


Un anno fa si ritirava dal calcio giocato Mohamed Abdullaziz Al-Deayea. Un promettente giocatore di pallamano, spinto a passare al calcio dall’insistenza del fratello maggiore Abdullah e diventato poi recordman mondiale di presenze in nazionale.
Tra il 1990 e il 2006 Al-Deayea è sceso in campo con la maglia dell’Arabia Saudita in 183 occasioni ma la Fifa riconosce ufficialmente “solo” 178 di queste partite, numero comunque sufficiente a garantirgli il primato assoluto davanti al messicano Claudio Suarez (177) e all’egiziano Ahmed Hassan (175).
Sarebbero potute essere di più. La Coppa del Mondo del 2002 avrebbe dovuto rappresentare l’apice della carriera di Al-Deayea, che con la maglia dell’Al Hilal aveva conquistato la Coppa delle Coppe, due anni dopo aver vinto la Champions League e la Supercoppa d’Asia. Il Mondiale nippo-coreano del 2002, il primo mai disputato in Asia, era un appuntamento storico per le nazionali e i campioni di quell’area: a 30 anni, con già due Mondiali da titolare alle spalle (1994 e 1998), Al-Deayea si presentava come una delle miglior espressioni del calcio asiatico. Un portiere di statura mondiale: movenze feline, agilità naturale e una propensione alle uscite aeree in tutta l’area di rigore che lo distingueva in modo netto dai colleghi europei e sudamericani. La passerella verso l’incoronazione universale si trasformò invece in un cammino verso il patibolo: contro la Germania gioca la peggior partita della carriera, contribuendo in maniera decisiva all’8-0 tedesco. Una goleada che porta a 25 il numero di gol subiti dal numero uno saudita in tre coppe del mondo, eguagliando così il record negativo del leggendario portiere messicano Antonio Carbajal (che però li aveva subiti in cinque mondiali). Una partita da incubo sul palcoscenico sbagliato: come ti trasformo un mito nazionale in una macchietta planetaria. Dopo una brutta figura del genere anche il look, con quei pantaloni lunghi neri, più che rimandare a Thomas N’Kono trasmettono un senso di generale inadeguatezza. L’umiliazione per Al-Deayea è totale e così profonda da spingerlo a dare l’addio alla nazionale. Nel 2004 viene convinto a ritornare sui suoi passi e viene riproposto come portiere titolare dell’Arabia Saudita. Ritorno di fiamma effimero: dopo qualche partita cederà la maglia numero uno a Mabrouk Zaid e al Mondiale 2006 in Germania resterà in panchina. Nel giugno 2010, dopo aver guidato l’Al Hilal alla conquista del campionato arabo e della Coppa della Corona, dà l’addio al calcio. ECL ASIA
Mohamed Abdullaziz Al-Deayea Nato il 2 agosto 1972 a Tabuk (Arabia Saudita) Ruolo Portiere Squadre Al-Ta’ee (1989-1999) Al-Hilal (1999-2010) Nazionale Arabia Saudita (178* – record mondiale) Títoli 1 AFC Champions League (2000) 1 Supercoppa asiatica (2000) 1 Coppa delle coppe asiatica (2002); 4 Campionati arabi (2002, 2005, 2008, 2010), 7 Coppe della Corona (2000, 2003, 2005, 2006, 2008, 2009, 2010) 3 Coppe della Federazione Saudita (2000, 2005, 2006), 1 Coppa del Mondo under 16 (1989) 2 Coppe del Golfo (1994, 2002) 1 Coppa d’Asia (1996) 1 Coppa delle nazioni arabe (1998) |
Video tributo al grande Al-Deayea [vsw id=”2VpUCAc8ugc&NR=1″ source=”youtube” width=”265″ height=”218″ autoplay=”no”] * Molti siti attribuiscono 186 presenze |
©LECHAMPIONS.it/CHAMPS.ws. Tutti i diritti riservati/All rights reserved. |