Tre minuti per liquidare la pratica Juventus, il resto per mettere in mostra la classe di Cristiano Ronaldo e l’abisso che separa il meglio del calcio italiano dal tetto d’Europa.
Il 3-0 con cui gli spagnoli hanno chiuso il discorso qualificazione alle semifinali dell’Uefa Champions League 2018 già a Torino mette a nudo l’imbarazzante differenza di valori tra una squadra che da sette anni sta riscrivendo la storia del calcio italiano e uno dei Real più discontinui degli ultimi decenni. Il primo indizio già nel pregara: lo Stadium, stracolmo, bellissimo, in versione serata di gala, sembrava uno stadietto, assolutamente inadeguato per un quarto di finale di Champions. Un gioiellino buono per il campionato svizzero, niente a che vedere con il gotha d’Europa o con lo stesso Sanchez Pizjuan, dove il Bayern ha battuto 2-1 in rimonta il Siviglia di Vincenzo Montella.
Ma non si trattava solo della cornice. La stessa distanza che separa la casa della Juve dal Bernabeu è quella che divide le due squadre. La Juventus in Europa, contro rivali di questo calibro, fa la figura che in Italia è abituale per le sue avversarie quando la incrociano: fuochi d’artificio e tante illusioni (contro rivali mediocri), seguite da delusioni puntuali nei confronti diretti con la corazzata bianconera. La Juve contro il Real, ricordava il Milan visto tre giorni prima contro i bianconeri: tanto cuore, tanto affanno ma appena gli avversari accelerano non c’è più partita.
Aver reso la vittoria del campionato scontata dovrebbe essere un merito, in realtà ha reso più complicata la conquista della Champions. Il settennato bianconero ha allontanato la serie A dalla Premier League inglese e l’ha avvicinata a quella scozzese, con la Juve nei panni del Celtic: la domenica ridotta a blando allenamento per i martedì e mercoledì di coppa, che diventa un trofeo importante a fine stagione dietro cui nascondere l’ennesima delusione.
Mai in partita, la Juventus esce comunque a testa alta. Per merito dei suoi tifosi: gli applausi con cui lo “stadium” ha salutato la splendida rovesciata di Ronaldo al 64′, che valeva il provvisorio 2-0 madrileno, sono il giusto tributo a una giocata che rimarrà negli occhi e nella storia recente del torneo. Con quella rovesciata Ronaldo ha sì messo fine alle speranze della Juventus, ma ha regalato un prezioso salvagente ad Allegri, Buffon e Barzagli, che nel dopogara hanno preferito enfatizzare quel lampo anziché spiegare tutto quel che ha preceduto e seguito quel prodigio. I soliti errori, già visti a Cardiff, che puntualmente spianano la strada al Real.
Solo Higuain sembrava a suo agio contro la sua ex squadra: da Dybala in giù nessuno trasmetteva tranquillità o sicurezza. L’impressione è che anche i tre monumenti della difesa Buffon, Barzagli e Chiellini, fossero costretti a forzare per reggere il confronto. E quando sei al limite, il fuori giri è dietro l’angolo. Dovevano essere il traino si sono rivelati un’ancora: la squadra non si è mossa da Cardiff. Bonucci e Dani Alves erano parte del problema, non il problema. Via tutti e due la Juve non ne ha risentito in campionato, anzi, ma ha fatto ancora meno strada in Europa. Non è un problema di singoli e nemmeno dì allenatore, il problema è un campionato mediocre, sempre più lontano dai ritmi e dall’intensità dei migliori tornei continentali: Premier, Liga e Bundesliga.
Sorteggi favorevoli possono anche farti arrivare in finale ma il conto prima o poi ti viene presentato. La Juventus andrà a Madrid per regalarsi un’uscita di scena onorevole. La merita: per poco che sia, al momento, è di gran lunga il meglio che può offrire l’Italia. LECHAMPIONS EUROPA
UEFA Champions League 2017-18 / Quarti di finale, andata – Torino, Juventus Stadium
JUVENTUS-REAL MADRID 0-3 (0-1)
Juventus: Buffon; De Sciglio, Barzagli, Chiellini, Asamoah (69′ Mandzukic); Douglas Costa (69′ Matuidi), Khedira (75′ Cuadrado), Bentancur, Alex Sandro; Dybala; Higuain. (Szczesny, Rugani, Lichtsteiner, Marchisio). Allenatore: Allegri
Real Madrid: Keylor Navas; Carvajal, Varane, Sergio Ramos, Marcelo; Kroos, Casemiro, Modric (82′ Kovacic); Isco (75′ Asensio); Benzema (59′ Lucas Vazquez), Cristiano Ronaldo. Allenatore: Zidane
Arbitro: Cakir (Turchia)
Reti: 3′, 64′ Ronaldo; 72′ Marcelo
Ammoniti: Bentancur; Sergio Ramos, Kovacic.
Espulso: Dybala (66′)