
Gli ospiti portano gol e spettacolo a Glasgow e Budapest.
Ad Ibrox Park i Rangers speravano di aggiungere tre punti a quello conquistato all’esordio in Germania contro lo Stoccarda. A secco di reti nelle ultime tre uscite casalinghe, Walter Smith cambia il centravanti titolare preferendo Steven Naismith a Kenny Miller. Una scelta che avrebbe avuto ben altro successo se l’arbitro svedese Jonas Eriksson avesse concesso nel primo tempo un nettissimo rigore sulla punta scozzese provocato da un’entrata sciagurata di Konko, che avrebbe dovuto essere punita con l’ulteriore sanzione del cartellino rosso. Incredibilmente invece il direttore di gara finge di non vedere, o meglio di considerare l’intervento regolare. Decisione scandalosa. Scampato il doppio pericolo il Siviglia controlla senza troppa fatica i tentativi dei Rangers che confermano le difficoltà offensive mostrate già in campionato. Nella ripresa al 50′ il Siviglia apre il conto proprio con Konko che di testa mette alle spalle di McGregor. Il vantaggio degli andalusi cambia la partita: i Gers si disuniscono e in 24 minuti grazie alle alter reti di Adriano, Luis Fabiano e Kanouté, gli ospiti replicano il 4-0 inflitto all’Athletic Bilbao al San Mames nel weekend. Il gol (inutile ma bellissimo) della bandiera per i padroni di casa arriva con Nacho Novo all’88’, quando nello stadio ormai non c’è quasi più nessuno. Lo Stoccarda domina il primo tempo a Bucarest nello stadio dello Steaua contro l’Unirea Urziceni. Tedeschi in vantaggio al 5′ grazie a Tasci. La squadra di Babbel domina in lungo e in largo, mettendo in evidenza il divario che ancora separa i campioni di Romania dalle maggiori squadre continentali. Ma l’incapacità dei tedeschi di concretizzare è evidente. E viene punita a inizio ripresa da Dacian Varga che iscrive il suo nome nella storia del club, segnando l’1-1 ma soprattutto il primo gol del club nelle competizioni europee. Un gol che siginifica anche primo punto in classifica.
Mentre la Fiorentina superava il Liverpool 2-0, il Debrecen veniva annichilito dal Lione con un umiliante 4-0. Dopo la sconfitta di misura ad Anfield, i campioni d’Ungheria speravano di regalare ai propri tifosi una serata memorabile contro l’Olympique Lione. E lo è stata. Sino al calcio d’inizio. Costretti a giocare a Budapest nello stadio nazionale intitolato a Ferenc Puskas, i ragazzi di Herzog sembravano impietriti dall’emozione (che non avevano tradito all’esordio in Inghilterra) o forse semplicemente schiacciati dalle aspettative di un’intera nazione: fermi come statue. Problemi che non sfioravano l’esperta squadra transalpina, che al 3′ passava in vantaggio con Kallstrom, al 13′ raddoppiava con Pjanic e segnava il 3-0 con Govou al 24′. Tre gol in 21′. Inutile infierire oltre. Questo almeno il pensiero degli ospiti che pian piano consentivano ai padroni di casa di mettere insieme qualche fraseggio. Rilassamento non condiviso da Claude Puel che continuava a incitare i suoi pretendendo maggiore aggressività. Il 4-0 arrivava grazie a Gomis che sfruttava l’ennesimo errore difensivo dei locali, scavalcando con un comodo pallonetto l’ex leccese Poleksic, protagonista di una serata da dimenticare (su almeno tre gol c’è il suo contributo).
Ben altro livello di gioco e d’esperienza al Camp Nou nella sfida tra i campioni d’Europa del Barcellona e la Dynamo Kiev, che 12 anni fa aveva regolato i blaugrana in casa loro 4-0. Di quella lezione di gioco è rimasto ben poco. Gazzaev aveva promesso di bloccare i campioni d’Europa: “Gli abbiamo studiati bene, sappiamo cosa fare”. I primi venticinque minuti sono la prova che non mentiva: la Dynamo mette in costante difficoltà la difesa di casa e sfiora il gol in almeno tre occasioni. Al 26′, al primo affondo, Leo Messi piazza il guizzo che cambia la gara. La Dynamo sa che il treno delle opportunità è passato e non ripasserà più. Il Barcellona prende controllo della gara e c’è spazio per un bel gol di Pedrito subentrato nella ripresa a Iniesta, ancora a corto di condizione. La squadra di Guardiola guida il girone F a punteggio pieno, con tre punti di vantaggio sulla Dynamo, quattro sull’Inter e cinque sul Rubin Kazan, dopo l’1-1 tra i nerazzurri e i campioni di Russia.
L’Olympiacos di Zico si è presentato a Londra sulla scia di quattro successi di fila dopo l’esonero del tecnico georgiano Temuri Ketsbaia. Ma all’Emirates Stadium si è vista solo una squadra: l’Arsenal. I ragazzi di Wenger hanno dominato il primo tempo ma senza riuscire a segnare. Nella ripresa il dominio è proseguito e sul finire della gara sono arrivati anche i gol. Il primo al 78′ per merito di Van Persie, il secondo all’86’ con un memorabile colpo di tacco di Andrej Arshavin, eseguito in solitudine nell’area piccola (Zico dovrà lavorare parecchio sulla difesa) con la naturalezza che gli è abituale e che permette al fuoriclasse russo di far sembrare tutto facile. Gunners a punteggio pieno e che registrano ancora una buona prestazione in porta di Mannone: il portiere italiano ha lavorato poco ma lo ha fatto benissimo nell’unica occasione in cui è stato chiamato in causa. Chi manca l’appuntamento con la vittoria è l’AZ di Koeman che si fa raggiungere al 91′ dallo Standard Liegi con Moussa Traore. Gli olandesi pur giocando meglio non hanno mai convinto appieno, ma dopo l’1-0 di Mounir El Hamdaoui sembravano sufficientemente in controllo. Non era così: le svirgolate e le disattenzioni sul cross di Bolat che hanno messo Traore in condizone di appoggiare da pochi passi sono imperdonabili a questo livello. ECL
I risultati della seconda giornata
Gruppo E
Fiorentina-Liverpool 2-0
Debreceni VSC-Olympique Lione 0-4
Gruppo F
Rubin Kazan-Inter 1-1
Barcellona-Dynamo Kiev 2-0
Gruppo G
Unirea Urziceni-Stoccarda 1-1
Rangers-Siviglia 1-4
Gruppo H
Arsenal-Olympiacos 2-0
AZ Alkmaar-Standard 1-1
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