Il meno celebrato degli attaccanti blaugrana entra nella storia: mai nessuno prima di lui era andato a segno in tutte le competizioni, ben sei, nello stesso anno solare. Il gol di Pedrito nel 3-1 con cui il Barcellona ha regolato i campioni messicani dell’Atlante arriva dopo le segnature nella Supercoppa europea, in quella spagnola, nella Coppa del Re, in Champions League e nella Liga.

L’Atlante non aveva le armi per sperare di sconfiggere il Barcellona, ma i campioni Concacaf hanno dato veramente il meglio di sé passando addirittura in vantaggio dopo appena cinque minuti grazie a Guillermo Rojas, capace di scavalcare Victor Valdes con un lob, sprintare verso la linea di fondo prima che la palla esca, e mettere in rete in spaccata con un bello quanto difficile esterno sinistro. Prodigio atletico e tecnico, da posizione molto defilata.

Vantaggio sorprendente ma che non scompone più di tanto il Barcellona, abituato a macinare gioco e passaggi sino a stordire gli avversari. Ma l’Atlante è abituato a fronteggiare squadre che fanno del possesso palla la loro arma migliore ma nessuna formazione centroamericana è in grado di avvicinare il pressing del Barcellona quando la palla è nei piedi dei messicani. Il Barcellona, come ama ripetere Zlatan Ibrahimovic, gioca “il calcio del 2015-2020”, siamo su piani completamente differenti. Il gap che separa il Barcellona dalle altre squadre è già apprezzabile in Europa, e la ribalta del Mondiale per club lo evidenzia ancora di più: a fine gara il possesso di palla dei campioni d’Europa è del 68% contro il 32% dell’Altante. Dato che non ha bisogno di spiegazioni o commenti. Non si tratta di supremazia sterile. Il pari arriva al 35′ grazie a una conclusione da distanza ravvicinata di Sergio Busquets. Al 53′ Guardiola inserisce al posto di Yaya Toure il neo Pallone d’oro Leo Messi, accolto da un’ovazione. Col pubblico ancora in piedi ad applaudire il suo ingresso, l’argentino andava subito a segno quasi per ringraziare di tanta ammirazione, sfruttando il “solito” assist geniale di Ibrahimovic.

Il 2-1 di Messi arrivava a chiusura di un’azione preceduta da 12 passaggi e avviata da un retropassaggio di Gerard Pique per Victor Valdes. Il dribbling della “pulce” argentina sul portiere in uscita e la conclusione centrale che taglia fuori il difensore che provava ad intercettare il tiro sulla linea di porta, chiudendo sul primo palo, sono l’ennesina prova di una classe sopraffina.  La stessa grazia e freddezza si poteva ammirare al 67′ per merito di Andres Iniesta nei panni di assist-man e di Pedro in quelli di goleador. Una segnatura, come detto, che iscrive il numero 17 del Barca nella storia del calcio. Mai a nessuno era riuscito un exploit simile.

Adesso solo l’Estudiantes può impedire al Barcellona di imitare il suo attaccante: l’eventuale vittoria sugli argentini darebbe ai blaugrana la possibilità di conquistare il sesto titolo stagionale su le sei competizioni alle quali ha preso parte. Record incredibile che tutti aspettano. Un appuntamento con la storia che Veron e l’Estudiantes cercheranno di far saltare opponendo carattere e organizzazione difensiva al bel gioco dei catalani, un po’ quel che riuscì alla Germania di Beckenbauer contro l’Olanda di Johan Cruyff nella finale dei Mondiali 1974. Ma i sudamericani non hanno un Gerd Muller cui affidarsi. LECHAMPIONS

FIFA Club World Cup 2009 – Semifinali / Abu Dhabi, Zayed Sports City stadium

ATLANTE-BARCELLONA 1-3 (1-1)

Atlante: Vilar, Martinez, Gonzales, Navarro, Marquez, Solari (dal 56′ Carevic), Guerrero, Bermudez, Rojas, Velasquez (dal 63′ Pereyra), Arreola. Allenatore: Jose Cruz
Barcellona: Victor Valdes, Dani Alves, Marquez (dal 54′ Gerard Pique), Puyol, Abidal, Yaya Toure (dal 53′ Messi), Xavi, Sergio Busquets, Iniesta (dal 76′ Bojan), Ibrahimovic, Pedro. Allenatore: Guardiola

Arbitro: Carlos Simon (Brasile)

Reti: Rojas al 5′; Sergio Busquets al 35′, Messi al 55′, Pedro al 67′
Ammoniti: Solari, Guerrero, Velasquez; Ibrahimovic, Pique

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