

Gli Europei 2012 ospitati da Polonia e Ucraina avrebbero dovuto essere l’occasione per rilanciare l’immagine un po’ appannata della scuola calcistica dell’Est europeo. Le eliminazioni di Russia, Polonia e Ucraina al primo turno hanno invece confermato il momento di difficoltà di un calcio di grande tradizione. Honved, Dukla Praga, Ferenc Puskas, Lev Yashin, Josef Masopust: nomi di squadre e fuoriclasse che hanno segnato gli anni Cinquanta e Sessanta e sono custoditi nell’Olimpo di questo sport. Ma anche negli anni Settanta e Ottanta, quelli in cui il Muro e l’isolamento politico e economico hanno condizionato in modo più pesante il movimento calcistico dell’Europa orientale, le nazioni del blocco comunista hanno saputo produrre squadre capaci di mettere a segno alcune delle imprese più sorprendenti e memorabili della storia delle coppe europee.
1 FC Magdeburgo
Il primo club calcistico di Magdeburgo risale al 1896. Cambierà denominazione e composizione almeno una decina di volte prima di trasformarsi nel 1965 in “1. FC Magdeburg”, perdendo la connotazione di polisportiva per assumere quella di club esclusivamente calcistico. Una scelta imposta dal governo con l’obiettivo di ottenere migliori risultati nelle competizioni internazionali e garantire così maggior lustro alla nazione. La guida tecnica viene assegnata a Heinz Krügel e i risultati non tardano ad arrivare. Nel 1972 il Magdeburgo si laurea campione della Ddr, con la squadra dall’età media più giovane di sempre: Joachim Streich, Wolfgang Seguin, Martin Hoffmann, Jürgen Sparwasser, assi che diventeranno bandiere dell’unico club della loro carriera. Il titolo del 1972 è il preludio al periodo più glorioso della storia del Magdeburgo, che raggiunge il suo apice l’8 maggio 1974, quando alla vigilia dei Mondiali, supera 2-0 il Milan di Gianni Rivera a Rotterdam nella finale di Coppa delle Coppe. Quel trionfo sarebbe stato il primo e l’ultimo di una formazione della Ddr nelle coppe europee. Poco più di un mese più tardi, il 22 giugno 1974 ad Amburgo, proprio Sparwasser avrebbe firmato lo storico 1-0 della Germania Est contro i padroni di casa della Germania Ovest nell’ultima partita della fase a gironi del Mondiale, che sarebbe stato poi vinto proprio da Beckenbauer e compagni nella finale contro l’Olanda di Cruyff.
Dinamo Tbilisi
La prima apparizione della Dinamo Tbilisi nella Coppa Campioni risale al torneo 1979-80. I georgiani, al tempo campioni dell’Unione Sovietica, vengono sorteggiati al primo turno contro il Liverpool campione d’Inghilterra e due volte campione d’Europa nelle ultime tre edizioni. I reds l’anno prima erano stati eliminati al primo turno dai connazionali del Nottingham Forest, affrontano la sfida con la Dinamo con la massima attenzione. Ad Anfield finisce 2-1 per gli inglesi con David Johnson e Jimmy Case che rispondono a Chivadze. “Abbiamo giocato così male da farli sembrare più bravi di quel che sono” è il commento post-partita del manager dei reds Bob Paisley. Dovrà ricredersi. Un successo più sofferto e ridotto del previsto quello di Dalglish e compagni, ma niente fa credere che il Liverpool, grande favorito per la vittoria finale, possa subire la seconda eliminazione consecutiva al primo turno. E invece il 3 ottobre 1979 a Tbilisi, davanti agli 80mila dello stadio nazionale Boris Paichadze, la Dinamo infligge alla squadra di Bob Paisley una delle lezioni più dure e inattese. Il 3-0 firmato nella ripresa dai gol di Gutsaev al 54′, Shengelia al 75′ e Chivadze all’81’ su rigore, rivela a tutta Europa una grande squadra. Che due anni più tardi, ispirata in panchina da Nodar Akhalkatsi e in campo dalla regia di David Kipiani, sarà capace di conquistare la Coppa delle Coppe, superando in finale il Carl Zeiss Jena (altra grande del calcio tedesco orientale).
CSKA Sofia
Negli anni Settanta e Ottanta il Cska Sofia è una presenza pressoché fissa in Coppa Campioni, grazie all’impressionante sequenza di successi in campionato. Vittorie che consentono alla squadra dell’Esercito bulgaro di maturare una notevole esperienza internazionale e di farsi la reputazione di squadra ostica e imprevedibile. Una mina vagante che diventa lo spauracchio di tutti i campioni uscenti. I bulgari infatti non riusciranno mai a conquistare un alloro continentale, ma tra le imprese più sorprendenti della storia della Coppa Campioni il loro nome ricorre di frequente. Negli ottavi di finale della Coppa Campioni 1973-74 il Cska mette fine alla dominazione dell’Ajax, reduce da tre successi consecutivi. Sconfitto 1-0 ad Amsterdam, il Cska elimina i campioni d’Europa nel match di ritorno il 7 novembre 1973 a Sofia: Marashliev al 68′ pareggia il gol siglato da Piet Keizer all’andata, e Stefan Mihaylov a quattro minuti dalla fine del secondo tempo supplementare firma il 2-0 e l’eliminazione dell’Ajax. Nel 1980-81 il Cska Sofia mette fine a un altro ciclo impedendo il tris continentale al Nottingham Forest. Gli uomini di Brian Clough cadono contro i bulgari al primo turno: il Cska vince a Sofia con gol di Yonchev a venti minuti dalla fine e si ripete in casa dei campioni d’Europa con gol di Ruzin Kerimov. Il Cska verrà poi eliminato nei quarti di finale dal Liverpool (5-1 ad Anfield e 1-0 a Sofia), che diventerà campione d’Europa per la terza volta superando in finale il Real Madrid. Ma l’anno dopo il Cska conferma la sua fama di ammazza-detentrici, eliminando nei quarti proprio il Liverpool: dopo aver perso 1-0 ad Anfield, la squadra di Nikodimov Donev raggiunge gli inglesi con un gol di Mladenov a 13 minuti dalla fine; nei supplementari è ancora Mladenov a firmare al 101′ il gol che manda i campioni d’Europa a casa e il Cska in semifinale, dove verrà eliminato dal Bayern Monaco. ECL EUROPA
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