
Dopo Mancio, Platt. Sven Goran Eriksson sulla panchina del Notts County vuole un ex doriano. Ma i tifosi non ne vogliono sapere.
Troppo fantasioso accostare il nome di Roberto Mancini a quello di una squadra che milita nella quarta serie in Inghilterra? Forse. Ma quando si tratta del Notts County tutto è possibile. Almeno da quando il controllo del club calcistico più antico del mondo è stato preso da un consorzio arabo. Chi siano questi arabi nessuno lo sa con precisione. Lo stesso Eriksson, direttore generale del club, ha ammesso di non averli mai incontrati: “Sì, ho firmato un contoratto ma non so chi siano i proprietari. Ho incontrato solo dei rappresentanti. Ma sino a quando arrivano i soldi non c’è problema e i soldi finora sono arrivati puntuali per soddisfare ongi nostra richiesta”. L’obiettivo dichiarato dalla nuova proprietà è portare il club in dieci anni sul tetto della Premiership. E per far questo si è partiti ingaggiando l’ex tecnico della nazionale inglese, col compito di riorganizzare squadra e società.
Il primo problema è il campo. I bianconeri fanno fatica in campionato: nulla di compromesso ma la vetta dista quattro punti. Da qui il licenziamento di McParland e la ricerca di un nuovo manager. Sven Goran Eriksson un pensiero per Mancini lo ha sicuramente avuto. Ma rimarrà tale.
L’Italia comunque è in qualche modo coinvolta nel futuro imminente del club bianconero, perché Eriksson ha avuto alle sue dipendenze oltre che il Mancio anche con David Platt. Lo svedese sedeva sulla panchina della Sampdoria quando nel 1993 il forte centrocampista inglese approdava in blucerchiato dopo le ottime annate nel Bari (1991-92) e nella Juventus (1992-93). Giocatore intelligente, capace di inserirsi alla perfezione negli spazi: una via di mezzo tra Lampard e Hamsik. Tra Inghilterra e Italia l’interno inglese ha disputato 423 gare segnando 151 gol.
Il 43enne di Chadderton scrive di tattica per il mensile FourFourTwo e in panchina può vantare due esperienze non proprio esaltanti. Sia alla guida dell’Under 21 inglese che del Nottingham Forest ha ottenuto risultati deludenti. E sono soprattutto i trascorsi da giocatore e allenatore nell’altro club cittadino a inquitare la tifoseria del Notts County che ha già manifestato apertamente il suo dissenso: “Non ha mai vinto nulla da tecnico e i due anni col Forest sono stati pessimi. Non lo vogliamo. Ci sono tanti allenatori a spasso meglio di lui”.
Tra i quali Neil Warnock (che ha guidato il Notts County in passato) e Graham Taylor (altro ex ct inglese) che si sono autocandidati. Ma Eriksson, a meno che non accetti davvero la proposta della federazione sudcoreana di guidare la Corea del Nord, pensa invece che Platt sia l’uomo giusto per dare alla squadra quel che manca: ambizione e convinzione. Requisiti necessari per un progetto iniziato benissimo con l’ingaggio di Sol Campbell: il 35enne difensore inglese però ha deciso di giocare solo una partita coi bianconeri perché “le strutture non sono quelle che mi aspettavo. Non me la sento di attendere anni per avere un ambiente con strutture all’altezza degli obiettivi”. I dirigenti hanno rivelato che Campbell sia rimasto deluso dagli spogliatoi: “In verità non sappiamo nemmeno cosa si aspettasse”. Conoscendo la bizzarria del personaggio la spiegazione è verosimile.
Alla ‘fuga’ dell’ex stopper di Tottenham e Arsenal non ha fatto seguito un acquisto di nome ma un’altra partenza: quella di Ian McParland, sostituito da Dave Kevan e Michael Johnson entrambi ex giocatori delle gazze e finora impegnati nel settore giovanile. Il prossimo secondo molti sarà Eriksson. Lui nega: “Io ho firmato per cinque anni. Ci vuole tempo per fare le cose. Non sono deluso né penso di abbandonare. Sto lavorando per scegliere il migliore allenatore per noi”. ECL