Francesco Totti (Roma)

La sensazione è che la Serie A 2013-14 sarà un campionato a tre, almeno per quel che riguarda la lotta Scudetto. Questo il responso delle prime sette giornate di campionato.

Roma: Totti e GervinhoLa grande sorpresa del torneo è sicuramente la Roma. I giallorossi avevano chiuso la stagione scorsa e iniziato quella in corso tra le contestazioni dei tifosi. Tifosi che hanno radicalmente cambiato opinione dopo che Totti e compagni sotto la guida di Rudi Garcia hanno conquistato sette successi di fila segnando 20 reti e subendone appena una. Questa Roma sorprende, impressiona, inizia a dar fastidio a molte. Anche a Juventus e Napoli, le maggiori accreditate alla vigilia del torneo, che oggi seguono in classifica il club della capitale a due lunghezze.

Le tre squadre sono le uniche ancora imbattute in Serie A. Numeri che spiegano le quotazioni dei bookmaker, che nella corsa al titolo assegnano un netto vantaggio a questo trio sulle altre: Juventus (1,71), Napoli (4,38), Roma (4,63), mentre la quarta (Inter) è data a 17,25 e la quinta (Fiorentina) addirittura a 46,75. Pronostici che fotografano un campionato fin troppo bloccato al vertice, con le tre piazze della zona Champions praticamente già assegnate. Ma storicamente, si sa, a marzo le cose cambiano: le coppe europee iniziano ad avere un peso decisivo sugli impegni di campionato e spesso portano con sé passi falsi che si rivelano decisivi; e chi perde il treno per lo scudetto, non di rado perde anche quello per le piazze d’onore e la (qualificazione alla) Champions sfuma in Europa League.

Tra le tre battistrada la Roma è l’unica a non aver giocato per lo scudetto nelle ultime stagioni, ma è anche l’unica a non aver impegni europei. Un elemento che potrebbe rivelarsi decisivo se i giallorossi dovessero essere ancora in lotta per il titolo in primavera. Poi c’è l’incognita ambientale: la Roma conta su una tifoseria passionale e umorale capace di esaltare ma anche di affossare la squadra. Impensabile proseguire a punteggio pieno: da vedere come verranno gestiti i primi stop. Rischi simili per il Napoli, ma Benitez ha già dimostrato di saper imporre la sua visione a media e tifosi: le critiche seguite all pareggio interno col Sassuolo non hanno impressionato il tecnico spagnolo che, incurante di tutto e tutti, ha proseguito col turn over. I risultati e le prestazioni individuali di giocatori come Pandev e Mertens gli han dato ragione. I campioni in carica della Juventus sono i più quadrati, solidi e abituati a vincere. Conte, lo ha dimostrato, è l’antidoto al rischio appagamento. Qui l’incognita è rappresentata dal peso (soprattutto in termini di concentrazione) della Champions su una squadra che, sottovoce, fa capire di puntare al bersaglio grosso anche in Europa.

Già staccate e ridimensionate l’Inter e la Fiorentina. Lo 0-3 casalingo subito dai nerazzurri contro la Roma è stato un punteggio molto severo, troppo, con la squadra di Mazzarri. la prestazione interista non è stata assolutamente negativa ma il ko interno ha tolto certezze e spento entusiasmi. Sesta in classifica e preceduta di un punto dalla rivelazione Verona, la Fiorentina non ha ancora ritrovato la fluidità di manovra che la caratterizzava la scorsa stagione. Rinnovata in molti ruoli chiave, la squadra viola sta faticando. L’elemento sorpresa non c’è più e Supermario Gomez non c’è ancora. Un inserimento più problematico del previsto e un infortunio che lo ha tolto di mezzo quasi subito, hanno impedito all’ex centravanti del Bayern di aver un impatto sulle fortune della squadra. Ma la Fiorentina è una squadra alla quale manca poco per volare: il ritorno di Gomez e un successo su una squadra di vertice potrebbero mettere le ali ai piedi dei giocatori di Montella.

Già fuori dai giochi il Milan: la squadra allenata da Allegri ha un ritardo dalla capolista di 13 punti, molto pesante dopo appena 7 giornate di campionato. Penalizzati nelle ultime tre gare dalla squalifica di Mario Balotelli i rossoneri sembrano aver fatto propria l’incostanza del proprio bomber, senza averne preso le qualità. Al Milan difettano personalità e qualità tecnica: impensabile sino a 3-4 stagioni fa. Difficile che il recupero di Kakà da solo possa bastare a garantire una rimonta simile a quella che Abbiati e compagni fecero nella seconda parte della scorsa stagione: la retroguardia è mediocre, la mediana più muscolare che intelligente e l’attacco è Balotelli-dipendente.

Una squadra che rischia di faticare pure a trovar posto in Europa League, dove le rivali – oltre a Inter e Fiorentina – si chiamano Lazio e Udinese, squadre finora dal rendimento altalenante ma con potenzialità notevoli. E la presenza in panchina di ottimi tecnici come Petkovic e Guidolin è una garanzia sulla crescita di biancocelesti e bianconeri. Nel limbo di chi difficilmente può ambire a una qualificazione in Europa League ma non dovrebbe faticare a salvarsi c’è il Parma. Meno solide le posizioni di Torino, Cagliari, Atalanta e, soprattutto, Livorno. Sampdoria, Bologna e Sassuolo sono le uniche squadre a non aver ancora conquistato un successo e occupano le ultime tre posizioni: evidente la simmetria, a contrario, col trio di testa. Il calcio garibaldino del Sassuolo in B faceva la differenza, sinora in A sono l’inesperienza e le piccole falle della retroguardia neroverde a farle. La lotta per la salvezza promette di riservare maggior sorprese e evoluzioni di quella al vertice: basti pensare al Catania che dopo tre battute d’arresto in avvio ha messo a segno cinque punti nelle successive quattro gare; e anche il Chievo, con tre sconfitte nelle ultime gare, vede vacillare parecchie certezze. ECL EUROPA

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