Murales dedicato a Claudio Ranieri e al Leicester campione 2016

La fiaba Leicester è finita. Sul serio. Lo si era capito da un pezzo, ma con l’esonero di Claudio Ranieri i Foxes si sono giocati pure la simpatia che li circondava. Ultima dote rimasta dopo la sequenza di sconfitte che hanno seguìto il titolo vinto nove mesi fa. Replicare il trionfo non era pensabile, giocare meglio sì.
Da campioni d’Inghilterra a seria candidata alla retrocessione: il Leicester è tornato al punto di partenza.
Nell’estate 2015 Ranieri prendeva in mano una squadra che pochi mesi prima s’era salvata per il rotto della cuffia ed era accreditata di un ritorno quasi sicuro nella serie inferiore. Giocatori mediocri, abitudine a perdere, un nuovo tecnico come Ranieri, fresco di esonero dalla panchina della nazionale greca dopo una sconfitta con la rappresentativa delle Far Oer: il pacchetto completo per una retrocessione sicura.
Trascinata dai gol di Jamie Vardy la squadra invece parte bene. Si pensa non possa reggere: tutti aspettano il crollo del Leicester, perché l’abitudine a vincere non si compra. Anche dopo il 2-5 casalingo con l’Arsenal la squadra non crolla ma riprende a far punti. Non si ferma mai e quando rallenta riparte con velocità. Una sorpresa che diventa presto miracolo: tutti assistono ma nessuno ci crede.
Con esperienza, buon senso e molta umiltà, Ranieri impiega poche settimane per accantonare il 3-5-2 iniziale e il suo unico acquisto Inler, per passare a un 4-4-2 difesa bassa e contropiede che mette in ginocchio l’intera Premiership. Schema semplice e efficace: le copertine vanno a Vardy e Mahrez, ma gli uomini chiave sono Kante a centrocampo e Huth in difesa. La sola tattica non basta a spiegare il “fenomeno Leicester”. Ranieri ha gestito il successo in maniera esemplare e sorprendente, anche perché lui stesso non era mai riuscito a vincere un titolo nella sua lunga carriera. Ha saputo evitare che i ragazzi si sentissero appagati dopo qualche bel risultato o che si facessero venire le vertigini dopo tante settimane in fuga o che si demoralizzassero dopo i passi falsi. Non è riuscito però a evitare la sbornia post-vittoria. Consapevoli di non poter più vincere il campionato, i giocatori hanno staccato la spina prima ancora di iniziare. Solo la novità dell’inno della Champions ha dato la scossa che serviva e lì si è visto il vecchio Leicester: attento, entusiasta, determinato. Che si è visto anche a Siviglia nell’andata degli ottavi contro la squadra rivelazione del campionato spagnolo: spesso alle corde, i giocatori di Ranieri non sono andati al tappeto, portando via un 2-1 recuperabile con un solo gol al ritorno. Con l’esonero deciso ieri a Ranieri viene negata la possibilità dell’ultima impresa.
Vincere il campionato alla guida di un club che non ne hai mai vinto uno in oltre un secolo di storia e portarlo in Champions per la prima volta ti garantisce l’immortalità calcistica. Ma non ti tiene al riparo dalla banalità dei riti che segnano il calcio di oggi. LECHAMPIONS

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