La Coppa Libertadores 2010 riparte questa settimana con le semifinali di andata.
La due giorni si apre all’Azteca di Città del Messico col Chivas che ospita i cileni dell’Universidad de Chile. Il giorno dopo a Porto Alegre sarà la volta di Internacional e San Paolo, le due favorite per la vittoria finale. In realtà né il Chivas né l’Universidad mostrano segni di appagamento o accettano il pronostico che le vuole sfavorite nei confronti del duo verdeoro. I cileni eliminando nei quarti il Flamengo hanno dimostrato di saper mettere in difficoltà le formazioni brasiliane. Dal canto loro i messicani hanno già mietuto vittime importanti nei due turni precedenti: gli argentini del Velez negli ottavi, i paraguayani della Libertad nei quarti, formazioni che valgono quelle rimaste in gara. Comprensibile la fiducia che si respira nella squadra di Guadalajara, ammessa di diritto agli ottavi, dopo che lo scorso anno lo scoppio dell’influenza suina e il rifiuto delle avversarie ad accettare la trasferta messicana ne aveva obbligato l’estromissione. Quest’anno è arrivato il risarcimento da parte della Conmebol che ha dato al Chivas la possibilità di riprendere lì dove era stato costretto a lasciare. E i biancorossi hanno finora onorato al meglio l’opportunità, dimostrando che anche i successi di un anno prima non erano né casuali né fortunati.
Nel torneo 2010 il Chivas finora ha evidenziato un rendimento molto scostante: dominante e senza scrupoli in casa (due vittorie per 3-0), timoroso e impacciato fuori (due sconfitte per 2-0). La sfida con l’UDC non si giocherà come le altre due al vecchio stadio Jalisco ma all’Azteca. Una variazione che non sembra preoccupare il tecnico Jose Luis Real, che spera di mettere a segno un’impresa memorabile: in caso di successo nella Libertadores, il Chivas, vincitore nel 1962 dell’edizione inaugurale della Coppa Campioni Concacaf, sarebbe l’unica squadra al mondo capace di laurearsi campione continentale in due Confederazioni. I connazionali del Cruz Azul c’erano andati molto vicini nel 2001, perdendo la finale ai rigori contro il Boca Juniors.
LECHAMPIONS.IT: A chi andrà la Libertadores 2010?
Jose Luis Real: “Tutte e quattro le squadre in corsa hanno lo stesso pensiero: tutte pensano di poter vincere ma la storia è dalla nostra. Raggiungendo questo punto della competizione il Chivas ha già compiuto un’impresa. L’inerzia di questi successi ci aiuta nel mantenere la mentalità vincente e ci spinge a cercare di andare oltre e ottenere ancora di più. E poi per noi vincere la Coppa Libertadores sarebbe davvero qualcosa di grande, di storico. Perché abbiamo un’ulteriore motivazione rispetto alle nostre avversarie: raramente il nostro Paese ha potuto ospitare gare di questo torneo. Le altre squadre vengono da Paesi che hanno comunque già vinto questa competizione, noi no: noi saremmo i primi a farlo per il Messico. E questa è una prospettiva che ci carica ancora di più”.LECHAMPIONS.IT: Il Chivas ha raggiunto le semifinali sfruttando al meglio il fattore campo contro Velez e Libertad. Basterà contro l’Universidad de Chile, che dà il meglio di sé in trasferta?
Jose Luis Real: “Noi cercheremo di confermare quel che abbiamo fatto di buono sinora e che ci ha portato sin qui. Sfruttando nel nostro campo il vantaggio di essere i padroni di casa. Ma cercheremo anche di modificare l’atteggiamento in trasferta, perché siamo stati bravi nel nostro stadio ma non altrettanto in casa altrui. Dobbiamo confermarci in Messico e migliorare fuori: questo è l’obiettivo, perché sappiamo che riuscendoci otterremo quel che vogliamo e cioè il superamento del turno”.
LC: Tra le quattro semifinaliste dove colloca la sua squadra?
JLR: “Siamo una formazione molto giovane. E questa è la caratterstica principale che ci differenzia dalle altre. La combinazione tra giocatori di esperienza e giovani che sono arrivati recentemente, portando freschezza e entusiasmo, si è rivelata ottima. E questa freschezza è anche la maggior differenza con il Chivas che aveva raggiunto le semifinali in questo torneo nel 2005 e nel 2006. Quella squadra contava su un maggior numero di giocatori esperti. Adesso siamo una formazione piena di belle promesse che stanno affermandosi come realtà”.
LC: E tra queste realtà qual è la più decisiva?
JLR: “Il lavoro di squadra. Non è diplomazia ma è la mia convinzione: lo spirito di squadra è la vera forza del Chivas. Perché a prescidnere dalle qualità dei singoli, la bontà del nostro rendimento è influenzata esclusivamente dalla nostra capacità di giocare come collettivo. L’aiuto reciproco è alla base dei nostri successi, senza andiamo incontro a problemi”.
LC: Quando sarà colmato il gap che separa le squadre messicane dal gotha del Sud America?
JLR: “In questo preciso momento, lo dicono le statistiche e la realtà, siamo una delle migliori quattro squadre americane. A livello di club siamo in grado di competere ad armi pari con qualunque squadra brasiliana, argentina, uruguayana o cilena, più in generale credo che i club messicani possano giocarsela con qualunque squadra al mondo senza sfigurare. Il nostro problema invece è la la nazionale, dove siamo meno competitivi. Migliorarla dovrebbe essere la nostra prima preoccupazione”. ECL
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