Con un anno di ritardo è arrivata la sfida equilibrata, spettacolare, vibrante che ci si aspettava nella scorsa edizione. Allora era stato un monologo del Barcellona, che aveva dominato in lungo e in largo, molto più di quanto facessero desumere i punteggi finali (2-2 all’Emirates e 4-1 al Camp Nou). Stavolta no. Il Barca ha sì confermato l’impressione di superiorità e l’idea di poter affondare il coltello in ogni momento, se solo lo avesse voluto con più determinazione.
Aver fatto circolare la palla meglio degli avversari (83% contro il 73% di precisione) e aver effettuato il doppio dei passaggi nella prima ora di gioco (412 a 203), non è stato sufficiente al Barca per mandare al tappeto l’Arsenal, anche perché gli uomini di Guardiola sono sembrati anche più appannati in fase difensiva, con un pressing meno efficace del solito. La vera differenza è stata rappresentata dai ragazzi di Wenger. Non più l’armata spaesata e senza riferimenti di un anno fa, ma una squadra con un piano tattico chiaro e mai dimenticato anche nelle fasi più delicate del match. L’umiltà di puntare sul contropiede in casa propria; e la saggezza di non scomporsi mai, lasciando inalterate le distanze tra i reparti, sono state le chiavi del successo dei gunners.
La prima preoccupazione di Wenger era sopravvivere al prevedibile avvio funambolico dei blaugrana. Troppo vivido il ricordo dei venti minuti iniziali da incubo sperimentati nella sfida di dieci mesi fa. Missione compiuta. Il primo tiro della gara arriva al quarto minuto con Van Persie, servito da Fabregas, che impegna Victor Valdes. Al 14′ Leo Messi si libera davanti a Szczesny, lo scavalca con un pallonetto che va però solo a sfiorare il palo più lontano. Dieci minuti più tardi un fantastico contropiede dell’Arsenal regala a Van Persie l’occasione di mettere dentro il pallone del vantaggio ma Abidal riesce ad anticipare di testa il tap in dell’olandese. Il Barcellona riparte immediatamente e trova il gol con David Villa: l’ex punta del Valencia viene servita sul filo del fuorigioco da Leo Messi. Un super-assist cui Villa dà degna conclusione, superando Szczesny in uscita. Il giovanissimo portiere dei gunners evita il raddoppio catalano al 28′, dando il là all’ennesimo contropiede lampo della squadra di casa che mette Van Persie in condizione di sgilare l’1-1 ma l’olandese mette fuori. Nonostante le buone prove di Koscielny, Nasri, Walcott e (soprattutto) Wilshere, i gunners chiudono il primo tempo sotto di una rete.
La seconda frazione si apre con il giallo a Pique al 58′, ammonizione che farà scattare la squalifica in vista del match di ritorno. Al 67′ Messi prova a ridimensionare l’importanza della gara del Camp Nou, provando a chiudere qui il discorso qualificazione: ma dopo essere partito sul filo del fuorigioco e essere arrivato a pochi passi dalla porta, l’argentino spara sull’esterno della rete. Lo scampato pericolo dà a Wenger il coraggio per togliere un centrocampista (Song) e inserire un attaccante (Arshavin), proprio mentre Guardiola fa il contrario sostituendo Villa con Keita. Al 76′ il tecnico dei gunners manda dentro la torre danese Bendtner al posto di Walcott. Due minuti più tardi arriva l’1-1: Arshavin sulla sinistra serve Clichy, il terzino francese gira su Van Persie, che arriva quasi alla linea di fondo, prima di sorprendere Valdes sul primo palo, con un diagonale perfetto ma favorito dall’errore del portiere catalano preoccupato di anticipare il cross più che coprire l’angolo di sua competenza. Altri cinque minuti e l’Arsenal raddoppia: al limite dell’area Koscienly blocca l’ennesima manovra blaugrana, a conferma che il numero 6 che fu di Tony Adams poggia su spalle dal grande futuro; il centrale di Wenger avvia il contropiede su Fabregas che gira sulla destra per Nasri, il francese penetra in area e serve sulla corsia opposta Arshavin che di piatto, di prima intenzione, piazza sul palo più lontano, scansando così i giocatori avversari nella traiettoria. E’ il gol partita. Non cambia molto in termini di possibilità di qualificazione, perché il Barcellona non è certo squadra che può aver problemi a dover segnare un gol in casa, però dà all’Arsenal una carica e una convinzione che possono rivelarsi determinanti. “Non siamo i favoriti ma almeno sappiamo di avere una possibilità” è il commento post-gara di Wenger. Il tecnico transalpino ammette le difficoltà che comporta affrontare una squadra come il Barcellona: “Noi siamo abituati a fare possesso palla ma contro di loro sai che per il 60% del tempo ce l’avranno loro e questo vuol dire che per il 60% del tempo sei in difesa. E quando fanno girare palla non puoi permetterti di arrivare una frazione di secondo in ritardo, altrimenti sei finito. Non è facile essere pronti mentalmente a una gara simile”. Fiducioso Guardiola: “Abbiamo giocato bene. Abbiamo perso la gara di andata e ora aspettiamo il ritorno. Dovremo vincere e questo risultato, comunque, non è poi così negativo: dobbiamo attaccare e lo faremo, ma lo faranno anche loro. Insomma ce la giochiamo”. ECL
UEFA Champions League 2010-11 – Andata ottavi di finale / Londra, Emirates Stadium
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