Inler, Cavani e Hamsik festeggiano il gol di Lavezzi
Inler, Cavani e Hamsik festeggiano il gol di Lavezzi
Inler, Cavani e Hamsik festeggiano il gol di Lavezzi

Il Napoli supera 3-1 il Chelsea nell’andata degli ottavi di finale di Champions League, e allunga la sua striscia positiva al San Paolo nelle coppe europee. Ma più delle 12 gare di fila senza sconfitte, sono i due gol di scarto dati al Chelsea a riempire d’orgoglio Mazzarri e i suoi giocatori, che hanno meritato il successo, al punto da poter addirittura recriminare su un paio d’occasioni che avrebbero reso amore più rotonda la vittoria (vedi il salvataggio sulla linea di Ashley Cole nel finale su tiro a botta sicura di Maggio).
MENTALITA’ MAZZARRI. In svantaggio dopo 27 minuti la squadra di casa ha confermato quanto rivelato nella fase a gironi contro Bayern, Manchester City e Villareal: nessun timore, una spaventosa consapevolezza dei  propri mezzi e intensità di gioco tipica delle grandi d’Europa. E proprio aver saputo trasmettere questa mentalità vincente è il grande merito di Walter Mazzarri. L’allenatore del Napoli, squalificato e sostituito in panchina dal vice Frustalupi, da calciatore non ha mai avuto la possibilità di giocare le coppe internazionali, eppure è riuscito a trasformare quelli che solitamente sono punti deboli (inesperienza, emozione) in punti di forza per sorprendere. Se per i risultati ottenuti l’Apoel Nicosia è la squadra rivelazione dell’Uefa Champions League 2011-12, il Napoli lo è per la qualità delle prestazioni.
REAZIONE. Impressionante la reazione partenopea al gol del provvisorio vantaggio inglese realizzato al 27′ da Juan Mata: bravissimo l’ex valenciano ad approfittare di un rimpallo che inganna Cannavaro per infilare De Sanctis a mezza altezza. Cinque minuti per riassorbire il colpo e poi il Napoli è di nuovo sotto: al 37′ Lavezzi dai venti metri piazza un destro a girare, che curva quel che basta per evitare la mano protesa di Cech e infilarsi nell’angolo alla sinistra del portiere ceco. Gran gol, che premia il giocatore che più di tutti riesce ad aprire le difese avversarie: se Cavani è il bomber principe, Lavezzi è l’uomo che suona la carica. Il raddoppio arriva nei minuti di recupero del primo tempo: Inler, sempre più dominus del centrocampo napoletano, dalla destra piazza un bel cross che raggiunge Cavani sul palo opposto, l’intervento in acrobazia della punta uruguagia mette fuorigioco Ivanovic e Cech. Due a uno e San Paolo in estasi, a sprigionare quell’atmosfera quasi sudamericana che caratterizza le notti di coppa del Napoli.
KILLER ISTINCT. In avvio di ripresa tutte e due le squadre sprecano occasioni d’oro: i padroni di casa con Lavezzi che si mangia il 3-1; gli ospiti con Drogba: l’ivoriano tutto solo davanti a De Sanctis si fa anticipare al momento del tiro da un prodigioso recupero di Aronica. Al 65′ Cavani approfitta di un’indecisione di David Luiz e serve il Pocho che stavolta non sbaglia: 3-1. L’assenza di soggezione è la qualità che colpisce in una squadra che a fine agosto veniva battuta 5-0 dal Barcellona nel trofeo Gamper. Sì, certo, era un’amichevole e di fronte c’era il Barcellona ma il salto in avanti compiuto dalla squadra di Mazzarri è evidente. Se l’elemento psicologico è quello più sorprendente, ci sono anche ragioni tecniche e tattiche in questa metamorfosi.
TATTICA. Hamsik, Lavezzi e Cavani, formano un tridente offensivo atipico: quando i tre sono in serata garantiscono grande movimento, assenza di punti di riferimento alle difese avversarie che vengono spesso risucchiate fuori posizione, favorendo i tagli da sinistra di Gargano e (soprattutto) da destra di Maggio. Meno celebrato del trio d’attacco ma ugualmente determinante quello difensivo, schierato davanti a De Sanctis: Campagnaro, Cannavaro e Aronica sono difensori vecchio stampo, pochi fronzoli, bravi nel gioco aereo e nell’anticipo, quel che serve per dare tranquillità a una squadra che sa manovrare ma dà il meglio in contropiede. Nel quartetto di centrocampo sempre più importante il ruolo di Inler: lo svizzero non è Xavi, qualche pallone lo perde e lo sbaglia, ma regola la velocità di crociera, rallentando e accelerando la manovra, ha un buon tiro dalla distanza e sa servire i suoi attaccanti e, cosa atipica per un regista, sa far legna in mezzo al campo, sfruttando la sua stazza per raddoppiare e intervenire sui rilanci avversari.
RITORNO. Il Napoli d’esportazione è un’ottima squadra, che ha tutto per completare a Stamford Bridge il lavoro cominciato al San Paolo. Non sarà facile. Il Chelsea è nel mezzo di una crisi profonda: Villas Boas non riesce a portare avanti la sua opera di rinnovamento, che lo ha messo in rotta di collisione con molti big dello spogliatoio e la frattura si vede anche in campo, con il dinamismo dei nuovi Mata e Sturridge, bilanciato dall’andamento lento dei Drogba e Malouda. Transizione complicata quella dei blues. Le alternative ci sono: giovani (Josh McEachran, Oriol Romeu, Romelu Lukaku) e vecchie (Michael Essien, Ferando Torres, John Mikel Obi). Ma il rinnovamento non è facile (prevedibile), e Villas Boas resta a rischio esonero (meno prevedibile). ECL EUROPA

Uefa Champions League 2011-12 – Andata ottavi di finale / Napoli, San Paolo

NAPOLI-CHELSEA 3-1 (2-1)

Napoli: De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Inler, Gargano, Zuniga; Hamsik (82′ Pandev), Cavani, Lavezzi (74′ Dzemaili). Allenatore: Frustalupi (Mazzarri squalificato)
Chelsea: Cech; Ivanovic, Cahill, David Luiz, Bosingwa (12′ Cole); Ramires, Meireles (69′ Essien), Malouda (69′ Lampard); Sturridge, Drogba, Mata. Allenatore: Villas Boas

Arbitro: Velasco Carballo (Spagna)
Reti: Lavezzi 37′, 65′, Cavani 45′; Mata 27′
Ammoniti: Cavani, Meireles; Cahill

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