Oggi avrebbe potuto essere ancora in campo. E invece no, in questo weekend, tutti gli stadi tedeschi ricorderanno Andreas Sassen, ex di Amburgo e Dinamo Dresda, con un minuto di silenzio.

Andreas Sassen, 36 anni, cinque stagioni nella Bundesliga, è stato ritrovato morto nella giornata di ieri, riverso sul pavimento all’ingresso di casa, sotto la pioggia battente.

Una fine triste e dura da accettare. Ma non inattesa. Ex giocatore di Amburgo,  Bayer Uerdingen, Dinamo Dresda e Wattenscheid si era sempre fatto notare più per le mattane che per il rendimento in campo, purtroppo per lui, condizionato e mortificato da eccessi di ogni tipo.

Non proprio una vita da atleta, come confermato dal soprannome Vodka-Sassen. Ma come spesso accade, sotto una testa calda c’è un animo fragile. Non capito e progressivamente emarginato. Forse anche per questo si può capire la sua gioia, anche se di breve durata, quando abbandona la Germania per trasferirsi in Ucraina al Dnjepropetrowsk: «Mi sento rinato». Durerà poco.

Rientra in Germania, nella Bundesliga 2 col Wattenscheid. Un trasferimento che verrà ricordato più che per le prestazioni in campo, per la separazione dalla moglie, dopo una fuga d’amore durante il ritiro con una barista olandese. Prima che se ne accorga Sassen resta solo. Senza la moglie Petra, il figlio di 9 anni. E senza squadra né il becco di un quattrino. Ritorna sui prati, ma in veste diversa: come giardiniere. Non andrà bene nemmeno lì. LECHAMPIONS EUROPA

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