Nostra intervista alll’ex capitano dell’Arsenal e neo allenatore del Gabala FC in Azerbaijan. 

Tony Adams: coraggio e entusiasmo Orgoglio e pregiudizio. Coraggio e determinazione sono intatti. Le qualità che da giocatore avevano fatto di Tony Adams il capitano per antonomasia sono ancora lì. Resta il vincente di sempre. Ci aspettavamo di trovare un allenatore deluso, probabilmente risentito, animato dalla voglia di rivalsa verso chi in Inghilterra nell’ultimo anno, dopo la breve esperienza alla guida del Portsmouth, non lo ha ritenuto degno di una panchina. Niente di più sbagliato: l’ex colonna dell’Arsenal è entusiasta, convinta che sia meglio costruire una squadra da zero lontano da casa che aspettare la chiamata disperata di qualche club sull’orlo del tracollo. “Qui mi hanno offerto la possibilità di progettare: posso mettere in piedi una squadra che rispecchi davvero le mie idee, ci vorranno tempo e pazienza ma io non ho fretta”. La sua scelta di accettare le offerte del Gabala Football Club era sembrata stravagante: andare in Azerbaijan può essere un’opzione per chi deve farsi un nome o chi il nome se l’è bruciato. Adams non sembrava rientrare in nessuno dei due casi, eppure è a Qabala anziché a Londra. Il materiale a disposizione non è dei più pregiati ma idee e entusiasmo per farli rendere al meglio di certo non difettano al 43enne tecnico di Romford, entrato in un club piccolo ma ambizioso e in crescita: proprio in questi giorni sta celebrando in passaggio da uno stadio da duemila posti a uno, splendido, da 14mila, costato oltre 70 milioni di euro.
LECHAMPIONS.IT: Gabala e Al Ahli possono essere definite “destinazioni ideali” per te e il tuo ex compagno all’Arsenal David O’Leary?
Tony Adams: Non so rispondere per David, ma per quanto mi riguarda posso dire che mi sto davvero appassionando al progetto che abbiamo appena iniziato in questo club.

LC: E’ bastato il tuo arrivo per mettere il Gabala Fc nella mappa del calcio mondiale. Ma ora, come accaduto con Zico e Scolari al Bunyodkor in Uzbekistan, salgono le attese: già si parla di coppe europee. C’è la consapevolezza che il potenziale della tua squadra sarà sempre limitato dal livello del calcio azero?
TA: Penso semplicemente che ci voglia del tempo e tanto lavoro per migliorare il livello del campionato locale. Ma accadrà e io vorrei essere qui per vederlo crescere.

LC: Ti sei presentato dicendo “Sono qui per costruire la squadra di Tony Adams”, “Sono qui per rimanere: almeno 5-10 anni”.

TA: Vero. Proprio così. Voglio portare avanti il programma che ci siamo dati e dare il mio contributo per fare del Gabala una società che abbia davvero successo nel mondo del calcio.

LC: Il tuo ex compagno di nazionale John Barnes sembrava aver tutto per diventare un grande allenatore. Ma pochi mesi al Celtic sono stati sufficienti per condannarlo senza appello. Pensi che la parentesi al Portsmouth possa aver prodotto le stesse conseguenze per te?

TA: Non saprei cosa dire su John Barnes, ma posso parlare per me e devo dire che ho passato tre anni splendidi a Portsmouth e da allenatore (il manager era Harry Redknapp, ndr) ho già vinto una FA Cup, che è già più di quanto molti allenatori possano vantare nell’arco di un’intera carriera!

LC: Wenger e Ferguson guidano ancora Arsenal e Manchester United, Hodgson ottiene la panchina più prestigiosa della sua carriera a 63 anni. Bill Shankly si era ritirato a 60. Qualcosa che non va?
TA: La mia impressione è che i migliori allenatori, che sono quelli citati, adesso maturano più tardi. ECL EUROPA

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