E adesso come fai a mandarlo via? Maurizio Sarri conquista il suo primo trofeo in carriera, regalando al Chelsea l’Europa League 2019. Un successo che, quasi certamente, eviterà al tecnico italiano un esonero già scritto e prolungherà la parmanenza a Stamford Bridge.
Il 4-1 dei blues all’Arsenal resterà negli annali, come il derby londinese più lontano dalla capitale britannica, quello che l’ha messa accanto a Buenos Aires, San Paolo e Madrid: le uniche città a vantare una stracittadina in una finale di coppa internazionale. Primo trofeo in bacheca per Sarri, l’ultimo che mancava invece a quella di Pedro, che ha confermato l’abitudine presa a Barcellona di andare a segno in ogni finale vinta.
Il successo dei blues è arrivato nella ripresa, dopo un primo tempo equilibrato e privo di acuti. Fanno eccezione il tiro dai venti metri di Xhaka che scheggia la traversa e il diagonale rasoterra dell’ex gunners Giroud deviato dall’ex blues Olivier Giroud. Il portiere ceco, all’ultima partita in carriera, non può nulla però al 48′ quando sempre Giroud, su un cross di Emerson Palmieri, riesce a sorprendere di testa in tuffo sia Koscielny che Cech. Conclusione spettacolare, gran gol: l’11mo nel torneo per il centravanti francese. Suo il primo vero lampo nella notte di Baku. Difficile pensare a un posto più improbabile e lontano per un derby di Londra: 4610 chilometri. Trasferta improponibile per molti tifosi delle due squadre e così si spiegano i tanti vuoti negli spalti del bellissimo stadio Olimpico di Baku. Al 60′ Pedro conclude al meglio un contropiede su assist di Hazard, con una conclusione sporca che sorprende un Cech, che fa capire perché Emery in campionato gli ha preferito Leno. E mentre il tecnico sta per mandare in campo Iwobi e Guendouzi, Maitland Niles non trova di meglio che atterrare Giroud. Al 64′ Hazard dal dischetto fa 3-0. Mezz’ora da giocare e la partita è già finita. Sorprendente l’inconsistenza dei gunners nella prima ora. Al 69′ Iwobi spara un missile dalla distanza che si infila sotto l’incrocio alla destra di Kepa. Nessuna riscossa. Passano un paio di minuti e arriva il 4-1 del Chelsea ancora con Hazard, che chiude in rete un triangolo con Giroud, in mezzo alle macerie della difesa dell’Arsenal. Prestazione disastrosa quella dell’Arsenal, che ripropone tutti i limiti caratteriali e tattici evidenziati nell’ultima stagione con Wenger e che Emery sembrava, in buona parte, aver risolto. E invece il tecnico spagnolo, capace di vincere tre volte l’Europa League col Siviglia, ha visto ridimensionare brutalmente la portata del proprio lavoro, finendo col ritrovarsi accomunato al suo predecessore: incapace di dare nerbo e solidità a un gruppo di giocatori di rara mollezza. I limiti dell’Arsenal, incapce di segnare a porta spalancata con Aubemayang all’82’ e poi un minuto dopo con il baby Willock, subentrato al quel che resta di Ozil. I demeriti dell’Arsenal, alla quarta sconfitta consecutiva in una finale europea (dopo quelle in Coppa delle Coppe nel 1995, Coppa Uefa nel 2000 e in Champions League nel 2006), che ci riproverà l’anno prossimo (seconda stagione di fila fuori dalla Champions per i gunners), non possono oscurare il successo del Chelsea.
La squadra del sud di Londra saluta nel miglior modo la partenza di Eden Hazard, il suo giocatore di maggior talento, destinato al Real Madrid. Giocatore che non verrà rimpiazzato, per il blocco al mercato imposto al club di Abramovich. Per questo i blues si aggrappano al trionfo in Europa League di Sarri, che arriva sei anni dopo quello ottenuto nel 2013 da un altro ex Napoli come Rafa Benitez, anche lui non amato dalla tutta la tifoseria del Chelsea. Il malcontento dei tifosi dei blues è noto: un gioco tutt’altro che spettacolare, scelte tattiche discutibili come quella di Kante mezzala destra anziché centromediano, la staffetta Kovacic-Barkley, il 6-0 contro il City in campionato.
Ma i risultati della prima stagione inglese di Sarri dicono: finale di coppa di Lega persa ai rigori col City, terzo posto in campionato e Europa League vinta. Ce n’è abbastanza per zittire critici e scettici, almeno per qualche settimana. Probabile che Baku sia la vera porta girevole: l’addio già deciso può diventare un imprevisto ma meritato arrivederci. LECHAMPIONS EUROPA

EUROPA LEAGUE 2018-19 – Finale / Baku, Stadio Olimpico

CHELSEA-ARSENAL 4-1 (0-0)

Chelsea: Kepa; Azpilicueta, Christensen, David Luiz, Emerson Palmieri; Kanté, Jorginho, Kovacic (75′ Barkley); Pedro Rodríguez (71′ Willian), Giroud, Hazard (89′ Zappacosta). Allenatore: Maurizio Sarri
Arsenal: Cech; Papastathopoulos, Koscielny, Monreal (66′ Guendouzi); Maitland-Niles, Torreira (67′ Iwobi), Xhaka, Kolasinac; Özil (77′ Willock); Lacazette, Aubameyang. Allenatore: Unai Emery

Arbitro: Rocchi (Italia)
Reti: 49′ Giroud, 60′ Pedro, 65′ Hazard su rigore, 72′ Hazard; 69′ Iwobi
Ammoniti: Pedro, Christensen

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