
Jose Mourinho ha sempre ragione.
All’andata aveva detto di tenere solo Pippo Inzaghi: era sembrata la solita provocazione per mettere in difficoltà il collega di turno, due settimane dopo scopriamo che era un consiglio. Il numero 9 rossonero è subentrato a mezzora dalla fine all’inesistente Ronaldinho (questi ritmi lo travolgono: potrebbe essere più utile nell’ultimo quartio di gara quando gli altri camminano). Nell’arco di dieci minuti Inzaghi ha realizzato una doppietta che non ha cambiato l’inerzia della partita ma ha ribaltato il risultato e riportato il centravanti milanista in cima alla classifica degli eurobomber a quota 70, superando Gerd Muller e agguantando Raul. Un primato raggiunto con le qualità che non hanno mai abbandonato questo mostro di opportunismo: sgraziato e scoordinato quanto puntuale e efficace. Solo lui, abituato a giocare secondo movimenti propri (come sprintare sulla linea del fuorigioco), tra i milanisti poteva trovare un gol, anzi due, contro un Real Madrid che ha dominato la gara.
Lo scorso anno a San Siro i Blancos (allenati da Pellegrini) a San Siro avevano paerggiato 1-1 pur giocando meglio del Milan; stavolta è finita 2-2 ma il gap tra le due formazioni è aumentato. Enormemente. Movimento, velocità, sovrapposizioni: il Milan è stato surclassato. La fotografia delle difficoltà milaniste è la memorabile “doppia parata” di Andrea Pirlo, che salva di piede e di testa una doppia conclusione a botta sicura: è l’unico lampo del regista rossonero completamente tagliato fuori dal gioco, lui che doveva costruirlo. Pato in avanti è stato l’unico a tentare qualcosa, finendo però spesso con l’incartarsi contro la difesa schierata. Incapaci di organizzare una manovra e neppure un contropiede, i rossoneri hanno retto grazie a Gattuso, Nesta e Thiago Silva: eroici. Gli unici a non perdersi nella girandola di passaggi e fraseggi esibiti dal Real. Mourinho ha “barcellonizzato” il Madrid: se l’Inter con lui difendeva basso e prediligeva il contropiede, al Real si gioca nella metà campo avversaria e la palla gira in continuazione. Anche troppo, perché nonostante il dominio i madrileni trovano entrambi i gol solo in chiusura delle due frazioni: con Higuain al 45′ e al 94′ con Pedro Leon, servito benissimo da Benzema. Due reti che stringono a sandwich la doppietta di Inzaghi. Al 68′ l’eurobomber milanista è bravissimo a sfruttare una papera di Casillas su un cross innocuo: solo Superpippo poteva essere lì e credere a un possibile errore del portiere. Dieci minuti dopo Casillas esce su Inzaghi saltandogli quasi addosso per stoppare l’eventuale pallonetto, per ritrovarsi invece beffato da un rasoterra che gli passa sotto i piedi. In dieci minuti, in due azioni, in due gol, viene condensata la spiegazione del perché Inzaghi trovi sempre la rete: cambiano le squadre, gli allenatori, gli schemi, i compagni, gli avversari ma i suoi gol restano identici. Sempre uguali perché frutto del suo istinto e della sua intelligenza calcistica: Inzaghi non crea gioco, lo sugella. ECL
UEFA Champions League 2010-11 – Fase a gironi: 4a giornata / Milano, San Siro
MILAN-REAL MADRID 2-2 (0-1)
Milan: Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso (Seedorf 85′), Pirlo, Boateng; Pato (Ambrosini 72′), Ibrahimovic, Ronaldinho (Inzaghi 59′). Allenatore: Allegri
Real Madrid: Casillas; Sergio Ramos, Pepe (Pedro Leon 80′), Carvalho, Marcelo; Xabi Alonso, Khedira; Di Maria, Ozil (Albiol 95′), Cristiano Ronaldo; Higuain (Benzema 73′). Allenatore: Mourinho
Arbitro: Webb (Inghilterra)
Reti: Inzaghi 68’, 78’; Higuain 45’, Pedro Leon 94′
Ammoniti: Boateng, Abate, Ibrahimovic, Gattuso; Pepe, Carvalho
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