
Il problema dell’Europa League è che nei sedicesimi arriveranno dalla Champions League squadre che stravolgeranno pronostici e gerarchie. Che la prima partita ha già fatto intravedere.
Escludendo la possibilità di rivivere in tempi brevi i fasti passati, Martin Jol avrà comunque parecchio da lavorare per rendere l’Ajax presentabile a livello europeo. Contro il Timisoara all’Amsterdam Arena è scesa in campo una delle formazioni più deboli mai viste in maglia biancorossa. Impressionante per inconsistenza offensiva l’Ajax ha pure rischiato di perdere e deve lo zero a zero al suo portiere Stekelenburg, rigenerato dal nuovo tecnico dopo aver finito la scorsa stagione in panchina durante la disastrosa gestione Van Basten.
Ha fatto peggio, molto peggio, la vecchia squadra di Jol: l’Amburgo, semifinalista dell’ultima edizione di coppa Uefa, è letteralmente crollato a Vienna. Il 3-0 del Rapid è figlio della serata no di Rost e di un errore clamoroso di Berg sullo zero a zero. Ma è soprattutto merito dei padroni di casa, che hanno sfoderato una prestazione monstre degna della splendida cornice di pubblico. Uno spettacolo degno di una finale più che di un primo turno, con lo stadio dedicato a Ernst Happell (che aveva guidato l’Amburgo alla vittoria contro la Juventus nella finale di Coppa Campioni 1983) tutto esaurito. I gol di Hofmann, Jelavic e Drazan hanno ripagato appieno i 50mila presenti.
Ben altro stato d’animo per i tifosi del Panathinaikos che hanno visto la propria squadra surclassata dal Galatasaray di Frank Rijkaard. I turchi al momento sono una delle squadre che gioca il miglior calcio in Europa: ordinati in difesa, tanto movimento in avanti e facilità impressionante nell’andare in gol. Poco da dire: il nuovo corso olandese ha dato subito i suoi frutti. Nel 3-1 di Atene spiaccano i gol di Elano e Baros. Il brasiliano, ceduto dal Manchester City, non ha tardato a inserirsi negli schemi di Rijkaard e l’incostante attaccante ceco conferma di aver trovato in Turchia la sua dimensione ideale, viaggiando alla media di quasi un gol a partita.
Il Celtic Glasgow conferma anche in Israele la cronica incapacità di fare risultati fuori dalla Scozia (una sola vittoria nelle ultime 25 trasferte continentali). Il gol di Samaras al 25′ e la mediocrità dell’Hapoel sembravano aver messo la squadra di Mowbray al riparo da se stessa. Cambiano gli allenatori, cambiano i giocatori ma certe abitudini sopravvivono immutate. E contro i biancoverdi anche le squadre più limitate prendono coraggio, qualità di cui l’Hapoel dispone in grandi dosi. Le segnature di Vučićević al 75′ e Lala all’88’ regalano il 2-1 agli israeliani, premio alla tenacia.
La vittoria nell’ultima coppa Uefa e le ripetute apparizioni nelle scorse edizioni della Champions League hanno dato allo Shakhtar Donetsk la consapevolezza di poter giocare su qualunque campo con la possibilità di fare risultato pieno. La dimostrazione di forza esibita a Bruges è indicativa della fiducia e dell’ambizione che animano la squadra di Lucescu. Il 4-1 rifilato ai padroni di casa è una lezione di calcio di cui difficilmente potranno beneficiare De Vlieger e compagni, troppo deboli per avversarie di questo spessore.
Più o meno lo stesso gap si è visto a Goodison Park tra Everton e AEK Atene: al 17′ i toffees conducevano già 2-0, grazie ai gol di Yobo e Distin. E’ iniziata come una festa ed è proseguita così con le reti di Pienaar e Jo. Quattro a zero e greci che tornano a casa senza aver praticamente iniziato a giocare.
A Praga accade tutto nel finale con il PSV che riesce per due volte a pareggiare il vantaggio dei padroni di casa: Hubník al 76′ porta avanti i granata, quattro minuti dopo arriva il pari di Reis, entrato al 64′ al posto di Koevermans; all’87’ è Zeman a riportare avanti lo Sparta ma un rigore concesso dall’arbitro scozzese McDonald per fallo di Wilfried dà a Reis l’occasione di firmare il 2-2 e la doppietta personale.
Altra doppietta pesante è quella del nazionale svizzero Blaise Nkufo che allo stadio Şükrü Saracoğlu di Istanbul con due reti in cinque minuti, tra il 75′ e l’80’, dà la vittoria in rimonta al Twente contro il Fenerbahce, passato in vantaggio al 71′ con Topuz. Fa ancora meglio Liedson che in Olanda mette a segno tutti e tre i gol con cui lo Sporting Lisbona espugna (3-2) l’Abe Lenstra stadium di Heerenveen. Stesso punteggio anche a Madeira dove il Werder Brema, finalista dell’ultima edizione della coppa Uefa, dopo essersi fatto rimontare un vantaggio di 2-0 dai padroni di casa del Nacional, segna all’85’ il gol del 3-2 con Claudio Pizarro (doppietta). ECL