Non puoi pensare di liquidare Johan Cruyff con un “grazie tante per i consigli ma faremo diversamente”. Questo invece è quel che ha fatto la dirigenza dell’Ajax, spinta dai risultati negativi a chiedere lumi all’uomo simbolo del calcio olandese per poi accantonarne le risposte. Il nuovo coinvolgimento di Cruyff nelle sorti dell’Ajax, è stato voluto dalla presidenza dei Lancieri lo scorso febbraio, nella speranza di guadagnare e tempo e maggior rispetto da parte della tifoseria, delusa da gioco (pessimo), risultati (non vince in campionato da sette anni) e operazioni di mercato (cessione di Luis Suarez e nessun sostituto di livello).
Il declino dell’Ajax è oggettivo e prolungato. Sulle cause Cruyff ha idee molto nette, che non ha esitato a girare alla dirigenza, che però una volta ascoltato il parere lo ha bollato come “impossibile e inaccettabile”. Reazione che ha provocato la controreplica di Cruyff: “Inutile pensare di salvare questo club con questi dirigenti. Non capiscono nulla di calcio e ogni discorso cade nel vuoto. Sono attaccati alle poltrone e pensano solo a quelle”.
Discorso che non brilla per diplomazia ma è innegabile che dell’Ajax attuale ci sia davvero poco da salvare. E Cruyff questo aveva detto: “L’Ajax è una società di calcio e va gestita da persone che conoscono il calcio. Da persone che sanno cosa serve per tornare alla vittoria, con stile e nel rispetto della filosofia e della tradizione di questo club”. Non solo. “L’Ajax ha una tradizione di calcio tecnico e offensivo. L’ha smarrita negli anni a causa di scelte assurde anche a livello di settore giovanile. Anche lì bisogna azzerare e ricostruire, anzi dal punto di vista tecnico è proprio da lì che bisogna ripartire”. Premessa cui è seguita una serie di indicazioni dettagliate su cosa fare, quale direzione intraprendere e a chi affidare la missione di rilancio. Nessuna formula fumosa, al contrario indicazioni dettagliate: nomi di dirigenti che avrebbero dovuto essere licenziati o spinti alle dimissioni; nuovo organigramma tecnico, con più poteri all’attuale allenatore Frank De Boer e l’inclusione nello staff di Dennis Bergkamp e Wim Jonk. Idee chiare, forti, precise. Fin troppo. Al punto che l’amministratore delgato Rik van den Boog ha dovuto stoppare Cruyff, sottolineando che la dirigenza non poteva essere “ridimensionata al rango di notai delle sue volontà”.
La questione si sarebbe chiusa lì, se Cruyff non avesse rivelato alla tv olandese il contenuto dei colloqui, invitando tutti i tifosi dell’Ajax a battersi per la salvezza della propria squadra e la cacciata dei vertici del club. Appello subito raccolto e che ha prodotto risultati immediati: nel giro di appena tre giorni sono arrivate le dimissioni dei dirigenti sotto tiro. Uri Coronel, presidente dell’Ajax, ha dovuto ammettere la sconfitta: “Tutto questo caos non fa bene al club. Toglie serenità e stabilità. Ma purtroppo Cruyff in Olanda è visto come un semidio o addirittura un dio vero e proprio e non puoi averlo contro. Non potevano seguire le sue indicazioni: licenziare otto dipendenti con contratti in corso per circa un milione di euro. E questa è una cosa che lui ci ha chiesto, e avrebbe avuto gravi conseguenze finanziare per il nostro club, non potevamo accettare”. La prossima tappa dovrebbe essere un’assemblea straordinaria nella quale si discuterà se accettare o rigettare in blocco il piano-Cruyff. ECL
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