farà di tutto per giocare contro la squadra del suo passato (e del suo futuro immediato a giudicare dalle voci di mercato), così come l’altro grande ex di giornata, Thierry Henry, pagherebbe di tasca per essere schierato titolare all’Emirates Stadium. Cosa accaduta di rado negli ultimi tempi. Difficile lasciar fuori Pedro. Ma Guardiola, molto attento alle sfumature, sa che un Henry titolare a Londra, può essere un investimento: una faccia lunga in meno nelle prossime settimane, quando le panchine per il francese riprenderanno ad essere numerose. Pedro o Henry, entrmabi sono destinati a essere elementi di contorno dei piatti più prelibati della sfida: Arshavin contro Messi, Xavi contro Fabregas. Nessun altra sfida può garantire confronti diretti di questo livello. ECL
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