Solo 1-0. Il Deportivo si deve accontentare, al termine di una partita che ha ricordato, per andamento e punteggio, in modo imperssionante il quarto di finale disputato il giorno prima.
Sono le strane coincidenze del calcio. Wayne Rooney mette a segno una rovesciata epocale, e pochi giorni dopo Jimmy Briand ne fa una uguale. Più o meno la stessa cosa accade nella Concacaf Champions League: episodi fotocopia ma, a differenza dei gol di Rooney e Briand, molto meno memorabili. Infatti dopo il derby messicano tra Toluca e Monterrey, condizionato dall’espulsione tra i padroni di casa di Luis Arias al 10′; anche il successo del Deportivo Saprissa sull’Olimpia è stato favorito dall’espulsione al decimo minuto di Oscar Boniek da parte dell’arbitro Walter Lopez. Ottanta minuti in inferiorità numerica sono un handicap difficile da sopportare e l’Olimpia, proprio come il Toluca nell’altro quarto di finale, non è riuscita nell’impresa di difendere almeno lo zero a zero. Ma per come è maturata anche la sconfitta con un solo gol di scarto non può essere considerata negativamente.
Che l’espulsione di Boniek abbia penalizzato gli honduregni è indubbio, anche perché erano stati gli ospiti ad aver avuto l’occasione migliore per sbloccare il risultato con Bruschi, ma la conclusione ospite viene salvata sulla linea da Oscar Duarte. Da lì comincia il monologo del Deportivo Saprissa che produce dopo pochi minuti il gol-partita con Alonso che supera Noel Valladares. Dopo l’1-0 fioccano le occasioni per il raddoppio: Centeno al 36′ vede la sua punizione deviata sulla traversa da Valladares; il portiere ospite si ripete al 71′ sulla punizione di Solis e al quarto minuto di recupero su una conclusione ravvicinata di Martinez. Se l’Olimpia tiene vive le speranze di passaggio del turno lo vede, esclusivamente, alla serata di grazia del suo numero uno. ECL
©LECHAMPIONS.it. Tutti i diritti riservati/All rights reserved.