Jack Wilshere (Arsenal)

Barcellona-Arsenal: la partita delle partite. Le due squadre più tecniche del gotha calcistico europeo si affrontano per la quarta volta in un anno. Un pareggio e una vittoria ciascuna, l’esito delle ultime tre sfide. Equilibrio solo apparente: il ricordo del successo del Barcellona al Camp Nou lo scorso anno (4-1 con poker di Messi) è ancora fresco e i rapporti di forza tra le due squadre non sembrano cambiati poi tanto.

Ad essere cambiata però è la consapevolezza dell’Arsenal di poter superare il turno. I gunners, reduci dallo 0-0 casalingo con il Sunderland in campionato, arrivano al Camp Nou con la convinzione di poter strappare la qualificazione. Nonostante la vittoria per 2-1 ottenuta all’andata, i giocatori di Wenger sanno bene di partire sfavoriti contro la squadra che gioca il più bel calcio del pianeta. Ma hanno qualche carta da giocarsi: i blaugrana sono perfetti ma non per questo imbattibili. Il successo ottenuto all’Emirates ha dato ai gunners la convizione di poter bloccare la manovra catalana: “Bisogna pressarli senza mai arrivare in ritardo sulla palla. Se perdi l’attimo loro ti tagliano fuori e sei finito. A Londra è stata dura, perché sanno far girare benissimo la palla, ma ci siamo riusciti” sottolinea Wenger. “E’ da illusi pensare di andare a Barcellona e pensare che loro non segnino nemmeno un gol. Non è realistico pensare di difendere lo 0-0. Primo perché è contro la nostra natura e poi perché tatticamente non è un’idea intelligente: non abbiamo una squadra di undici difensori, contenti di difendere. Dovremo invece cercare di segnare almeno una rete”. Le parole del tecnico francese denotano fiducia e speranza: entrambe assenti lo scorso anno.

Jack Wilshere (Arsenal)
Jack Wilshere: tutti i tratti del campione

Molta di questa convinzione deriva, più che dal 2-1 dell’andata, da un’inedita determinazione che da qualche tempo si intravede nella formazione londinese, che ha beneficiato dall’inserimento in pianta stabile di Jack Wilshere. L’impatto del 19enne centrocampista inglese sulle fortune dell’Arsenal è superiore a quello avuto dal formidabile Gareth Bale sugli Spurs: mentre Bale ha la forza di cambiare volto alle partite da solo, entrando e uscendo dalla gara a piacimento, Wilshere determina il volto della sua squadra. Mai fuori dalla partita, sempre nel vivo del gioco sia in fase di impostazione che nelle chiusure difensive. Pep Guardiola lo ha definito “sorprendente. Non lo conoscevo all’inizio dell’anno ma è molto bravo, anche nella nostra squadra riserve abbiamo diversi giocatori come lui”. Quando i titolari si chiamano Xavi e Iniesta ti puoi permettere anche il lusso di sembrare arrogante.

Xavi (Barcellona)
Xavi: la mente del Barcellona

All’Arsenal mancherà però Theo Walcott e la sua velocità avrebbe fatto comodo. Altro assente Alex Song, mentre ci saranno sia Fabregas che Van Persie. “Io spero ci siano tutti i giocatori dell’Arsenal, perché sarà una bellissima partita e le due squadre meritano di scendere in campo coi migliori giocatori” è l’auspicio di Guardiola. L’allenatore del Barcellona non mente: sa che la sua squadra, se gioca al meglio, può vincere contro qualunque avversario. E non fa parte della filosofia del tecnico blaugrana sperare nelle debolezze altrui. “Nel caso dell’Arsenal non vedo punti deboli. Molti dipingono questa squadra come ‘fragile’ ma non sono assolutamente d’accordo: sono in lotta per il titolo col Manchester United, hanno raggiunto la finale di Carling Cup, sono in corsa in FA Cup e in Champions League. E ogni anno l’Arsenal è in lizza per conquistare qualche trofeo e non puoi farlo con quella costanza se non hai qualità”. Qual è il punto di forza dei gunners? “E’ una squadra dinamica, nella quale i giocatori sanno cambiare spesso posizione. E hanno un contropiede bellissimo: dovremo cercare di evitarlo”.

L’obbligo di segnare un gol è un handicap per altre squadre non per il Barcellona. La prospettiva di dover segnare ad ogni costo, per una squadra abituata a trovare la rete con grande facilità, non può preoccupare chi è abituato a giocare contro difese chiuse, spesso blindate. La facilità con cui i ragazzi di Guardiola vanno in gol, riduce la pressione per il 2-1 da rimontare. E’ come se si partisse dalla parità, tanto è scontata una segnatura dei padroni di casa. Assenti i difensori centrali titolari Puyol (infortunato) e Pique (squalificato), Guardiola arretrerà Busquets al centro della difesa al fianco di Abidal, che lascia la fascia sinistra a Maxwell, con Javier Mascherano davanti alla difesa. Rotazione che denota la scarsa fiducia in Gabriel Milito, unico centrale difensivo di ruolo a disposizione, che andrà in panchina. Il Barca può bucare e asfaltare chiunque. Ma la differenza tra il vincere di goleada e l’essere eliminati talvolta può essere minima. E l’Arsenal, in questo momento, è la squadra ideale, per incoscienza, talento e convinzione, per andare al Camp Nou senza sentirsi vittima sacrificale. ECL

UEFA Champions League 2010-11 – Ritorno ottavi di finale / Barcellona, Camp Nou

BARCELLONA-ARSENAL

Possibili formazioni

BARCELLONA: Victor Valdes, Dani Alves, Abidal, Busquets, Maxwell; Mascherano, Xavi, Iniesta; Pedro, Messi, David Villa. Allenatore: Guardiola
ARSENAL: Szczesny, Sagna, Djourou, Koscielny, Clichy; Wilshere, Denilson; Nasri, Fabregas, Arshavin; Van Persie (Chamakh). Allenatore: Wenger

Arbitro: Massimo Busacca (Svizzera)

 

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