Difficile immaginare novanta minuti più intensi. Cinque gol fatti, altrettanti sfiorati, papere, giocate strepitose, e capovolgimenti di fronte continui. Un caos entusiasmante. Non solo. Per dare la misura della portata del successo dei campioni d’Europa a Monaco, basti pensare che questa è appena la seconda volta nella storia del torneo in cui passa il turno la squadra che ha perso la gara di andata in casa. Unico precedente: l’Ajax allenata da Louis Van Gaal.
Come nel match di andata la partita è stata caratterizzata dall’alternanza delle due squadre nel fare la gara e dare costantemente l’impressione di essere sempre sul punto di prendere il sopravvento sugli avversari. Non è la sola analogia.
ANALOGIE. L’incredibile papera di Julio Cesar. L’errore grossolano che aveva segnato i primi 90 minuti, sembrava destinato a restare unico nella carriera del numero uno brasiliano: tutti i più grandi portieri della storia sono costretti a ricordare almeno un grande errore. L’estremo difensore nerazzurro sembrava aver pagato il suo pegno a San Siro. E invece eccolo vanificare il gol segnato in apertura da Eto’o con un bis ancora più imbarazzante del precedente. Ma la capacità di mettere da parte un intervento così sciagurato e salvare la porta con almeno tre parate decisive è una grande prova di classe e solidità. C’è stata la conferma di Ranocchia, capace di evitare al 39′ il gol del 3-1 bavarese con una spaccata sulla linea di porta e di bloccare nella ripresa un contropiede di Mario Gomez, con un intervento che per eleganza e decisione ha ricordato il miglior Nesta.
ETO’O E SNEIJDER. Non fanno invece più notizia le prestazioni di Eto’o e Sneijder. Il gol del camerunense al 4′, su assist di Pandev, è stato siglato con la naturalezza di chi non ha fatto altro dall’inizio della stagione: già 32 reti stagionali per l’ex punta del Barcellona (dove ancora si chiedono cosa possa aver spinto Guardiola e Laporta a prendere l’abbaglio di cederlo, in aggiunta a 50 milioni di euro, per avere in cambio Zlatan Ibrahimovic). Ma è soprattutto l’azione che ha deciso il match a certificare la classe del numero 9 nerazzurro: probabilmente il miglior giocatore al mondo in questo preciso momento assieme a Leo Messi. Sulla giocata dell’88’ c’è il timbro del fuoriclasse: dopo aver corso e pressato per l’intera gara, a due minuti dal termine Eto’o ha ancora la forza, la voglia e la convinzione per andare a inseguire una palla buttata via sulla sinistra; e lì, tra quattro difensori del Bayern, con l’appoggio del solo Nagatomo, ha la lucidità di tenere palla, far avvicinare a sé la difesa di casa, aspettare l’arrivo di Pandev al limite dell’area e servigli una palla così pulita e precisa che anche il macedone riesce a non sbagliare, riscattando una partita volenterosa ma piena di sbagli di ogni tipo. Ma anche quella giocata non cio sarebbe stata senza lo strepitoso secondo tempo di Wesley Sneijder. Nella ripresa l’olandese è letteralmente salito in cattedra e ha tenuto in partita i suoi da solo. Con l’Inter sempre più barcollante, ormai a un passo dal ko, il numero dieci ha iniziato a lanciare, tirare, creare occasioni. Una mezzora finale da sogno che ha frastornato gli uomini di Van Gaal e spinto i compagni a crederci. Il gol del 2-2, con un bel diagonale a mezza altezza da destra verso il palo più lontano, è una perla individuale di tecnica, potenza, carattere.
BAYERN “MONCO”. Partita splendida, piena di errori e grandi giocate individuali anche in casa Bayern. Solo il risultato finale ha ridimensionato le grandi prove di Gomez, Ribery e Muller; più opaco Robben, sempre ben controllato da Chivu (meno da Julio Cesar…). La partita della squadra di Van Gaal rimarrà nella memoria dei tifosi bavaresi come monumento allo spreco e alla discontinuità: capace di mettere a segno i gol più complicati, fallisce quelli più semplici. E mancare il colpo del ko a questi livelli spesso è letale.
LEONARDO. Nell’impresa dell’Inter non ci sono solo i giocatori, c’è molto Leonardo. Al tecnico brasiliano, forse per il suo approccio troppo romantico, non viene ancora concesso molto credito come allenatore, pur potendo vantare una sequenza eccezionale di risultati positivi nei due mesi e mezzo alla guida dell’Inter. L’ex milanista non è solo baci, preghiere e abbracci. Ha dimostrato di essere un tecnico vero: sufficientemente umile e preparato da cambiare schema rispetto alla gara di andata, scegliendo il 4-4-2 anziché il 4-3-1-2, per evitare di concedere al Bayern la superiorità numerica sulle fasce: così Stankovic a destra e Sneijder a sinistra, con Thiago Motta e Cambiasso in mezzo, si sono spesi a protezione di Maicon e Chivu sino al 2-1 di Muller al 31′. Nella ripresa, dopo l’infortunio di Stankovic, ha messo in campo il pulcino Coutinho. Il brasiliano è ancora troppo acerbo e leggero per partite di questa intensità, ma un cambio del genere ha rappresentato un’indicazione decisiva ai suoi e agli avversari: non ci accontentiamo di una sconfitta a testa alta, facciamo l’impossibile per poter vincere. Non a caso Julio Cesar, Lucio e Ranocchia, ormai abbandonati a se stessi e col solo Cambiasso che provava ad assicurare qualche raddoppio, hanno dovuto fronteggiare una serie di pericoli che avrebbe demoralizzato chiunque. Ma la gestualità del tecnico brasiliano a bordo del campo non era quella di chi si sta avvicinadno all’eliminazione ma di chi sa che si può ancora vincere e pensa solo a quello. Allo stesso modo anche il cambio Nagatomo-Chivu, a tre minuti dalla fine, è di chi vuole giocarsi tutto sino in fondo. Scelte figlie della mentalità vincente di chi da giocatore è stato campione del mondo con la nazionale e coi club: difficile, per uno così, accontentarsi dei piazzamenti. ECL
UEFA Champions League 2010-11 – Ritorno ottavi di finale / Monaco di Baviera, Allianz Arena
BAYERN MONACO-INTER 2-3 (2-1)
Bayern Monaco: Kraft; Lahm, Van Buyten (70′ Badstuber), Breno (89′ Kroos), Pranjic; Luiz Gustavo, Schweinsteiger; Robben (67′ Altintop), Muller, Ribery; Gomez. Allenatore: Van Gaal
Inter: Julio Cesar; Maicon, Lucio, Ranocchia, Chivu (87’ Nagatomo); Stankovic (51’ Coutinho), Thiago Motta, Cambiasso, Sneijder; Eto’o, Pandev (89’ Kharja). Allenatore: Leonardo
Arbitro: Proença (Portogallo)
Reti: Gomez 21’, Muller 31’; Eto’o 4’, Sneijder 63′, Pandev 88′
Ammoniti: Luiz Gustavo, Breno; Lucio, Kharja, Motta, Pandev
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