E’ possibile che due Nazionali si contendano un giocatore? Sì, anzi sembra la moda del momento. Ovviamente quando si parla di giocatori di qualità. E’ il caso del 18enne Adnan Januzaj, passaporto belga, origini albanesi-kossovare, dall’età di 16 anni al Manchester United, ancora indeciso se vestire la maglia della nazionale belga, albanese, kossovara o quella… inglese!. Col giocatore che aspetta di sapere chi offre il pacchetto migliore tra Belgio e Inghilterra (già si lavora per trovare una soluzione che riduca i 5 anni richiesti per l’ottenimento della cittadinanza); mentre le altre due non sono prese nemmeno in considerazione perché ancora non abbastanza competitive (Albania) o non iscritte a Fifa e Uefa (Kossovo).
In tanta indecisione, netta e quasi anacronistica la presa di posizione del ct del Belgio Marc Wilmots: “Io non offro un bel nulla. Adnan è nato in Belgio, dovrebbe essere contento di essere selezionato, se lo sarà, e orgoglioso di giocare per la sua nazionale. Di certo non gli garantirò il posto in squadra per averlo. Non lo farei mai, per nessun giocatore, non capisco come si possano pretendere queste cose”. Lineare, chiaro, ineccepibile.
Ma il trend che va per la maggiore, va in direzione opposta. Esemplare il caso di Diego Da Silva Costa: l’attaccante brasiliano in forza all’Atletico Madrid ha deciso, in vista dei prossimi Mondiali, di mettersi a disposizione della nazionale spagnola. Classe 1988, brasiliano di nascita ma naturalizzato spagnolo, Diego Costa – capocannoniere della Liga con 11 gol in 10 partite e tanti saluti a Falcao passato l’estate scorsa dai ‘Colchoneros’ al Monaco di Claudio Ranieri – nonostante abbia già indossato la maglia verdeoro in due amichevoli contro Russia e Italia (contro gli azzurri giocati 20′), ha espresso l’intenzione di segnare per la ‘Roja’ in un atto notarile inviato alla federcalcio brasiliana (Cbf) e alla Fifa. Divertente immaginarlo in un Spagna-Brasile mentre intona entrambi gli inni nazionali o si forza a non cantare quello brasiliano.
Stando a quanto riporta la versione online del quotidiano El Pais, la Cbf ha subito respinto al mittente la richiesta comunicando a sua volta alla Federazione spagnola l’intenzione del ct sudamericano Scolari di convocare Diego Costa per le prossime amichevoli di novembre contro Honduras e un altro avversario da definire. Convocazione che la stessa Federazione spagnola avrebbe già voluto fare in occasione degli scorsi impegni delle Furie rosse contro Bielorussia e Georgia per le qualificazioni mondiali. Ma il transfer pro Spagna non è mai arrivato e ora si capisce meglio il perché.
Il documento firmato da Diego Costa però cambia la situazione e apre le porte ad una possibile nuova convocazione da parte di Del Bosque per le prossime due amichevoli contro Angola (15 novembre) e Sudafrica (19 novembre). Ma il Brasile non ci sta, anche perché dare il via libera significa rafforzare una concorrente diretta al prossimo Mondiale. Come si vede anche le nazionali sono costrette a confrontarsi in termini di “mercato”. Una china davvero avvilente. Il presidente della Federcalcio brasiliana Josè Maria Marin promette battaglia: “Lotteremo finché ci sarà possibile farlo. Ci siamo sempre messi a disposizione del giocatore e abbiamo manifestato il nostro desiderio di averlo con noi, abbiamo fatto tutti gli sforzi che dovevamo fare, rispettiamo la sua decisione, tocca a lui l’ultima parola, ma questo non vuol dire che il caso si possa considerare chiuso. Ci muoveremo dentro i regolamenti previsti dalla Federazione e della Fifa, ho un buon rapporto con la Federcalcio spagnola, ma il Brasile andrà avanti su questa vicenda”. Meno diplomatici e giustamente irritati, se non offesi, il ct del Brasile, Felipe Scolari: “Diego Costa sta voltando le spalle al sogno di milioni di persone. Un giocatore brasiliano che rifiuta di vestire la maglia della propria nazione deve essere automaticamente escluso” e il direttore giuridico della Cbf, Carlo Eugenio Lopes: “E’ chiaro che il motivo della sua scelta sia dovuto a motivazioni finanziarie e che ha subito molta pressione da parte della federcalcio spagnola”. Diego Costa sceglierà l’esclusione o l’accoglienza (eufemismo) che gli sarà riservata per il ritorno in patria? ECL EUROPA
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