André Villas Boas

Dublino capitale europea per un giorno. Con gli occhi del mondo puntati sulla visita della Regina d’Inghilterra a Croke Park, tempio dello sport gaelico, nel quale nel 1920 i soldati inglesi uccisero durante una partita un giocatore e 12 spettatori irlandesi (ai quali si aggiunse nei giorni seguenti un’altra vittima), gli appassionati di calcio saranno tutti a Lansdowne Road. Qui, all’Aviva Stadium, Porto e Braga si giocheranno la seconda edizione dell’Europa League. Un derby portoghese che ha nel Porto un netto favorito. Come potrebbe essere altrimenti?

André Villas Boas
André Villas Boas, tecnico del Porto

La prima stagione di Andre Villas-Boas sulla panchina del Porto è stata fenomenale: vinto il campionato senza aver perso una partita (vincendone 27 su 30), in finale di Coppa di Portogallo, dominate tutte le avversarie in Europa League (memorabile la lezione impartita nei quarti allo Spartak Mosca: cinque gol all’andata e cinque al ritorno), ora si punta alla Tripletta.
Il colombiano Falcao coi suoi 16 gol (record assoluto in Europa) rappresenta la punta di diamante dei Dragones, ma Hulk, Guarin, Rodriguez, Pereira non sono meno decisivi. Eppure si tratta degli stessi giocatori che un anno prima, sotto la guida di Jesualdo Ferreira, non erano stati capaci di andare oltre il terzo posto in campionato, mostrando un gioco spesso macchinoso e poco ispirato. L’esatto contrario del Porto attuale: rapido, offensivo, aggressivo. Il calcio esibito dai neocampioni del Portogallo ricorda, in certi momenti, per intensità quello del Milan di Sacchi: la stessa voglia di andare ad azzannare l’avversario nella sua metacampo e di non dargli respiro. La differenza, sostanziale, oltre che nella disposizione in campo (i biancoblu adottano il 4-3-3), sta nella libertà concessa agli attaccanti portoghesi e di cui beneficiano in particolare Guarin, Hulk, Varela e Falcao.
Naturale attribuire questa rivoluzione al giovane tecnico Andre Villas-Boas, uno che da ragazzino metteva nella buca delle lettere dell’allora allenatore del Porto Bobby Robson, biglietti pieni di indicazioni tattiche e in particolare di inviti a impiegare più spesso nel ruolo di centravanti Domingos Paciência (l’attuale tecnico del Braga). Insistenza e dritte che a 16 anni gli valsero l’assunzione nello staff tecnico di Robson. In caso di vittoria a Dublino, Villas-Boas potrebbe battere un altro record di precocità: a 32 anni e 213 giorni sarebbe il più giovane tecnico di sempre a primeggiare in una coppa europea.
Fra lui e il trionfo annunciato c’è di mezzo il Braga, ormai abituato a vestire i panni dell’outsider. In questa campagna europea lo Sporting ha affrontato tutte le sfide da sfavorito. Ma questo non gli ha impedito di percorrere un cammino eccezionale, iniziato a fine luglio nel terzo turno preliminare di Champions League con l’eliminazione del Celtic Glasgow, e proseguito col doppio successo sul Siviglia nei playoffs e il terzo posto nella fase a gironi nel gruppo H, dietro Shakhtar e Arsenal; poi il passaggio ai sedicesimi di Europa League e i successi su Lech Poznan, Liverpool, Dinamo Kiev e Benfica. Una sequenza da sogno che, comunque vada, si chiuderà a Dublino, in coincidenza con l’ultima presenza sulla panchina dello Sporting di Domingos Paciência. L’ex punta del Porto vuole chiudere l’esprienza col Braga con un trionfo: “E’ un sogno essere arrivati a Dublino ma non voglio svegliarmi. Voglio sognare ancora e risvegliarmi con la coppa in mano”. ECL

EUROPA LEAGUE 2010-11 – Finale / Dublino, Aviva Stadium

PORTO-BRAGA

Porto: Helton, Sapunaru, Rolando, Maicon, Alvaro Pereira; Guarin, Moutinho, Fernando; Hulk, Falcao, Varela. Allenatore: Andre Villas-Boas
Braga: Artur, Garcia, Rodriguez, Paulao, Silvio; Alan, Vandinho, Custodio, Viana; Lima, Meyong. Allenatore: Domingos Paciência

Arbitro: Carlos Velasco Carballo (Spagna)

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