

Il girone D si conferma all’altezza delle attese e a ogni appuntamento regala le partite più avvincenti della serata. Per l’Uefa Champions League 2012-13 il sorteggio che ha regalato il “girone della morte” o “girone dei campioni” (perché mette insieme i vincitori di Premier League, Liga, Bundesliga e Eredivisie) ha rappresentato una manna dal cielo. Non si poteva chiedere di meglio: ogni confronto ha il pathos della grande sfida, dell’eliminazione diretta, ben altra atmosfera rispetto a quella che si respira negli altri campi. Forse un girone così andrebbe istituito in pianta stabile. Motivazioni eccezionali che stimolano prestazioni esaltanti e ribaltano i pronostici. Così nella terza giornata accade che Ajax e Borussia Dortmund mettano ko Manchester City e Real Madrid con pieno merito. All’Amsterdam Arena forse solo Frank De Boer era disposto a concedere chance di successo all’Ajax, reduce da due sconfitte nelle prime due partite. Ai limiti di esperienza e pso degli olandesi si aggiungeva la forza dimostrata dal Manchester City nella sfortunata trasferta di Madrid, dove i Citizens avevano buttato via una vittoria quasi certa a pochi minuti dalla fine. Il gol di Nasri al 22′ rientrava quindi nel copione di una gara che doveva rilanciare la corsa del City. Ma allo scadere del primo tempo ci pensa Siem De Jong, su assist dello scatenato Van Rhijn, trovare il pari per i padroni di casa. Un gol che manda negli spogliatoi le due squadre con animi opposti. E le conseguenze si vedono nella ripresa, dove i padroni di casa giocano finalmente senza paura e trovano i gol di Moisander e del gioiello danese Eriksen. Il 3-1 produce negli olandesi un entusiasmo inversamente proporzionale alla crescente confusione degli inglesi che finiscono la gara con Dzeko, Aguero, Tevez e Balotelli contemporaneamente in campo. Quattro attaccanti ma pochi tiri: gli unici spunti arrivano da Dzeko, su cui è sempre pronto l’ottimo Vermeer. Il City con un punto dopo tre giornate è quasi fuori dalla Champions e dovrà trovare le motivazioni per raggiungere almeno la qualificazione in Europa League. Un brodino certo, ma il quarto posto sarebbe un’umiliazione difficile da giustificare per Mancini e i suoi.
Nonostante la sconfitta di Dortmund non dovrebbe avere problemi il Real Madrid, che al Westfallenstadion è stato superato 2-1 dal Borussia Dortmund. Ora i tedeschi guidano il girone D con 7 punti, uno più degli spagnoli: difficile credere che una delle due possa restare fuori dagli ottavi. Sotto la guida di Jurgen Klopp il Borussia ha saputo coniugare spettacolo e vittorie in patria, meno in Europa. Il successo sul Real è probabilmente quel che mancava per fare il salto di qualità a livello internazionale. Vittorie così tolgono dubbi e timori reverenziali. Conta il risultato, conta il modo: i campioni di Germania passano in vantaggio al 36′ con Lewandowski, pronto a punire un errore di Pepe; ma un minuto più tardi dimostrano poca maturità facendosi sorprendere in contropiede: Ozil lancia Cristiano Ronaldo in perfetta solitudine, lob su Weidenfeller in uscita e pareggio. E qui c’è il aslto: anziché battersi per l’ennesima incompiuta, gli uomini di Klopp proseguono ad attaccare come se nulla fosse, da grande squadra, per riprendersi quel successo che avevano in mano. Ispirati dal gran lavoro di Reus e Götze i gialloneri non mollano la presa e trovano il gol vittoria al 64′ con Schmelzer che ribatte in rete una deviazione di Casillas. Non si vuole enfatizzare troppo una vittoria su un avversario privo di alcuni titolari in difesa (Arbeloa e Marcelo) e tradizionalmente pessimo in Germania (24 trasferte: 18 sconfitte, 6 pareggi). Resta l’impressione che questo successo avrà l’effetto di elevare il Borussia nell’elite delle 4-5 squadre autenticamente candidate alla vittoria del torneo. Il prossimo test al Bernabeu sarà la prova del nove per i ragazzi di Klopp.
Nel girone A tutto deciso o quasi. Il Porto fatica ma alla fine vince 3-2 contro la Dinamo Kiev (doppietta di Martinez per i padroni di casa), ottenendo così il terzo successo di fila che vale la vetta a quota 9. A Zagabria Ibrahimovic e Menez firmano il 2-0 del Paris Saint Germain in casa della Dinamo, ultima a zero punti. Risultato di routine? Non proprio: si tratta del primo successo esterno in Champions per i francesi dopo 15 anni. Il Psg ora occupa il secondo posto nel gruppo a quota 6, tre punti più della Dinamo Kiev.
Due vittorie in trasferta nel girone B. Il 2-0 dello Schalke a Londra in casa dell’Arsenal può sorprendere solo chi non ha visto la partita. I tedeschi hanno dominato come molto raramente è successo all’Emirates, in campo internazionale solo il Barcellona aveva messo così alle corde i gunners in casa. La delusione per Arteta e compagni (che segue la sconfitta di campionato a Norwich) è che i gol ospiti sono arrivati solo nell’ultimo quarto d’ora quando ormai pensavano di essere sopravvissuti al tifone tedesco, e invece è arrivato l’uno-due degli olandesi Huntelaare Affelay. Finale di gara amaro, anzi amarissimo, anche per il Montpellier contro l’Olympiacos. I campioni di Francia sbloccano il risultato al 49′ con Charbonnier per poi farsi raggiungere al 73′ da Torosidis e superare al 91′ da Mitroglou. Primi punti nel torneo per i greci che scavalcano al terzo posto proprio i transalpini.
Nel girone C il Malaga sfrutta appieno la crisi del Milan ottenendo il terzo successo consecutivo, che gli vale virtualmente la qualificazione anticipata: gli spagnoli hanno sei punti di vantaggio e una differenza reti favorevole di dieci gol sulla terza. Un rigore di Kerzhakov al 72′ dà la vittoria allo Zenit sull’Anderlecht e porta i russi a un punto di distanza dal Milan. Messe da parte le aspirazioni di vittoria del girone, per i rossoneri anche il secondo posto è a forte rischio. ECL EUROPA
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