


Una barzelletta durata poche ore: “Niente più Cina, Drogba va al Barcellona”. E giù tutti a rincorrere la prima notizia di un calciomercato così immobile da essere sconvolto dalla voce del passo indietro di un giocatore di 34 anni. Come se Drogba fosse ancora il campione in grado, da solo, di spostare gli equilibri in campo europeo. Il bomber ivoriano ha vivacchiato per circa venti mesi negli ultimi due anni, regalandosi un trimestre da sogno tra marzo e maggio, con le memorabili prestazioni contro Liverpool, Barcellona e Bayern che hanno dato la Fa Cup e la Champions League al Chelsea. Basta ad avvicinarlo ai Messi o ai Cristiano Ronaldo?
Gli agenti di Didier Drogba (sotto contratto col Chelsea sino al prossimo 30 giugno) si sono affrettati a smentire la notizia che nell’accordo firmato pochi giorni fa col Shanghai Shenhua, esistesse una clausola di rescissione immediata nel caso fosse arrivata un’offerta da parte del Barcellona. Ipotesi non proprio irrealistica: pochi minuti dopo la conquista della Champions League con la maglia del Chelsea, i cronisti presenti all’Allianz Arena chiedevano a Drogba: “E adesso puoi dire che andrai a Barcellona?”.
Dopo il successo di Monaco di Baviera, per alcuni giorni l’approdo del bomber ivoriano in Catalogna era considerato una certezza. Poi il contratto da un milione di euro al mese (per due anni e mezzo, come precisato dal giocatore sulla propria pagina web) offerto dallo Shanghai Shenhua sembrava aver messo fine alle voci che davano per certo il matrimonio tra Drogba e blaugrana. Altrettanto definitive, quanto abusate, le parole scelte dall’ex centravanti del Chelsea: “Ho esaminato tutte le offerte ricevute e quella dello Shanghai era la migliore: la migliore a questo stadio della mia carriera”. Come dire: ho 34 anni e un contratto così non me lo offirà più nessuno. Ovviamente Drogba s’è guardato bene dal dirlo, al contrario ha preferito rifugiarsi nelle formule classiche della “scelta di vita” e della “nuova sfida”: “Avevo bisogno di nuove motivazioni e questa nuova sfida, così come la conoscenza di una nuova cultura e la crescita del campionato cinese erano le cose di cui avevo bisogno”. Non solo: “Spero di riuscire a migliorare i rapporti e i contatti tra questo Paese e l’Africa”. Più Segretario delle Nazioni Unite che centravanti, Drogba, al fianco del presidente del club cinese Zhu Jun, è sembrato la riedizione calcistica del cantante degli U2 Bono, che perduta la voce si è specializzato in “operazioni umanitarie”.
Ma se Bono come cantante è finito, non è così pacifico che Drogba lo sia come calciatore. L’ultima finale di Coppa Campioni ha lasciato in parecchi il dubbio che in realtà il viale del tramonto per la punta ivoriana sia ancora lontano. Tra gli ammiratori più convinti c’è il nuovo tecnico del Barca, Tito Vilanova, che aveva individuato in Drogba il centravanti di peso e carisma di cui i blaugrana hanno bisogno per dare più dimensioni al proprio gioco.
Ma come pareggiare l’offerta dello Shanghai? Dove tutto già gira attorno al fresco vincitore dell’ultima Champions League con grosse aspettative in ambito sportivo e marchandising in forte ascesa. Il sito del club cinese non ha atteso il 30 giugno per mostrare il giocatore con la nuova divisa. E da tutto il mondo già arrivano le richieste di avere la maglietta numero 11 del Shenhua. Un interesse globale confermato dal presidente del club cinese Zhu Jun: “Tutti ora guardano a noi. Seguivamo Didier da tempo e siamo contenti di essere finalmente riusciti a metterlo sotto contratto. E’ un giocatore incredibile, ha vinto tanto e con la sua esperienza e il suo talento rappresenterà un rinforzo importantissimo per la nostra squadra”. Affidata al tecnico argentino Sergio Batista, che ha rimpiazzato Jean Tigana, la squadra di Shanghai è forse la più ambiziosa del campionato cinese: dopo aver aggiunto Drogba a Nicolas Anelka, ora punta sull’ex punta dell’Everton Yakubu. Il parco attaccanti ricorda parecchio un cimitero degli elefanti, mentre il resto della squadra brilla per mediocrità (quint’ultima in campionato). Drogba è l’ultima perla di un progetto senza capo né coda. ECL ASIA
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