Il Tribunale dell’Unione europea ha stabilito il principio per cui gli eventi sportivi di interesse nazionale devono poter essere visibili dall’intera collettività. “Uno Stato membro può, in determinate circostanze, negare alle televisioni a pagamento l’esclusiva dei diritti di trasmissione di eventi come i Mondiali o gli Europei di calcio, questo per consentire alla generalità del pubblico di poter seguire questi avvenimenti su canali in chiaro, non a pagamento”.
Lo stadio di Wembley
Wembley: FA Cup e Olimpiadi 2012 visibili per tutti

La sentenza demolisce l’impostazione della linea tenuta davanti al Tribunale da Fifa e Uefa, decise a salvaguardare l’assoluta libertà di decidere come contrattare la vendita degli appuntamenti sportivi. Chiaramente la possibilità di spezzettare il programma e vendere più pacchetti a più clienti della stessa nazione, apre la strada a maggiori introiti. Prerogativa che Fifa e Uefa hanno provato a difendere davanti alla corte, con una strategia per certi versi comica. Le due organizzazioni hanno scelto infatti di sminuire l’importanza dei loro fiori all’occhiello, affannandosi a sottolineare che “non tutti questi tornei calcistici possono essere definiti di importanza pubblica e comunque non tutte le partite del torneo sono di pubblico interesse”. Pur di poter continuare a gestire il prodotto-calcio come fatto sinora, si sono spinte a ridimensionarne l’importanza. Da non credere.

Tesi che, ovviamente, la Corte ha rigettato in blocco, sottolineando come “sia l’interesse del vero appassionato di calcio a determinare l’importanza del singolo incontro e in competizioni come i Mondiali e gli Europei ogni partita è meritevole di attenzione da parte degli appassionati”. Non solo, la Corte spiega perché non si possano fare distinzioni all’interno di uno stesso torneo: “Competizioni come i Mondiali o gli Europei sono da considerarsi ciascuna ‘evento unitario’, dal momento che le squadre che arrivano in finale o semifinale, lo fanno sulla base di una sequenza di gare, nessuna delle quali è amichevole o di allenamento, tutte servono a definire l’evoluzione del torneo e quindi la sua natura”.
Fifa e Uefa hanno due mesi di tempo per proporre appello contro una sentenza pronunciata per regolare una controversia che aveva riguardato solo Regno Unito e Belgio. “Ma i principi enunciati dal Tribunale sono applicabili anche altrove”, ha fatto sapere Jonathan Todd, portavoce del commissario olandese Neelie Kroes. “Anche gli altri Stati come Austria, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda e Italia, potranno svincolare gli eventi che considerano di pubblico interesse dalle esclusive con le tv a pagamento”.
Una sentenza per una volta davvero rivoluzionaria, perché sancisce il principio per cui ogni Stato potrà indicare la sua lista di eventi sportivi di pubblico interesse, garantendo così, automaticamente, il diritto del pubblico alla visione in chiaro. Da vedere come intenderà regolare la questione l’Italia: questa sentenza infatti colpisce Sky e il satellite ma anche le varie Mediaset card per il digitale terrestre. In Inghilterra la lista degli eventi “protetti” e quindi fruibili gratuitamente comprende i Giochi olimpici; i Mondiali e gli Europei di calcio; la finale di Coppa d’Inghilterra di calcio; la finale di Coppa di Scozia di calcio; per l’ippica il ‘Grand National’ e il ‘Derby’; per il tennis l’intero torneo di Wimbledon; per il rugby il Mondiale e la finale di Challenge Cup. ECL
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