Tra la campagna trasferimenti di gennaio e quella estiva i fiaschi registrati nel calciomercato non sono mancati. Questi, a nostro parere, i cinque più evidenti. ECL
1. Fernando Torres (Chelsea)
El Nino ha chiesto al Liverpool di accettare i 50 milioni di sterline offerti dal Chelsea perché il suo desiderio era “vincere la Champions League e coi blues avrebbe avuto la chance di riuscirci subito”. Se i reds avevano qualche dubbio sull’affare, Torres ha pensato bene di fugarli tutti in modo definitivo: 903 minuti per segnare un gol; da titolare indiscusso a prima scelta per la panchina; perso il posto in nazionale, è riuscito, per motivi opposti, a unire negli sberleffi tifosi del Chelsea e del Liverpool. Impossibile fare peggio. (Arrivato dal Liverpool per 50 milioni).
2. Andy Carroll (Liverpool)
Forse solo Andrei Arshavin all’Arsenal può vantare un’involuzione altrettanto netta e inspiegabile. Del bomber esploso a Newcastle, capace di fare reparto da solo e di spingere Fabio Capello a farlo esordire in nazionale dopo poche presenze in Premiership, ad Anfield si è vista solo la coda di cavallo. Ci si aspettava molto di più. Altro che centravanti dei reds per il prossimo decennio: i 38 milioni pagati per Carroll sembrano ora un’enormità. Volenteroso ma goffo, legnoso, spesso fuori tempo: l’ombra dello straripante sfondatore ammirato a St James’ Park. La giovane età consiglia di dargli tempo; le difficoltà a dialogare in campo con Luis Suarez no. (Arrivato dal Newcastle per 38 milioni).
3. David De Gea (Manchester United)
All’Old Trafford durante l’era Ferguson nessun ruolo più del portiere ha mietuto vittime illustri. Jim Leighton è stata la prima, poi dopo il grande Peter Schmeichel sono stati bruciati numeri uno di buon livello come Carroll, Howard, Ricardo, Taibi, Bosnich, Foster, Barthez. Per ritrovare affidabilità e continuità c’è voluto Edwin Van der Sar. Col ritiro dell’olandese si è ricreato il problema del dopo-Schmeichel. La scelta di puntare sul miglior giovane in circolazione si sta rivelando molto azzardata: l’ex rivelazione dell’Atletico Madrid in pochi mesi ha già collezionato una decina di papere e continua a trasmettere incertezza e paura all’intero reparto difensivo. (Arrivato dall’Atletico Madrid per 29 milioni).
4. Bojan Krkić (Roma)
Voluto da Luis Enrique per realizzare più rapidamente la barcellonizzazione della Roma, l’ex riserva di Messi è scesa ben presto nelle gerarchie dell’attacco giallorosso: da titolare è passato a quinta, sesta punta, superato anche dai non eccelsi Osvaldo e Borriello. Le delusioni romane del 21enne Bojan possono spiegarsi in parte con la timidezza del ragazzo ma anche con le inevitabili difficoltà di chi, abituato a giocare a memoria in una squadra che rasenta la perfezione, deve inserirsi e muoversi in benaltro contesto. Lo stesso Leo Messi con l’Argentina fa fatica. (Arrivato dal Barcellona per 12 milioni).
5. Eljero Elia (Juventus)
Antonio Conte per la sua rivoluzione bianconera voleva due ali vere, cui affidare il compito di far decollare il tanto sbandierato 4-2-4. Dall’Amburgo è arrivato il 24enne Elia, classico giocatore rapido e inconcludente. L’olandese non è certo un caso disperato: vista l’età e le potenzialità un buon allenatore può fare di lui un bel giocatore. Dovrà sperare in qualcun altro: Conte non sembra intenzionato a dedicargli troppe attenzioni, anche perché nel frattempo lo schema due-centrocampisti-quattro-attaccanti è stato messo da parte. Elia al momento vede meno campo dei raccattapalle. (Arrivato dall’Amburgo per 9 milioni).
©LECHAMPIONS.it. Tutti i diritti riservati/All rights reserved.