Ignacio Piatti (San Lorenzo)
Ignacio Piatti (San Lorenzo)
Ignacio Piatti (San Lorenzo)

Tutto cominciò con dei ragazzini che giocavano per le strade di Almagro, sfidando le squadre dei quartieri rivali. Questi ragazzi erano i “Forzosos d’Almagro”: ragazzi di quartiere che avevano nel pallone una ragione di vita, un pane capace di lenire ogni fame e dare una ragione per spingersi più in là, oltre l’ostacolo. Le sfide nelle viuzze del paese: il calcio nella sua essenza più pura. Da gioia del quartiere, questo calcio cominciò a diventare pericoloso quando Almagro iniziò a crescere, urbanizzarsi: spuntarono tram, autovetture, e i ragazzini erano in pericolo per strada. Quando uno dei calciatori in erba dei Forzosos perse la vita, investito da un tram, padre Lorenzo, un prete salesiano, decise che le partite da quel giorno in poi si sarebbero disputate nel cortile del suo oratorio (o meglio, della parrocchia di Calle Mexico). Il prete volle preservare la vita dei campioncini: così facendo, senza sapere, Lorenzo tenne in vita un miracolo che anni più tardi sarebbe diventato uno dei più grandi club della storia del calcio argentino. Stiamo parlando ovviamente del Club Atletico San Lorenzo de Almagro, gloriosa realtà argentina capace a più riprese di spezzare il dominio delle squadre di Buenos Aires e di vincere ben 15 campionati.

Nonostante questa grande tradizione e un palmares di tutto rispetto, “El Ciclon” non è mai riuscito ad agguantare il trofeo più prestigioso, sognato da tutte le squadre sudamericane, vero punto di arrivo per ogni calciatore del continente latinoamericano: la Copa Libertadores. Non che il San Lorenzo non ci abbia provato: tre volte in semifinale (quella col Bolivar sarà la quarta), la squadra di Almagro è sempre stata eliminata. Una barriera invalicabile, una mancanza che brucia sulla pelle della “Gloriosa Buteler“, l’appassionata tifoseria del San Lorenzo, terza per sèguito dietro Boca e River. La “hinchada” chiede a gran voce un titolo sognato da 80 anni: riuscirà il San Lorenzo versione 2014 a regalare questa gioia ai propri tifosi? Le premesse sembrano esserci e in parecchi sono pronti a scommettere sugli argentini.

El Ciclon è reduce da una vittoria nell’Apertura 2013, mentre il Clausura non è stato all’altezza, con un anonimo decimo posto finale. Ma la squadra di Edgardo Bauza era già alle prese con la fase finale della Copa. Bauza, vero condottiero di questa squadra, è un allenatore che sa come vincere la Libertadores. Da giocatore era un arcigno difensore, di quelli tosti, vice-campione del mondo con l’Argentina nel ’90; da allenatore è diventato un fine tattico e un gran motivatore, capace di portare al trionfo nella “Champions sudamericana” gli ecuadoriani della Liga Universitaria de Quito, carneadi prima outsider poi. Insomma, Bauza è uno di quelli bravi.

La Copa è vera ossessione e obiettivo dichiarato dalla dirigenza dei “Cuervos”, col presidente Lammens che spera di essere il primo a portare la coppa più ambita ad Almagro. Dirigenza che conta non solo sulla bravura dei calciatori ma anche sull’aiuto di alte sfere: infatti, tifoso numero uno del San Lorenzo, papa Bergoglio non hai mai nascosto la sua gioia ad ogni vittoria dei “Gauchos de Boedo”. Il 24 luglio il San Lorenzo godrà di preghiere speciali: anche in questo ripongono le loro speranze i tifosi argentini.

Decisamente più terreno il mix d’esperienza e talento che caratterizza la rosa del San Lorenzo, impreziosita da due punte di diamante come Ignacio Piatti e Leandro Romagnoli. Il primo, trequartista di talento, con dei trascorsi sfortunati in Italia con la maglia del Lecce, sta dando il meglio di sé in questa competizione. Già tre gol all’attivo e svariati assist, “Nacho” è il giocatore su cui puntare per scardinare le difese avversarie. Romagnoli è un centrocampista offensivo di grande esperienza, dal trascorso glorioso con lo Sporting di Lisbona, spesso chiamato a risolvere le partite partendo dalla panchina: piedi buoni e cervello.
Insomma, sembra arrivato il momento per il San Lorenzo di abbattere il tabù: il 24 la sfida contro il
Bolivar vale molto di più di una semplice partita. Riusciranno i “ragazzi dell’oratorio” a superare anche quest’ostacolo ed avvicinarsi alle porte del paradiso (calcistico)? LECHAMPIONS AMERICA

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