Verrà ricordato come il calciomercato dei 100 milioni di euro pagati dal Real Madrid al Tottenham per Gareth Bale. Il trasferimento più costoso di sempre ridimensiona quelli passati di Cristiano Ronaldo e Zidane ma anche quelli più recenti di Falcao e Cavani.
REAL ESTATE. Ma il gallese è davvero il giocatore in grado di spostare gli equilibri in Spagna e in Europa a favore del Real? Perché solo in questo caso si giustifica una cifra simile per un giocatore che va ad infoltire le già tante mezzepunte del club madrileno che avrebbero dovuto dominare il mondo e hanno faticato a reggere il passo del Barcellona pure in patria. Però, a differenza di altre volte, il Real ha operato brillantemente soprattutto in uscita: Ozil (50 milioni), Higuain (37), Callejon (10), Albiol (12), Leon (6): Bale ripagato per intero. Per una volta Perez non ha fatto la figura del ricco scemo. Una novità anche questa.
ALLENATORI. Per il Real Madrid più decisivo del 24enne asso gallese può essere l’arrivo in panchina di Carlo Ancelotti: per far sognare i tifosi c’è Bale, ma per rimettere in piedi il castello sbriciolato da Mourinho serviva un tecnico che coniugasse buon senso, tattico e umano, e credibilità (leggi vittorie di peso). Il trasferimento di Ancelotti dal Psg al Real non è stato l’unico cambio di panchina pesante. Anzi sono stati proprio i tecnici i veri protagonisti dell’ultimo calciomercato. Inaugurato dagli apripista Guardiola e Moyes, che al Bayern e al Manchester United hanno rimpiazzato rispettivamente i vincitutto Heynckes e Ferguson, il valzer delle panchine ha registrato il ritorno di Jose Mourinho al Chelsea; l’arrivo di Manuel Pellegrini al Manchester City per avviare il dopo Mancini; la nomina (poco convinta) di Laurent Blanc al Psg; il passaggio di Walter Mazzarri dal Napoli all’Inter, coi partenopei che mettono sottocontratto un big come Rafa Benitez.
OUTSIDER. Se c’è una società che più di altre può dire di aver scalato posizioni in campo internazionale, almeno in termini di consapevolezza di sé e di visibilità, è proprio il Napoli. La cessione di Cavani al Psg per 65 milioni di euro è stata ampiamente compensata dagli arrivi di giocatori del calibro di Higuain e soprattutto del tecnico Benitez. Nonostante siano capitati in un girone molto difficile in Champions League (con Borussia Dortmund, Arsenal e il poco impegnativo Olympique Marsiglia), i partenopei sono tra gli outisider della Champions 2013-14. Il miglioramento della rosa e dell’undici titolare biancoazzurro è evidente e fa del Napoli la candidata naturale a contendere lo scudetto alla Juventus. I bianconeri da un biennio dominano in Italia e le prime giornate del campionato 2013-14 hanno confermato questo trend. I campioni d’Italia si sono certamente rinforzati con gli acquisti di Tevez, Llorente e Ogbonna, ma per ridurre il gap in Champions serviva altro.
OSTAGGI. In controtendenza con l’abitudine di assecondare volontà e capricci dei giocatori, Manchester United, Liverpool e Psg hanno obbligato Wayne Rooney, Luis Suarez e Thiago Silva a rispettare i contratti sottoscritti, rifiutando tutte le offerte ricevute e caldeggiate dagli stessi giocatori. Prima l’Arsenal poi il Chelsea hanno fatto offerte stellari pur di avere Rooney: lo United ha sempre negato la disponibilità a trattare. I 40 milioni di sterline della clausola rescissoria più un pound è stata la proposta dell’Arsenal al Liverpool per Suarez: anche qui picche. Il Barcellona non ha mai nascosto che Thiago Silva era il vero obiettivo di una campagna di rafforzamento aperta col colpo Neymar, la risposta del proprietario del Psg è stata secca: “Se pagano la clausola rescissoria di Thiago Silva, io pago quella di Messi”. Minaccia credibile vista la provenienza: il Barca ha dirottato le sue attenzione su David Luiz, anche qui senza esito.
SALDI DI FINE CARRIERA. Nostalgia, romanticismo o furbizia? Samuel Eto’o abbandona l’esilio dorato dell’Anzhi per andare al Chelsea e ritrovare Jose Mourinho, con cui aveva vinto il Triplete ai tempi dell’Inter. L’Eto’o visto in Europa League con l’Anzhi è la copia slow-motion di quello ammirato al Barcellona: a 32 anni ha ancora qualche cartuccia da sparare ma quello che era il miglior centravanti del mondo ora non entra nei primi 10. Stessi dubbi circondano il ritorno di Kakà al Milan. Il precedente di Shevchenko non è incoraggiante così come i dubbi sulle reali condizioni fisiche del brasiliano, mai protagonista nei … anni spesi al Real. Doveva formare un trio da sogno con Benzema e Cristiano Ronaldo, ha finito per essere la riserva di Di Maria e Ozil: autolesionismo mouriniano o declino irreversibile del Pallone d’oro 2007?
IL TOP. Mesut Ozil all’Arsenal, Chrstian Eriksen al Tottenham, Marouane Fellaini al Manchester United sono stati i colpi principali dell’ultima giornata del calciomercato. Due grandi affari per i club londinesi. L’arrivo di Ozil all’Arsenal riporta i gunners ai tempi dell’arrivo di Dennis Bergkamp: un talento abbagliante, non un leader, ma fuoriclasse in grado di ispirare i compagni e l’intero ambiente. Con l’acquisto dell’ex numero 10 del Real e l’assenza di cessioni l’Arsenal in un colpo solo azzera le critiche di parte della tifoseria a Wenger e azzera il complesso degli ultimi anni anni nei confronti dei “big-spenders” City, Chelsea e United. I gunners sono squadra da titolo e da prime quattro in Europa: Ozil per 50 milioni, viste le cifre pagate altrove (35 milioni per Willian dal Chelsea o 40 dal City per Fernandinho), è il vero affare dell’anno.
DOPPIO TAGLIO. Tra Liverpool e Borussia Dortmund Christian Eriksen ha scelto il Tottenham. Gli Spurs ringraziano: il danese è una delle mezzali più brillanti del Vecchio continente. Tra qualche stagione potrebbe partire per prezzi vicini a quelli con cui Levy ha ceduto Modric (40 milioni). Tra il danese, Chadli, Paulinho, Lamela, Sigurdsson, e la sorpresa Townsend, Villas Boas dovrà essere bravo a gestire i delusi: sei per tre posti alle spalle del bomber Soldado, uno dei pochi sicuri della maglia da titolare.
Difficile giudicare un affare l’acquisto di Fellaini da parte dello United. Moyes ha allenato il belga all’Everton e averlo con sé lo aiuterà nel lasciare la sua impronta sul nuovo corso dello United, ma averlo pagato 32 milioni e mezzo, più della cifra offerta (30 milioni) qualche settimana prima per avere il belga e Leighton Baines, non sembra un “bargain”. Nessuno se ne ricorderà se lo United dovesse confermarsi campione d’Inghilterra o vincere la Champions, altrimenti sarà uno dei primi capi d’accusa verso la gestione Moyes.
FUORI DALLE COPPE. Tra le squadre che non partecipano alle competizioni europee, da segnalare le campagne acquisti del Monaco e delle due formazioni di Liverpool. Il Monaco di Claudio Ranieri ha speso 166 milioni di euro per costruire una squadra da titolo attorno a Radamel Falcao: difficile considerarla ancora una semplice neopromossa. Coerenza e astuzia dietro le campagne acquisti di Liverpool e Everton: i reds hanno tenuto Luis Suarez, preso a parametro zero un difensore esperto e ancora competitivo come Kolo Toure, un portiere dal grandissimo potenziale come Simon Mignolet (e lo ha già fatto vedere), giocatori solidi come Aly Cissokho e Mamadou Sakho e giovani promesse come Iago Aspas. Ancora più abile l’Everton di Roberto Martinez che ha atteso l’ultimo giorno per cedere Fellaini allo United e prendersi James McCarthy, Gareth Barry e Romelu Lukaku. I Toffees possono già dimenticarsi le parrucche di mr Fallaini. ECL EUROPA
Calciomercato 2013: i 10 migliori affari
1. Mesut Ozil (Arsenal)
2. Neymar (Barcellona)
3. Radamel Falcao (Monaco)
4. Isco (Real Madrid)
5. Romelu Lukaku (Everton)
6. Henrikh Mkhitaryan (Borussia Dortmund)
7. Christian Eriksen (Tottenham)
8. Mario Goetze (Bayern Monaco)
9. Roberto Soldado (Tottenham)
10. Mario Gomez (Fiorentina)
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