L’ex capitano dei red devils da oggi «è libero di accasarsi presso un’altra squadra». Dopo Stam e Cantona, Ferguson si libera di un altro campione.
«E’ un giorno triste. Lascio una grande società, che in questi anni mi ha dato l’opportunità di affrontare o di giocare assieme ai migliori giocatori del mondo in quel momento. E di giocare sempre per la migliore tifoseria che esista. Ma ora è arrivato il momento di cambiare squadra». Separazione consensuale. Roy Keane da oggi non è più un calciatore del Manchester United: «è libero di accasarsi presso un’altra squadra». Un addio improvviso accompagnato da un freddo ringraziamento per i servizi resi al club in questi anni. Tredici per la precisione. Era il 1993 quando il Manchester United prelevava dal Nottingham Forest per poco più di tre milioni di sterline il centrocampista irlandese Roy Keane. Un concentrato di forza e leadership, vera anima della squadra. Una personalità molto forte, capace di ereditare il ruolo di Bryan Robson in mezzo al campo e nello spogliatoio.
Capace di essere duro e sprezzante coi compagni meno inclini alla battaglia (l’ultimo episodio è di poche settimane fa, quando ha rilasciato un’intervista al curaro sui compagni che disonoravano la maglia) è sempre stato il braccio armato in campo di Ferguson. Che anche oggi, nel momento dell’addio non ha negato il suo tributo al capitano: «Roy Keane è stato un giocatore fantastico per il Manchester United: il miglior mediano al mondo della sua generazione. E uno dei più grandi calciatori della storia illustre di questo club».
Nonostante la stima immutata, il patto d’acciaio tra questi due totem dell’ultimo ventennio dei red devils, che pareva indissolubile, aveva mostrato le prime crepe quest’estate. Un epilogo per certi versi inevitabile conoscendo la ruvida schiettezza di Keane e la permalosità di sir Alex. E così le accuse del capitano al manager nel ritiro portoghese per la preparazione estiva «troppo morbida», spezzano il legame. La prima risposta di Fergie fu di escludere il capitano dal primo impegno della squadra, mascherando da infortunio quella che era una punizione esemplare. Poi un infortunio vero e una riabilitazione stranamente lunga, condita di interviste rilasciate e poi smentite, hanno portato al brusco divorzio. Era già accaduto, con qualche differenza, con Beckham (passato al Real), con Stam (alla Lazio) e con Cantona (al cinema). Tanto per ricordare a tutti chi comanda a Old Trafford. LECHAMPIONS EUROPA
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