“Ho sempre perso le mie partite d’esordio in carriera. Alla Juventus, all’Inter, in Nazionale”. Marcello Lippi aveva messo le mani avanti ma nessun ko: la prima uscita alla guida del Guangzhou Evergrande ha regalato all’ex ct azzurro un successo di misura sul Qingdao, ultimo in classifica. Vittoria ottenuta grazie al gol di Gao al 68′, che consolida il primato del Guangzhou Evergrande nel campionato cinese: 5 punti di vantaggio sulla seconda. Una passeggiata? Non proprio.
Quella di Lippi sarà un’esperienza ben remunerata (circa 30 milioni di euro per due anni e mezzo di contratto) ma non facile. Aver preso una squadra già in testa al campionato e qualificata agli ottavi di finale dell’AFC Champions League 2012, dopo aver chiuso al primo posto nel girone H, gli ha garantito una bella rampa di lancio ma anche le prime proteste dei tifosi. Nella gara contro il Qingdao buona parte della tifoseria ha inneggiato al tecnico coreano Lee Jang-soo, costretto a far posto all’allenatore livornese che da tempo aspettava qualche risultato negativo che giustificasse l’esonero e il suo arrivo. Una situazione che ha ricordato parecchio quanto accaduto qualche mese fa al Paris Saint Germain, con Antoine Kombouarè esonerato mentre era in testa al campionato francese e sostituito con Carlo Ancelotti (finito poi secondo), che aspettava il suo turno già da diverse settimane. Anche stavolta l’avvicendamento in panchina non ha motivazioni tecniche.
I tifosi del Guangzhou ricordano fin troppo bene che in tre stagioni Lee ha portato il club dalla serie B alla conquista del primo titolo nazionale. Con l’arrivo nel 2009 del tecnico coreano, l’ambizioso Guangzhou Evergrande ha conquistato la promozione nella massima serie al primo tentativo. L’anno dopo, da neopromossa, è arrivata anche la vittoria in campionato. Risultato incredibile per un club che non aveva vinto nulla sino ad allora. A Lee, già vincitore della Champions asiatica nel 1996 alla guida del Seongnam Ilhwa Chunma, i tifosi riconoscono il grande merito di aver saputo infondere la sua mentalità vincente nel club biancorosso. Non solo. Lee ha sempre dimostrato grande personalità nella gestione della squadra e in particolare del trio sudamericano formato da Conca, Cleo e Muriqui, non facendo sconti a nessuno. “Il campionato cinese è molto difficile. C’è un nemico invisibile che si chiama distanza. Una nazione così grande rende le trasferte problematiche. I viaggi incidono sulla fatica e sui tempi di recupero. Giocare campionato e coppa è impegnativo, per questo ruoto i giocatori ma pretendo che diano tutto quando vanno in campo”. Idee chiare e portate avanti con coerenza.
Dopo aver fatto faville all’esordio in Champions League, realizzando quattro reti nel clamoroso 5-1 in casa dei vicecampioni d’Asia del Jeonbuk Motors, il terzetto Conca, Cleo, Muriqui ha preferito recitare il ruolo da star, non impegnandosi a fondo alla pari dei compagni, come invece pretendeva il tecnico coreano. “Diciamo che la fase difensiva non la facevano proprio e gliel’ho detto di fronte al resto della squadra, come faccio con tutti: quando si perde palla si torna in difesa a recuperarla. Così non va, se volete giocare dovete impegnarvi di più. Molto di più. Per questo li ho messi in panchina e quando hanno mostrato maggiore impegno sono rientrati in formazione”.
Non fare sconti a nessuno, nemmeno alla stella locale Gao Lin, era stato il vero punto di forza della gestione Lee. Un approccio che gli aveva assicurato stima e sostegno da parte dei tifosi ma procurato parecchie grane coi giocatori. Conca che lo manda platealmente a quel paese dopo una sostituzione, aveva spinto la società a mettere fuori squadra per nove partite il centrocampista da dieci milioni a stagione. Una decisione che l’allenatore ha congelato prima della sfida in casa del Buriram United, decisiva per la qualificazione agli ottavi. Un colpo da maestro. Lee è stato molto astuto: mandando in campo Conca, ha dimostrato di mettere il bene della squadra davanti al proprio orgoglio e ha evitato al giocatore il comodo ruolo di vittima, costringendolo a dimostrare in campo il suo valore. Proprio Dario Conca ha trasformato al 91′ il rigore che ha assicurato al Guangzhou Evergrande il primo posto nel gruppo e così diritto di affrontare il Tokyo negli ottavi, col vantaggio del fattore campo (nella Champions asiatica si giocano in gara unica). Intelligente, carismatico, primo in campionato, lanciato in Champions: ci vuol un bel coraggio a mandar via un tecnico così. Comprensibile l’ostilità dei tifosi all’arrivo di Marcello Lippi, il Guangzhou Evergrande aveva già un grande allenatore. Il campione del mondo 2006 porta a Guangzhou il suo nome, il suo carisma e l’interesse mediatico di tutta Europa. Ma dal punto di vista tecnico e dei risultati non potrà far meglio di Lee. ECL ASIA
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