Rossoneri super a Madrid. Nesta in versione Franco Baresi, Pato che fa il Pato, il Real che fa il Real e il Bernabeu è costretto ad assistere alla prima sconfitta interna stagionale dei galacticos.
La squadra di Pellegrini ha confermato di non avere ancora un gioco fluido e di avere una linea difensiva poco affidabile. Il gran lavoro di Lassana Diarra viene spesso vanificato dalle incertezze dei quattro dietro. In particolare colpisce come Sergio Ramos e Marcelo possano pensare di poter salire contemporaneamente sulle due fasce quando solo uno dei due verrà coperto dietro. Un gioco che può riuscire nella Liga ma certamente non contro il Barcellona o avversari tatticamente avveduti come i rossoneri. La scelta di Leonardo e Tassotti di schierare dal primo minuto il tridente con Inzaghi centrale, Pato largo a destra e Ronaldinho a sinistra non era solo un tentativo di dare coraggio ai suoi ma soprattutto di frenare le sovrapposizioni sulle fasce degli avversari e di sfruttarne eventuali buchi. Così Leonardo ha chiesto al suo tridente di non arretrare mai a dare man forte ai tre di centrocampo (Ambrosini, Pirlo e Seedorf), bravissimi a loro volta nel rientrare a copertura del quartetto di difesa. Altro che squadra corta questo è l’elogio della squadra lunga. Lunghissima. Quando il Real aveva palla, il Milan era spezzato in due: i tre davanti restavano sulla linea di centrocampo, pronti a sfruttare eventuali lanci lunghi; gli altri sette formavano due linee parallele nello spazio di 10 metri, poco oltre il limite dell’area. Uno schema mai visto a questi livelli, roba da calcio a cinque. Ma che ha pagato sin dall’avvio. Nei primi cinque minuti si è rivisto il Ronaldinho di Barcellona: movimento, giocate spettacolari e efficaci, poi il brasiliano pian piano si è riassestato sui valori che hanno caratterizzato finora la sua carriera in rossonero: belle aperture su Pato, nessuna conclusione in porta, dribbling solo accennati ma sempre attento a mantenere la posizione. Compitino ben svolto ma nulla più. Salvo poi riprendersi nell’ultimo quarto d’ora di gara, dove lo si è visto andare incontro ai compagni per giocare i palloni che contano. Al 17′ la prima accelerazione del Real mostra tutto il potenziale di questa squadra, cui basta mettere in moto uno dei suoi assi per far saltare ogni schema: Benzema entra in area come anni fa faceva solo Ronaldo (il brasiliano), bruciando Zambrotta che lo stende da dietro. Prima un colpo con una gamba poi con l’altra. Rigore netto. Anzi nettissimo. Non per De Bleeckere che incredibilmente dà il calcio d’angolo. Il terzino rossonero quella palla non l’ha nemmeno vista. Ci pensa Dida a restituire il maltolto due minuti dopo: su un tiro centrale senza pretese di Granero il portiere brasiliano smorza la palla con le mani verso terra, ma il pallone gli tocca il ginocchio e va verso il centro dell’area mentre il numero uno del Milan tenta di afferrarlo per la maniglia, contribuendo invece ad allontanarlo sempre più. Raul non chiedeva altro: uno a zero Real. Un errore che spezza un equilibrio che sembrava destinato a durare, tra due squadre apparentemente incapaci di creare palle gol. Il copione resta invariato sino alla fine del primo tempo e all’inizio del secondo. Dopo un’ora di gioco Leonardo prova a ristabilire la parità numerica, togliendo Inzaghi e inserendo Borriello (ma se non fa giocare Huntelaar contro il Real quando mai allora?). L’ex genoano non toccherà un pallone ma alemno porta bene: due minuti dopo il suo ingresso, Pirlo s’inventa un calcio piazzato in movimento, colpendo da circa trenta metri alla Juninho Pernanbucano: palla che sale e poi scende rapidamente senza ruotare, infilandosi nel palo basso alla destra di Casillas. Intuizione e realizzazione da fuoriclasse assoluto. Inizia un’altra partita: il Real si scompone ulteriormente e ambrosini ne approfitta per lanciare Pato che s’infila tra i due difensori centrali, fa fuori Casillas in uscita e recupera il passo per piazzare nella porta vuota un pallone che stava scappando verso l’esterno. Niente di complicato per lui ma altri (anche tra i suoi compagni) l’avrebbero messa fuori.
La disattenzione madridista viene pareggiata dieci minuti dopo da quella della difesa rossonera che lascia Drenthe libero di ricevere al limite dell’area un calcio d’angolo per una battuta al volo. Uno schema che il Real usa spesso e che aveva utilizzato altre due volte nel corso della gara. Nessun rossonero va a chiudere sull’olandese che ha il tempo di battere nell’angolo basso alla sinistra di Dida. Dieci giocatori davanti ma nessuno vicino: l’ideale per nascondere la palla al portiere avversario che infatti non vede partire il tiro e quando interviene è in netto ritardo. Anche qui Dida (che dopo l’errore su Raul aveva sempre controllato con sicurezza le conclusioni avversarie) non ci fa una bella figura ma la colpa stavolta è dei compagni di reparto, in ritardo nella chiusura sull’esterno sinistro olandese. Entrambe le squadre a questo punto vogliono vincere. Kakà fa vedere qualcosa ma è troppo poco. E’ invece il Milan che all’85’ trova il gol del 3-2 con Thiago Silva ma l’arbtrio annulla per una carica su Casillas che invece è opera di due suoi compagni. Errore che fa il pari con il rigore negato a Benzema. Tre minuti dopo Seedorf dal vertice sinistro dell’area del Real scodella una palla perfetta per Pato sul lato opposto: nessuna titubanza, anzi, con la massima tranqullità di piatto destro spiazza Casillas mettendo sul palo più vicino anziché su quello opposto. Anche qui Pato fa sembrare tutto semplice e scontato: virtù dei fuoriclasse. Il primo nome su questa vittoria è il suo ma il tabellino non dice tutto: Thiago Silva e Nesta hanno offerto una prestazione monstre, non perdendo un contrasto, non fallendo un fuorigioco, fermando ogni penentrazione di Kakà o Benzema. Una conferma ai massimi livelli per l’ex laziale che dopo un anno di inattività sta giocando ai livelli di tre-quattro stagioni fa. E la prova al Bernabeu, dove ha guidato la difesa da vero leader e non ha perso un solo uno contro uno, lo ripropone a 33 anni come miglior difensore centrale del mondo. Non abbastanza per fargli cambiare idea sul ritorno in nazionale: “Assolutamente nessuna possibilità. Tiferò sempre l’Italia. Con Lippi ho un bellissimo rapporto, ma ho già preso la mia decisione”. Esemplare. ECL
Champions League 2009/10 – Fase a gironi – Madrid, Stadio Santiago Bernabeu
REAL MADRID-MILAN 2-3 (1-0)
Real Madrid: Casillas; Sergio Ramos, Pepe, Albiol, Marcelo; L.Diarra, Xabi Alonso; Kakà, Granero (dal
67′ Drenthe); Raul, Benzema. Allenatore: Pellegrini
Milan: Dida; Oddo, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Ambrosini, Pirlo, Seedorf; Pato, F.Inzaghi (dal 60′
Borriello), Ronaldinho (dal 91′ Flamini). Allenatore: Leonardo
Arbitro: De Bleeckere (Belgio)
Reti: Raul al 19′; Pirlo al 62′, Pato al 66′, Drenthe al 76′, Pato all’88’
Ammoniti: Albiol, Raul, Zambrotta, Nesta
Le partite del terzo turno della fase a gironi
Gruppo A
Juventus-Maccabi Haifa 1-0
Bordeaux-Bayern Monaco 2-1
Gruppo B
Cska Mosca-Manchester United 0-1
Wolfsburg-Besiktas 0-0
Gruppo C
Real Madrid-Milan 2-3
Zurigo-Marsiglia 0-1
Gruppo D
Porto-Apoel Nicosia 2-1
Chelsea-Atletico Madrid 4-0
Gruppo E
Liverpool-Lione 1-2
Debrecen-Fioretnina 3-4
Gruppo F
Inter-Dinamo Kiev 2-2
Barcellona-Rubin Kazan 1-2
Gruppo G
Glasgow Rangers-Unirea Urziceni 1-4
Stoccarda-Siviglia 1-3
Gruppo H
Az Alkmaar-Arsenal 1-1
Olympiacos-Standard Liegi 2-1
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