Successo storico per i campioni d’Africa

Per la prima volta nella storia quella che un tempo era la Coppa Intercontinentale non vedrà in finale una squadra sudamericana. Un giorno doveva accadere ma non sembrava questa l’occasione più propizia. E invece nello splendido scenario del Mohammed Bin Zayed, pieno per due terzi di tifosi in maglia rossa (i colori dell’Internacional) e con una ridotta ma ben più allegra rappresentanza bianconera, il Mazembe ha messo a segno un’impresa che, per una volta, è appropriato definire storica.
Nessuno accreditava i Corvi di alcuna possibilità contro i brasiliani. Troppo grande il divario tecnico e tattico che ancora separa a livello di club il calcio africano da Europa e Sud America. E l’Internacional – che poteva permettersi il lusso di tenere in panchina Giuliano, miglior giocatore della Libertadores 2010 – aveva tutto per considerarsi favorita. Un organico di prim’ordine e il precedente favorevole dell’essere stata l’ultima squadra sudamericana a vincere il Mondiale per club, sconfiggendo il Barcellona nella finale 2006.
Non potevano essere i campioni d’Africa a mettere a rischio le ambizioni brasiliane. Questa almeno era la convizione comune. E invece è arrivato un 2-0 netto, secco, inequivocabile che ha dell’incredbile. Non per come sia maturato nel corso della gara ma perché arriva al termine di un anno in cui ai congolesi è capitato di tutto. Dopo aver conquistato la Champions League 2009, e aver subito due sconfitte al Mondiale per club, i campioni africani hanno faticato a difendere il titolo nella CAF Champions League 2010: sconfitte impreviste e calo di rendimento; l’esonero del tecnico Diego Garzitto; la squalifica Fifa di un anno del capitano Tresor Mputu e di Basisila Lusadisu, per gli incidenti del maggio scorso nella sfida di Coppa Kagame contro l’Apr a Kigali; la morte del 28enne ex compagno di squadra Pierre Mukandila Tshitenge, oltre naturalmente alla grave situazione politica che da anni angustia la Repubblica Democratica del Congo e che proprio in coincidenza con l’eliminazione degli algerini del JS Kabylie in semifinale di Champions League,  aveva visto oltre 30mila donne scendere nelle strade per marciare contro gli stupri, utilizzati sistematicamente come arma di guerra.
In questo contesto il nuovo tecnico Lamine N’Diaye è riuscito a pensare solo a giocatori e schemi: organizzando meglio la difesa, migliorando il pressing a centrocampo e portando la squadra a rivincere la Champions africana, dopo una controversa doppia finale coi tunisini dell’Esperance. Nonostante i successi i Corvi di Lumbumbashi sono ben lontani dall’essere un prodotto finito: in difesa le amnesie si sprecano, le distanze tra i reparti sono vere e proprie praterie, e anche la coordinazione dei movimenti di centrocampisti e difensori lascia molto a desiderare. Ma la squadra ha risorse atletiche impressionanti e un gran cuore, qualità che le permettono spesso di sopperire alle evidenti lacune tecniche e tattiche.
E tutto questo si è visto anche contro l’Internacional. I brasiliani possono andare in gol già al primo minuto con Rafael Sobis, che sfiora la segnatura e si ripete sette minuti più tardi ma stavolta è bravo Kidiaba a salvare. Il portiere del Mazembe diventa presto il vero protagonista di una gara a senso unico: negando un gol già fatto al bomber Alecsandro. E dove non arriva l’estremo difensore africano sono i sudamericani a sbagliare, come Tinga al 22′.
L’Internacional prova a far la partita, con il Mazembe che punta tutto su espisodiche e mal orchestrate azioni di contropiede. Arrivare all’intervallo a reti inviolate è già un buon risultato per i campioni d’Africa. Nessuno, nonostante la prova opaca della formazione di Celso Roth, può immaginare quel che riserveranno i secondi 45 minuti. Al 53′ Kubangu sblocca il risultato, mettendo fuori causa Renan, con un bel diagonale sul palo più lontano dopo un controllo dentro l’area un po’ macchinoso. Il volto di Roth è un misto di incredubilità e rabbia, tipico di chi ha appena subito un affronto. In realtà il gol più che risvegliare l’Internacional, insinua nei campioni del Sud America ansie e paure. Che aumentano col passare dei minuti e con le parate di Kidiaba: su Sobis al 59′ e soprattutto sul neoentrato Giuliano al 69′. Il giocatore che nell’ultima Libertadores aveva deciso coi suoi gol tante sfide delicate, conferma la sua capacità di materializzarsi all’improvviso in area partendo da dietro, una caratteristica che lo accomuna a Frank Lampard e Marek Hamsik, ma stavolta solo a tu per tu con Kidiaba si fa respingere dal portiere congolese l’equivalente di un rigore. Quattro minuti dopo su un calcio d’angolo è Andres D’Alessandro, lasciato incredibilmente solo all’altezza del dischetto, a ciccare clamorosamente un’altra palla gol. Sembra l’avvio della riscossa in realtà è l’inizio della fine: da quel momento la manovra dell’Internacional perde lucidità e intensità, e non produrrà altre palle gol: delle 23 conclusioni brasiliane solo 6 sono finite in porta, mentre il Mazembe pur tentando il tiro solo in 12 occasioni è riuscito a centrare lo specchio 7 volte.
L’ultima in occasione del raddoppio di Dioko Kaluyituka che dal limite dell’area supera Renan, mettendo la palla nell’angolino basso alla destra del portiere brasiliano, partito con un attimo di ritardo. Col fischio finale prendono il via le danze di gioia degli africani, che contrastano in modo evidente con il capo chino e le facce rosse dalla vergogna di Roth e dei suoi giocatori. Arrivati a Abu Dhabi con la convizione di poter superare l’Inter e vincere il trofeo, verranno ricordati come i primi sudamericani a non raggiungere la finale. Ne seguiranno altri ma loro sono stati i primi: primato che nessuno gli potrà togliere e di cui non potranno mai andare orgogliosi. LECHAMPIONS

FIFA CLUB WORLD CUP 2010 – Semifinale / Abu Dhabi, Mohammed Bin Zayed Stadium

TP MAZEMBE-INTERNACIONAL 2-0 (0-0)

TP Mazembe: Kidiaba, Kasusula, Nkulukuta, Kimwaki, Mihayo, Kasongo, Ekanga, Bedi, Kaluyituka, Kabangu (Kanda 84′), Singuluma. Allenatore: Lamine N’Diaye
Internacional: Renan, Bolívar, Nei, Kleber, Índio, D’Alessandro, Tinga (Leandro Damião 63′), Guiñazú, Wilson Matias, Rafael Sóbis (Oscar 76′), Alecsandro (Giuliano 63′). Allenatore: Celso Roth

Arbitro: Bjorn Kuipers (Olanda)
Reti: Kabangu 53′, Kaluyituka 85′
Ammoniti: Kasusula, Nkulukuta; Indio

FIFA CLUB WORLD CUP 2010 – Programma
Turno preliminare
8 dicembre 2010
Gara 1: Al Wahda-Hekari United 3-0 (Hugo 40′, F. Baiano 44′, A. Jumaa 71′)
Quarti di finale
10 dicembre 2010
Gara 2: TP Mazembe-Pachuca 1-0 (Bedi 21′)
11 dicembre 2010
Gara 3: Al Wahda-Seongnam 1-4 (Baiano 27′; Molina 4′, Ognenovski 30′, Choi 71′, Cho 81′)
Semifinali
14 dicembre 2010
Gara 4: TP Mazembe-Internacional 2-0 (Kabangu 53′, Kaluyituka 85′)
15 dicembre 2010
Gara 5: Seongnam-Inter
Finale 5° posto
15 dicembre 2010
Finale 3° posto
18 dicembre 2010
Finale
18 dicembre 2010

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