Diego Simeone, tecnico dell'Atletico Madrid
Diego Simeone, tecnico dell'Atletico Madrid
Diego Simeone, tecnico dell’Atletico Madrid

Dopo aver eliminato il Barcellona nei quarti di finale della Champions League nessuno può far più paura a questo Atletico Madrid. Oltre ai tifosi ‘diretti’ oramai lo pensano un po’ tutti. I colchoneros, pur privi di una pedina fondamentale come Diego Costa, dopo aver pareggiato l’andata del Camp Nou, hanno superato i blaugrana per 1-0 (rete repentina di Koke dopo appena 5′) e ora riassaporerano il gusto di una semifinale dopo ben 40 anni. Nel lontano 1974 l’Atletico vinse la sfida contro il Celtic ma poi perse la finalissima contro il Bayern Monaco che il 17 maggio allo stadio Heysel di Bruxelles si impose per 4-0 con le doppiette di Ulrich Hoeness e Gerd Muller. Al tempo non c’erano i rigori e quella finale era il replay di quella giocata due giorni prima, sempre all’Heysel, che aveva visto le due squadre arrivare al secondo tempo supplementare a reti inviolate, per poi registrare al 114′ il gol di Luis Aragones (l’ex ct spagnolo recentemente scomparso) e al 119′ il pareggio beffa dei tedeschi con Schwarzenbeck che supera Miguel Reina (papà dell’attuale portiere del Napoli). Fu la prima Coppa dei Campioni dei bavaresi che poi si confermarono anche nei due anni successivi. All’Atletico quella finale, unitamente alla rinuncia del Bayern, garantì la possibilità di giocare e vincere la Coppa Intercontinentale, diventando l’unica squadra nella storia capace di laurearsi campione del mondo senza aver vinto nel proprio continente. Ora proverà a vincere il titolo europeo senza aver vinto il campionato: situazione meno infrequente. La possibilità di rivedere i Colchoneros contro il Bayern è intrigante. I campioni di oggi si chiamano Mandzukic, Robben e Muller, che ieri, dopo aver faticato parecchio, hanno firmato il 3-1 sul Manchester United (gol iniziale di Evra) portando i campioni in carica di Guardiola tra le quattro (le altre due sono Chelsea e Real Madrid) che si giocheranno l’accesso alla finale. Dopo quasi mezzo secolo la sfida potrebbe ripresentarsi e per gli spagnoli sarebbe un piacere tentare la rivincita. Ma di questo potremo riparlarne dopo i sorteggi di venerdì. Ora c’è da festeggiare una qualificazione bellissima ottenuta in un derby fantastico e in un Vicente Calderon gremito e completamente dipinto di biancorosso. I ragazzi di Diego Simeone hanno fatto loro il match soprattutto nei primi 20′ dove, oltre alla decisiva rete del 22enne centrocampista, hanno letteralmente annichilito l’avversario riuscendo a centrare anche tre legni, due con lo scatenato ex David Villa. Gli ospiti (da sei anni sempre tra le prime quattro in Champions League) si svegliano dopo lo svantaggio e si affacciano dalle parti di Courtois al 23′: straordinaria e di rara bellezza l’azione con cui Neymar si libera di due difensori (il secondo sorpreso da un tunnel effettuato con la suola dello scarpino, nemmeno con la playstation si arriva a tanto) e offre una palla d’oro a Messi che però non trova la porta. Poco prima la pulce aveva sfiorato la rete con un colpo di testa che ha fatto la barba al palo. I blaugrana di Martino ci riprovano nella parte iniziale della ripresa ma il pari non arriva sia per la bravura del portiere belga (strepitoso su Neymar) e sia per la scarsa precisione prima di Messi poi di Xavi. I padroni di casa rispondono con Diego che appena entrato in campo per Adrian tenta il gol con un bel diagonale sul quale però è pronta la respinta di Pinto. Il numero 13 ospite poi si supera deviando col piede una conclusione a botta sicura di Gabi. Le emozioni del match finiscono qui, dopo è solo festa per il pubblico di Madrid, l’altra Madrid che ora fa paura. LECHAMPIONS EUROPA

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