Bill Nicholson

Bill Nicholson, mai persa una finale. Un vincente, un gentleman, una sola squadra per tutta la vita: calciatore, allenatore, dirigente, presidente onorario, 60 anni nel Tottenham Hotspur.

Nel calcio del passato esistevano le bandiere. Tante. Ma in pochi, pochissimi, forse nessuno, sono in grado di dire di aver impersonificato una squadra, una società come William Nicholson: “E’ meglio fallire puntando in alto piuttosto che raggiungere traguardi modesti. E noi al Tottenham puntiamo molto in alto, così in alto che anche le sconfitte sono gloriose”.

Bill Nicholson, morto a 85 anni dopo una lunga malattia, è stato, è, e sempre sarà mr Tottenham Hotspur. E se la via che porta a White Hart Lane, lo stadio degli Spurs, è intitolata a lui (“Bill Nicholson Way”, bel gioco di parole che può significare anche “alla maniera di Bill Nicholson”) si può capire perché tra tante bandiere (Graves, Blanchflower, Hoddle, Perryman) c’era spazio per un solo monumento. E questo non poteva che andare all’uomo che ha vestito per la prima volta la maglia bianca coi bordi blu all’età di 16 anni, come mezzala d’attacco. Era il 1935. Maglia e colori mai più abbandonati. Durante la Seconda guerra mondiale, vengono interrotti i campionati e alla ripresa Bill viene arretrato davanti alla difesa. Giocherà oltre quattrocento partite con gli Spurs e condurrà la squadra dalla seconda alla prima divisione nel 1950 e poi, l’anno succesivo sùbito alla conquista del titolo. Ai successi con il Tottenham non fa seguito una grande carriera in Nazionale: indosserà la maglia d’Inghilterra in una sola occasione, contro il Portogallo. Nonostante Nicholson onori il debutto con un gol, non verrà più convocato.

Le soddisfazioni continueranno ad arrivare dalla “sua” vera squadra. Dopo 18 anni chiude la carriera da giocatore: nel 1958 diventa l’allenatore degli Spurs. L’esordio con gol resta la sua specialità. La prima partita in panchina ha il merito di presentare immediatamente quella che sarà sempre la filosofia della gestione Nicholson: calcio superoffensivo, basato su velocità, forza fisica e tecnica. E se qualcuno aveva ancora dei dubbi, non indossava la maglia dell’Everton, travolto quel pomeriggio per 14-0 dagli Spurs «del nuovo manager Bill Nicholson». Una dimostrazione di forza e talento che annichilisce gli avversari ma inebria fino a stordire anche i propri tifosi. Una grande dote di Nicholson è stata quella di sapere coniugare al meglio il furore agonistico dei “manovali” con l’alto tasso tecnico preteso dalle stelle della squadra.

Il seguito sarà all’altezza: nel 1961 arriva il primo “double”, accoppiata campionato-coppa d’Inghilterra, del Novecento. Arriveranno poi anche le vittorie in Europa, in coppa delle Coppe e coppa Uefa. Proprio in Europa, da uno dei momenti più negativi e vergognosi della storia del Tottenham, emergono il coraggio e la purezza di Nicholson, capace di rivolgersi in maniera sprezzante ai suoi tifosi che avevano causato più di 200 feriti in occasione della finale Uefa contro il Feyenoord: «Voi mi avete fatto vergognare di essere inglese». Non solo parole, arriveranno poi anche le dimissioni da allenatore.

Ma non può esserci Tottenham senza Nicholson: arrivano gli incarichi di capo degli osservatori e poi di presidente onorario, oltre al riconoscimento della Regina con l’Ordine dell’Impero Britannico. Ma il riconoscimento più bello forse è quello che gli è arrivato dal campo: Bill Nicholson non ha mai perso una finale in carriera. Gentleman sì, ma vincente. LECHAMPIONS EUROPA

Bill Nicholson
Nato a Scarborough il 26 gennaio 1919
Morto a Hertfordshire il 23 ottobre 2004

Squadre
Tottenham Hotspur

Titoli
Da calciatore

1950/51 Campione d’Inghilterra
Da allenatore
1960/61 Campione d’Inghilterra
1960/61 Coppa d’Inghilterra
1961/62 Coppa d’Inghilterra
1962/63 Coppa delle Coppe
1966/67 Coppa d’Inghilterra
1970/71 Coppa di Lega
1971/72 Coppa UEFA
1972/73 Coppa di Lega

In Nazionale
Con l’Inghilterra: 1 presenza, 1 gol

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