Onesto e intelligente. Jamie Carragher non è tipo da scuse: “Non stiamo giocando bene dietro e anche io personalmente non sto giocando bene”. 

Jamie CarragherI reds cercano di rimettersi in piedi in vista della trasferta di Sunderland e l’impegno in Champions League col Lione in casa. Dopo il finale di stagione scorso il Liverpool puntava dichiaratamente al titolo, con la speranza nascosta di poter addirittura realizzare un’accoppiata Champions League-Premiership che avrebbe davvero riportato al squadra ai tempi di Bob Paisley. Invece i reds, sconfitti a Firenze in Champions League e a Stamford Bridge in campionato, preparano la trasferta contro il Sunderland con la pressione di chi si trova già a dover salvare la stagione. Le sconfitte contro Fiorentina e Chelsea hanno creato insicurezza anche dal punto di vista tecnico in un ambiente che da tempo è costretto a convivere con le incertezze societarie: si farà lo stadio a Stanley Park? gli americani venderanno agli arabi? Gillett cederà la sua quota?
Nessuno fino a oggi aveva però osato criticare Jamie Carragher, il giocatore che più di tutti, anche del capitano Gerrard, incarna l’essenza e la storia dei reds. Dopo le ultime sbandate difensive c’è però chi ha messo “Carra” sul banco degli imputati. La sua autodifesa è stata un’ammissione di colpa, ma senza resa: “Negli ultimi cinque-sei anni ci siamo distinti per essere una difesa che non concedeva gol in molte partite. Ora veniamo criticati perché in questo momento contro di noi segnano. Sono critiche giuste e meritate. Dobbiamo migliorare e io per primo”. Esemplare.
Carragher con la sua onestà cerca di proteggere i compagni di reparto, sicuramente con spalle meno larghe delle sue. Perché il suo compito quest’anno è reso meno agevole sia dall’innesto di Glen Johnson sulla destra che spinge molto più di Arbeloa e quindi scopre il suo lato, con Lucas che spesso dimentica di scalare, obbligando Skertel e Carragher a affannosi tamponamenti. Quasi stessa storia a sinistra con l’inserimento del giovane argentino Emiliano Insua, proposto come titolare da Benitez negli ultimi tempi al posto di Fabio Aurelio, con Mascherano che deve recuperare la migliore forma. Insomma la squadra non è equilibrata come prima e non solo perché la cessione di Xabi Alonso non è stata ancora compensata dall’ingresso in squadra di Alberto Aquilani (che è giocatore ben diverso dallo spagnolo: meglio dietro le punte che davanti alla difesa). Criticare Carragher più che ingeneroso è fuori luogo. Come ha sottolineato dalla colonne del quotidiano locale Liverpool Echo un altro difensore centrale che ha fatto la storia del club di Anfield Tommy Smith, 637 presenze e 48 gol tra il 1962 e il 1978, tra cui quello del 3-1 nella finale di Coppa Campioni 1977 a Roma contro il Borussia Moenchengladbach. “Io ho giocato al massimo livello col Liverpool sino a 35 anni. Jamie Carragher può fare esattamente lo stesso. Jamie non solo ha un grande cuore ma anche tantissima esperienza e intelligenza tattica. Spero non dia ascolto a quei pazzi che hanno deciso che all’improvviso non è più il giocatore di prima. Ha classe da vendere e non è certo finito”. Con una benedizione così e la grinta che lo contraddistingue il buon Carra può andare avanti per secoli. ECL

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