Questo è l’anno della verità. Quante volte si è sentito questo ritornello a proposito dell’Arsenal? 

William GallasDa quando è iniziata l’era Wenger praticamente dopo ogni cessione o ritiro importante. I gunners sotto la guida del tecnico francese sono sopravvissuti agli addii di Adams, Vieira, Henry, Bergkamp figurarsi se non potevano superare le partenze di Kolò Toure e Emmanuel Adebayor. Eppure quest’estate in molti erano pronti a celebrare la fuoriuscita dei gunners dal quartetto che negli ultimi anni ha dominato il calcio inglese ed europeo. Intoccabili Manchester United, Liverpool e Chelsea era l’Arsenal la maggiore indiziata a fare posto a Manchester City o Aston Villa. Invece Wenger in poche settimane ha fatto l’ennesimo “miracolo”, assemblando una squadra che diverte – come è sempre accaduto dal 1995 e come ribadito per un’ora all’Old Trafford contro lo United in questo campionato – e che nonostante la giovane età ha mostrato di avere carattere da vendere, vedi la rimonta in Champions League contro lo Standard Liegi.
Una squadra piena di talenti, tra i quali Andrej Arshavin è il più evidente e Thomas Vermaelen il più sorprendente. Ma il giocatore che finora ha impressionato più di tutti è William Gallas. Dopo aver perso la fascia di capitano lo scorso anno per via delle esternazioni contro “alcuni giovani che devono crescere e impegnarsi di più” (l’obiettivo era il connazionale Nasri), il centrale francese aveva avuto un calo di forma (non sostanziale ma evidente) che sembrava preludere a una partenza. Invece Wenger ha sempre detto di non voler rinunciare al suo difensore: “Ho cambiato capitano perché William ha sbagliato a dire quelle cose ma lui resta con noi a pieno titolo e continuerà a impegnarsi al massimo, non ho dubbi”.
Aveva ragione. Le sfide, la pressione, non hanno mai fatto paura a Gallas. Del resto è lui il giocatore che appena arrivato, nel 2006, si era candidato per prendere sulle spalle il numero 10 appena lasciato libero da Bergkmap, dopo il ritiro dal calcio dell’asso olandese. Numero pesante per tutti, stimolante per lui. Quest’anno è accaduto lo stesso. Dato per finito, sta sfoderando prestazioni monstre, soprattutto dal punto di vista atletico. Come confermato dallo stesso Wenger: “William Gallas ha iniziato la stagione in modo eccellente, il che dice tutto sulle sue qualità e il suo carattere. Tutti possono avere alti e bassi nella carriera ma la forma è conseguenza di come un giocatore si prepara e si comporta quaotidianamente. La sua professionalità è massima e i risultati si vedono”.
Impegno massimo e rendimento altissimo, aiutato anche da un cambio tattico: dopo la cessione di Toure al City, il 32enne ex terzino del Chelsea è stato spostato da Wenger a destra nel centro della difesa dei gunners, con Vermaelen a sinistra. I due insieme funzionano alla meraviglia. Non solo nella fase difensiva, come ovvio e lecito aspettarsi, ma anche negli sganciamenti offensivi, mai così produttivi. Se il giovane difensore belga prelevato in estate dall’Ajax per 12 milioni di euro ha già segnato 5 reti in 11 partite, Gallas può comunque vantare tre reti nello stesso numero di gare. Numeri pesanti che aumentano il potenziale offensivo di una squadra che ha già tanto. Soprattutto Gallas e Vermaelen danno nelle gare più bloccate una dimensione extra, che consente all’Arsenal di trovare la rete in modo meno “convenzionale” e quindi meno prevedibile dalle difese avversarie. Una partnership vincente che, unitamente all’utilizzo a tempo pieno di Arshavin, alla crescita di Fabregas e Van Persie, al recupero di Walcott e Rosicky, potrebbe spingere i gunners a migliorare i risultati dello scorso anno anche in Champions League. Si trattava di semifinali. ECL

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