Dimitar Berbatov
Dimitar Berbatov
Dimitar Berbatov, centravanti del Manchester United

Ci sono tanti modi di affrontare l’esclusione da un partita importante: sbattere la porta, chiamare il procuratore per cambiare squadra al più presto, piagnucolare in sala stampa. Si tratta dei più abusati.
Dimitar Berbatov, capocannoniere stagionale del Manchester United con 21 gol in 42 partite (di cui 5 nel 7-1 sui Blackburn Rovers), ne ha scelto un altro per rispondere alla scelta di Alex Ferguson di non metterlo nemmeno in panchina nella finale di Champions League persa col Barcellona. Una reazione meno impetuosa, più ponderata, più elegante. Coerente col suo stile di gioco. Nel giorno in cui lo United ha rinnovato per un altro anno il contratto a Michael Owen, Berbatov ha dichiarato al quotidiano bulgaro 24 Chassa: “Non cambierò squadra. Non sono uno che molla, se fossi stato così non sarei mai arrivato a questi livelli. Dal 4 luglio si riparte: lotterò per riprendermi la maglia di titolare e vincere nuovi trofei, tra cui il 20° campionato”. L’esclusione dalla finale è stato un colpo a sorpresa per tutti. “Non sono andato in tribuna perché non volevo mostrare al mondo intero quanto stessi soffrendo. Ho visto la partita nei monitor degli spogliatoi. E’ stata dura ma non ce l’avevo con Ferguson”. A 30 anni ha ancora il tempo di prendersi la rivincita che merita. ECL

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