
Il Cska vince in casa il derby col Levski, spedendo in Russia i migliori giocatori dei rivali.
Quando nel mondo del calcio si pensa di aver visto o sentito tutto, arriva sempre qualcuno con una nuova furbata. No, non stiamo parlando di rigori inesistenti o fallacci non visti dall’arbitro. Ma di qualcosa di più astuto da una parte e di più ingenuo dall’altra.
Tutto comincia giovedi scorso: nella sede del Levski arriva un fax su carta intestata del Rubin Kazan (squadra campione di Russia, impegnata nel girone dell’Inter in Champions League) dove si manifesta l’interesse all’acquisto dei quattro migliori giocatori della formaizone bulgara: Zhivko Milanov, Darko Tasevski, Zé Soares e Youssef Rabeh. Per il quartetto il Rubin offre quasi quattro milioni di euro, un’ottima offerta per i dirigenti del Levski, molto preoccupati per la pessima situazione economica del club.
Oltre all’offerta il fax contiene anche una richiesta: i giocatori devono subito partire per la Russia per effettuare le visite mediche e perfezionare i contratti con il Rubin Kazan “decimato dall’influenza suina” e che proprio per questo “ha ottenuto in via eccezionale un permesso straordinario dalla Uefa per la riapertura del mercato”.
Particolare: la convocazione arriva in prossimità dell’atteso derby contro il Cska. La coincidenza temporale non insospettisce nessuno, piuttosto si pensa alla sfortuna e all’impossibilità di dire no a una simile proposta. Il pesce abbocca: nella conferenza stampa i dirigenti del Levski spiegano che la rinuncia ai quattro migliori atleti, “seppur sofferta e dolorosa, è inevitabile e avrebbe garantito i soldi per il futuro del club”.
Nonostante lo scetticismo di alcuni – il mercato era chiuso e non c’erano notizie di alcuna epidemia influenzale russa – i quattro giocatori partono per Mosca accompagnati e bendetti da alcuni dirigenti del Levski. Ad attenderli un pesce d’aprile fuori stagione: a Sofia i documenti per l’ingaggio dei quattro non arrivano e la dirigenza del Levski cerca invano di contattare il numero telefonico indicato nel fax. Capita l’antifona, la spedizione decide di fare dietrofront con l’intento di arrivare in tempo a Sofia per l’inizio del derby col Cska. Ma l’aereo atterra in Bulgaria solo quando il match è già finito: 2-0 per i padroni di casa e via a festeggiamenti e sberleffi. Non solo per il risultato finale. ECL