Inutile difendersi: lo hanno messo all’angolo, poi gli hanno dato il ben servito.

Dick AdvocaatLo Zenit San Pietroburgo ha esonerato Dick Advocaat, lamentando un calo di rendimento della squadra in seguito all’assunzione del doppio incarico di allenatore dello Zenit di ct della nazionale belga. Dicendo sì alla federazione belga, Advocaat aveva provato a ripetere quanto fatto con ottimi risultati dal connazionale Hiddink con Chelsea e Russia. Una scelta benedetta in pubblico ma disapprovata in privato dalla dirigenza dello Zenit, che ben presto ha cambiato registro nei rapporti con l’allenatore che in tre anni aveva portato il club alla conquista del campionato, della Coppa Uefa e della Supercoppa Europea. Le ultime settimane sono state caratterizzate da vari regolamenti dei conti e colpi bassi. Un conflitto che adesso si cerca di nascondere con frasi di circostanza.
“Il nome di Dick Advocaat sarà sempre legato a quello dei successi ottenuti dallo Zenit negli ultimi due anni. Ma sfortunatamente dopo aver accettato l’incarico di ct della nazionale belga il rendimento della nostra squadra né ha risentito ed è andato peggiorando”. Con queste parole il club ha spiegato la scelta, resa pubblica dopo la sconfitta interna contro il Tom Tomsk, quarta gara di fila senza vittorie. In realtà dietro l’esonero c’è la guerra intestina che ha opposto Advocaat al nuovo direttore sportivo del club Igor Korneev, regista dell’operazione che ha portato in Russia Alessandro Rosina. L’ex fantasista del Torino non faceva parte della lista dei nomi indicati da Advocaat per sostituire Andrej Arshavin, ceduto all’Arsenal quasi otto mesi fa. L’acquisto del granata ha reso esplicita la posizione della società nel duello, isolando ulteriormente Advocaat. La sentenza era già scritta e l’esonero è arrivato a confermarla. ECL