Nell’anno delle Olimpiadi a Londra, il Chelsea rompe l’incantesimo che finora aveva negato alle squadre londinesi il successo nella Coppa Campioni e vince l’Uefa Champions League 2011-12. Un trionfo che arriva nel modo più rocambolesco, coerentemente con la campagna europea che aveva visto i blues sfiorare l’eliminazione negli ottavi col Napoli, sopravvivere agli assalti del Barcellona a Stamford Bridge e poi al Camp Nou.

MIRACOLATI. Una squadra che con l’arrivo in panchina di Roberto Di Matteo ha messo da parte le velleità di Andre Villas Boas di giocare un calcio moderno (fin troppo), per tornare al più classico difesa-e-contropiede. Chiudere gli spazi, sfiancare, demoralizzare, colpire a morte gli avversari. L’incoerenza fa parte delle peculiarità del mondo del calcio: Roberto Di Matteo viene osannato per aver fatto risorgere il Chelsea, ma tecnici come Giovanni Trapattoni sono stati definiti dinosauri per aver impostato il gioco delle proprie squadre così.

DIFESA A OLTRANZA. Di Matteo lascia fuori sia Sturridge che Malouda e mette dentro Kalou a destra e a sinistra il 22enne laterale mancino Ryan Bertrand: 7 presenze in campionato in questa stagione, all’esordio in Europa. Heynckess sceglie invece Tymoshchuk come centrale difensivo accanto a Boateng, mette Contento a sinistra al posto dello squalificato Alaba; e per sostituire Luiz Gustavo arretra Kroos in mediana con Muller alle spalle di Gomez. Si parte dallo zero a zero ma il Chelsea interpreta la gara come dovesse difendere un gol di vantaggio: il 4-5-1 di Di Matteo, diventa dopo pochi minuti un 4-6-0 con Drogba costretto ad arretrare sulla linea dei centrocampisti. Al 4′ Kroos dal limite dell’area spara un rasoterra fuori di circa un metro. Al 18′ Mario Gomez si libera con una finta di corpo di Cahill ma al momento di battere a rete controlla male e perde il tempo della battuta. Grande occasione mancata. Al 21′ assolo di Robben sulla sinistra e Cech bravo a salvare con la punta del piede sul rasoterra dell’olandese. Al 36′ su cross di Contento dalla sinistra è Muller a girare al volo di poco a lato. Un minuto dopo arriva il primo tiro in porta della partita per il Chelsea, con Kalou che “impegna” Neuer. E’ un fuoco di paglia, il Bayern riparte subito all’attacco e nel giro di pochi secondi Gomez e Ribery ciccano due facili conclusioni all’interno dell’area. Graziare Cech sembra la missione dei giocatori di Heynckes: al 41′ Gomez ripete l’azione del 18′ liberandosi di Cahill con una finta ma sbagliando malamente la conclusione in porta. Il Chelsea arriva all’intervallo sullo zero a zero: nelle ultime 14 finali quando il primo tempo si è chiuso a reti inviolate la partita è andata ai calci di rigore.

OBIETTIVO RIGORI. La prospettiva, che in teoria dovrebbe impaurire il Chelsea che dagli undici metri a Mosca quattro anni fa perse la finale contro il Manchester United, sembra allettare proprio i blues. La ripresa comincia con il Bayern che attacca con maggior velocità e decisione, cercando di sferrare il colpo del ko. Al 53′ Ribery si vede annullare un gol per fuorigioco millimetrico. Al 78′ Muller manda un diagonale a lato di pochissimo ma cinque minuti più tardi di testa sblocca il risultato, schiacciando in rete con l’aiuto della traversa. Sembra fatta e Heynckes sostituisce il match-winner con Daniel Van Buyten per proteggere la difesa. Tutto logico. Ma col Chelsea fare calcoli più che sbagliato è inutile. All’88’ su angolo di Mata Drogba gira di testa sul primo palo, soprendendo Neuer che tocca ma non trattiene. Si va ai supplementari.

DISGRAZIA ROBBEN. Al 93′ Drogba rovina quel che aveva realizzato cinque minuti prima, regalando un rigore al Bayern con un maldestro quanto inutile fallo da dietro su Ribery (a Barcellona aveva fatto lo stesso con Fabregas). Ma la buona stella dell’ivoriano si materializza nella forma dell’ex compagno Robben che dopo aver vanificato le chances bavaresi di vincere la Bundesliga nello scontro diretto col Borussia Dortmund, si ripete calciando centrale un rigore che prende in pieno Cech. Pessima scelta, pessima esecuzione. Nel secondo tempo supplementare, al 107′ Ivica Olic, entrato al posto dell’infortunato Ribery, serve una palla d’oro a Van Buyten: il belga non capisce le intenzioni del compagno e manca l’opportunità di appoggiare da un metro nella porta vuota. E’ l’ultima occasione da rete della partita. Si va ai rigori.

UNDICI METRI. A inaugurare la serie è capitan Lahm: Cech sfiora ma la palla finisce in rete. Mata sceglie lo stesso angolo, ma Neuer para. Mario Gomez calcia il terzo rigore sulla sinistra del portiere e porta il Bayern sul 2-0. Per il Chelsea va a battere David Luiz: rincorsa lunghissima, il brasiliano si avventa sul pallone con velocità e piazza un gran piatto all’incrocio spiazzando Neuer. Gran rigore. A sorpresa per il Bayern si presenta Neuer che calcia rasoterra e supera il collega. Frank Lampard trasforma il suo tiro, mentre Olic (che ha già firmato per il Wolfsburg) si fa parare da Cech il tiro del possibile ko. Ashley Cole trasforma e riporta il match in parità. Sul dischetto va il giocatore che al Bernabeu aveva trasformato il rigore decisivo contro il Real Madrid: Schweinsteiger stavolta è meno deciso, interrompe la rincorsa, poi calcia sul palo. Il match-point tocca a Didier Drogba: l’ivoriano non ripete la scivolata di Terry a Mosca, ma piazza un bel rasoterra alla destra di Neuer. Il Chelsea, incredibile vero?, è campione d’Europa.

RIMPIANTI. Il ricordo delle tante occasioni sprecate peserà a lungo sui giocatori del Bayern. Gomez e Robben in particolare, come rivelato dall’olandese a fine gara: “Non posso descrivere con le parole come mi sento. Per due, tre volte durante la gara senti di avere la coppa in mano e poi rimani senza nulla. Ho calciato male il mio rigore, volevo colpirlo forte e alto, ma la palla non si è alzata abbanstanza. Un rigore pessimo”.

STELLONE. Il Chelsea delle sette vite può incorniciare un trionfo che è meglio festeggiare che spiegare. Anche se Di Matteo ci prova: “Noi dobbiamo giocare nel modo che ci è più congeniale in base ai giocatori che abbiamo e soprattutto nel modo migliore per vincere la partita. Anche la buona sorte devi meritarla”. Visione condivisa da Jupp Heynckes: “Il Chelsea ha difeso bene ma noi non abbiamo sfruttato le occasioni create, abbiamo sbagliato un rigore e non abbiamo saputo difendere l’1-0. Per questo il Chelsea ha meritato di vincere”. Quando si dice classe. Sopravvissuti alla cura Villas Boas, Drogba e compagni si sono presi tutto quel che potevano prendersi: FA Cup e Champions League. Risultati così non arrivano per caso, ma è difficile non pensare all’enorme fortuna che ha accompagnato i blues in ogni momento delicato. Dal gol di Ramires nei minuti di recupero del primo tempo al Camp Nou, al rigore sbagliato da Messi a inizio ripresa, a quello mancato da Robben nei supplementari della finale. Il Chelsea è la terza squadra a qualificarsi per il Mondiale per club 2012, dopo il Monterrey campione Concacaf e l’Auckland City vincitore dell’O-League 2012. LECHAMPIONS EUROPA

UEFA Champions League 2011-12 – Finale / Monaco di Baviera, Allianz Arena

BAYERN MONACO-CHELSEA 3-4 dcr (0-0; 1-1)

Bayern Monaco: Neuer, Lahm, Tymoshchuk, Boateng, Contento; Schweinsteiger, Kroos; Robben, Muller (Van Buyten 87′), Ribery (Olic 96′); Gomez. Allenatore: Jupp Heynckes
Chelsea: Cech; Bosingwa, Cahill, David Luiz, Cole; Mikel, Lampard; Kalou (Torres 84′), Mata, Bertrand (Malouda 73′); Drogba. Allenatore: Roberto Di Matteo

Arbitro: Proenca (Portogallo)
Reti: Muller 83′; Drogba 88′
Ammoniti: Schweinsteiger; David Luiz, Cole, Drogba, Torres
Sequenza rigori: Lahm (gol), Mata (parato); Gomez (gol), David Luiz (gol); Neuer (gol), Lampard (gol); Olic (parato), Cole (gol); Schweinsteiger (palo), Drogba (gol)

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