Il Barcellona è la prima finalista. Verrà raggiunta a Wembley dal Manchester United, che all’Old Trafford completerà il lavoro iniziato col 2-0 ottenuto a Gelsenkirchen, per una replica della finale giocata due anni fa all’Olimpico di Roma.
Al Camp Nou sotto una pioggia che non ha dato tregua alle due squadre ma ha reso ancora più veloce la semifinale di ritorno, il Barcellona ha chiuso sull’1-1 una partita dove il Real ha provato a fare qualcosa in più del solito. A partire dalla disposizione in campo: un inedito 4-4-2 con Kakà e Higuain al centro dell’attacco e Di Maria e Cristiano Ronaldo sulle fasce, all’altezza dei due centrali di centrocampo Lassana Diarra e Xabi Alonso. Una disposizione che ha consentito al Real di tenere la squadra più corta ma non ha impedito al Barca di dare vita alle solite triangolazioni da capogiro tra Xavi, Iniesta e Messi (così bravi da non far più notizia), che andavano o mandavano al tiro Villa o Pedro. Tra il 33′ e il 36′ i blaugrana regalano tre minuti di calcio stratosferico, sfiorando il palo con Pedro e costringendo Casillas a due parate decisive su Villa e Messi. Calcio sublime dove il gol viene sfiorato ripetutamente ma (quasi) mai trovato: è l’unico problema incontrato dalla squadra di Guardiola nelle sfide contro le formazioni allenate da Mourinho (squalificato, ha scelto di seguire il match dall’albergo).
Nei primi 45 minuti il Real che doveva giocare d’attacco, per rimontare lo 0-2 del Bernabeu, non si è mai visto. Si può dubitare che si vedrà mai. Ma al primo minuto della ripresa l’ennesimo episodio contestato dai madrileni: Higuain lanciato in contropiede trova il gol con un diagonale da sinistra, ma il gol viene annullato da De Bleekere perché Cristiano Ronaldo cadendo fa inciampare Mascherano che provava a ritornare su Higuain: contatto decisivo ma involontario, e soprattutto determinato da una spinta di Piquè sulla punta portoghese. Ci sono buoni argomenti per sostenere la bontà della scelta dell’arbitro belga ma la dinamica è quella di un’azione che ha portato a un gol sostanzialmente regolare.
La decisione di De Bleekere diventerà il leit-motif delle dichiarazioni post-gara dei blancos: “Aveva ragione Mourinho: impossibile passare il turno” è il commento di Aitor Karanka. Cristiano Ronaldo: “Era Missone imppossibile 4. Che l’anno prossimo diano direttamente la coppa al Barcellona”. Ce lo si poteva attendere. Ma se anche Valdano arriva a dire “questa semifinale è stata condizionata dagli errori arbitrali. Stavolta è stato decisivo l’annullamento del gol di Higuain. Speriamo di aver più fortuna in futuro”, si può dire che il Real Madrid esce dalla coppa nel peggiore dei modi: senza stile né talento. Quel talento di cui questa squadra dispone in abbondanza e che emerge al 63′ nel gol dell’1-1 firmato da Marcelo, bravo a mettere dentro da pochi passi un assist di Angel Di Maria, che un attimo prima si era visto respingere dal palo un missile alla destra di Valdes. In questa semifinale il fantasista argentino è stato uno dei giocatori più penalizzati dalle scelte tattiche di Mourinho: costretto a rincorrere i terzini avversari nella propria metacampo come l’Eto’o di un anno fa. Ma l’ex Benfica non ha le caratteristiche atletiche e temperamentali del camerunense e lo stesso può dirsi di Ozil. Trasformare campioni e fantasisti in gregari può pagare una volta, due, non sempre. Meglio cambiare argomento e bersaglio e puntare sull’arbitro: questa la linea adottata da Florentino Perez e dal suo Real ma non condivisa da molti tifosi, che cominciano a chiedersi se Mourinho sia il tecnico giusto per una squadra che ha nel Dna un’estetica della vittoria.
La rete di Marcelo arrivava nove minuti dopo il vantaggio del Barcellona: un rasoterra di Pedro, lanciato alla perfezione da Iniesta. Assist fenomenale dalla trequarti, taglio da destra verso il centro, stop e rasoterra perfetti. Un gol che rappresenta il marchio di fabbrica del Barcellona targato Guardiola. I blaugrana controllano sino alla fine: undici tiri in porta contro i tre dei Blancos, danno in parte la misura del divario tra le due squadre e dovrebbero consigliare al Real più sobrietà nelle lamentele. Al 90′ c’è spazio anche per il ritorno in campo di Eric Adibal, 47 giorni dopo l’asportazione di un tumore al fegato. A lasciare il posto al difensore della nazionale francese è il capitano Puyol: teatro e buoni sentimenti. Il Barcellona va a Londra senza sbagliare un colpo. ECL
UEFA Champions League 2010-11 – Ritorno semifinali / Barcellona, Camp Nou
BARCELLONA-REAL MADRID 1-1 (0-0)
Barcellona: Valdes; Alves, Mascheran, Piqué, Puyol (90′ Abidal); Xavi, Busquets, Iniesta; Pedro (91′ Afellay), Messi, Villa (73′ Keita). Allenatore: Guardiola
Real Madrid: Casillas; Arbeloa, Carvalho, Albiol, Marcelo; Di Maria, Lassana Diarra, Xabi Alonso, Cristiano Ronaldo; Kakà (60′ Ozil), Higuain (55′ Adebayor). Allenatore: Karanka (Mourinho squalificato)
Arbitro: De Bleeckere (Belgio)
Reti: Pedro 54′; Marcelo 63′
Ammoniti: Pedro; Carvalho, Diarra, Xabi Alonso, Marcelo, Adebayor
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