E’ calcio ma sembra tennis. Quando il Barcellona di Guardiola perde lo fa sempre allo stesso modo e la sensazione che si prova è la stessa che lasciano le sconfitte di Federer con Nadal. L’eccesso di talento può rendere ottusi, averne meno consente di avere poche idee ma chiare. Come il campione svizzero anche i catalani da tempo si confrontano con l’arte e la storia, e ogni sconfitta sembra uno sfregio, un capolavoro negato.
Due gol nei minuti di recupero delle due frazioni e il Chelsea elimina il Barcellona e raggiunge la finale della Champions League 2011-12. Dopo aver perso ai rigori la finale di Mosca nel 2008 col Manchester United i blues ci riproveranno contro la vincente tra Real Madrid e Bayern. Non sarà facile per la squadra di Di Matteo, che dovrà fare a meno di diversi squalificati, in particolare due giocatori chiave come Terry e Ramires. Terza sconfitta consecutiva per il Barcellona, che in otto giorni si è visto franare addosso tutto quel che aveva costruito nella stagione: consegnata la Liga al Real, regalata la finale di Champions al Chelsea.
I campioni d’Europa escono dal torneo con lo stesso punteggio con cui avevano esordito il 13 settembre scorso, facendosi raggiungere sul due pari dal Milan al 92′, dopo aver messo all’angolo i rossoneri per l’intera gara mancando però il colpo del ko. La storia si è ripetuta. Pari pari. Una sorta di chiusura del cerchio per i blaugrana che escono dal torneo allo stesso modo in cui erano usciti nel 2010 contro l’Inter, anche allora una remuntada fallita, al termine di una gara dominata, giocata per quasi un’ora in superiorità numerica, che ha finito per esaltare il cuore e la determinazione degli avversari. Entrambi i casi, la sconfitta di misura dei nerazzurri allora, il pareggio dei blues oggi, rappresentano il trionfo di un evergreen come il catenaccio sul calcio spaziale del Barcellona.
Nessuna sorpresa o quasi nelle formazioni iniziali: Di Matteo conferma gli undici eroi che avevano fatto le barricate a Stamford Bridge, mentre Guardiola parte col 3-3-4 e esclude a sorpresa Dani Alves, preferendogli Cuenca. Il Barca parte forte e Messi al 3′ mette sull’esterno della rete. Al 12′ Cahill, infortunato lascia il posto a Bosingwa, con Ivanovic che si sposta al centro della difesa. Al 16′ Valdes in uscita volante anticipa Drogba e abbatte Pique, che prova a restare in campo ma verrà sostituito da Alves dieci minuti più tardi. Al 20′ Fabregas di tacco mette Messi davanti a Cech, che con la punta del piede devia il diagonale dell’argentino. Al 35′ sugli sviluppi di un corner dalla destra, Fabregas libera sulla sinistra Cuenca che serve un rasoterra centrale che Busquets piazza in rete. Due minuti più tardi John Terry si fa beccare mentre, a palla lontana, colpisce alle spalle con una ginocchiata Alexis Sanchez. Sciocchezza imperdonabile. Al 43′ il Barcellona parte in contropiede proprio con l’ex punta dell’Udinese che serve Messi, l’argentino temporeggia al limite dell’area quel che basta per dettare il passaggio a Iniesta, bravo a scattare e superare Cech sul palo più lontano: 2-0 Barcellona qualificato. La fine del Chelsea sembra scritta e invece i campioni d’Europa bissano la distrazione che tre giorni prima gli era costata la sconfitta col Real, regalando un facile contropiede sulla fascia sinistra subito dopo essere andati in gol: sabato scorso ne aveva approfittato Cristiano Ronaldo, stavolta è bravo Ramires che al 47′ conclude la fuga con uno splendido pallonetto che lascia di stucco Valdes e l’intero Camp Nou. Le squadre rientrano negli spogliatoi col Chelsea nuovamente qualificato. La ripresa parte col Barcellona deciso a sfruttare la superiorità numerica, attaccando con ancora maggiore decisione. Al 47′ Iniesta sfiora il vantaggio. Un minuto più tardi Drogba regala al Barca un rigore con un tackle su Fabregas: dal dischetto Messi colpisce la traversa. Sanchez al 53′ manda fuori di testa da ottima posizione. Al 56′ Drogba ruba palla a Cuenca nella sua trequarti, supera in velocità Puyol, calcia da circa 45 metri ma Valdes para in tuffo. Al 61′ Cech respinge un diagonale di Cuenca. All’83’ Messi dal limite dell’area colpisce il palo. Al 92′ con tutto il Barcellona negli ultimi trenta metri di campo, Torres (entrato dieci minuti prima al posto di Drogba) si ritrova la palla tra i piedi con circa 60 metri tra sé e Valdes: arrivato davanti al portiere catalano l’ex punta di Atletico Madrid e Liverpool non fatica a saltarlo e mettere in rete. Il Camp Nou si alza in piedi e applaude. Un saluto che accomuna le due squadre: un grazie ai giocatori di casa, un in bocca al lupo ai blues per la finale (specialmente se l’avversario sarà il Real Madrid).
Esemplare la lezione di sportività del Camp Nou ma per il Barcellona si tratta di una brutta botta. A uscire sconfitta non è l’idea di calcio professata da Guardiola, perché i numeri dicono che nei 180 minuti il Chelsea ha trovato tre gol con quattro tiri in porta (uno da 40 metri), mentre il Barcellona è riuscito a segnare solo due volte, colpire quattro pali (uno su rigore), fallire almeno una dozzina di palle gol. La vera sconfitta di Guardiola è stata l’incapacità di trovare un piano B, un’alternativa capace di ovviare all’evidente calo di forma di alcuni uomini chiave, in particolare Leo Messi. Quando gli assi blaugrana sono al massimo, nessuno è riuscito a trovare le contromisure giuste. Ma quando calano un pochino, le difese meglio organizzate e gli attacchi più cinici sono in grado di punirli in modo crudele. L’argentino, errore dal dischetto a parte, è stato l’uomo in meno nei 180 minuti contro il Chelsea. Gli uno-due che sino a qualche settimana fa avviava e chiudeva con freddezza, sono diventati più rari, più prevedibili e soprattutto imprecisi. Gli errori nelle conclusioni sono figlie di un appannamento che ricorda a tutti che anche l’erede di Maradona è umano. Difficile ricordarsene dopo sette mesi giocati al ritmo di almeno un gol a partita. Se Messi non trova spazio né spunti, la mossa non può essere l’introduzione di Keita in posizione di centravanti-torre (scelta ancor più inutile vista l’assenza di cross). Di Matteo ha mandato a memoria la lezione Mourinho e i suoi hanno saputo ripeterla alla perfezione. Guardiola dovrà fare tesoro della lezione di una eliminazione-fotocopia. Saprà farlo. ECL EUROPA
Uefa Champions League 2011-12 – Ritorno Semifinale / Barcellona, Camp Nou
BARCELLONA-CHELSEA 2-2 (2-1)
Barcellona: Victor Valdes; Puyol, Piqué (26′ Dani Alves), Mascherano; Xavi, Busquets, Iniesta; Cuenca (68′ Tello), Messi, Fabregas (74′ Keita), Sanchez. All. Guardiola
Chelsea: Cech; Ivanovic, Terry, Cahill (12′ Bosingwa), Cole; Mata (58′ Kalou), Mikel, Raul Meireles, Lampard, Ramires; Drogba (80′ Torres). All. Di Matteo.
Arbitro: Cakir (Turchia)
Reti: Busquets 35′, Iniesta 43′; Ramires 45′, Torres 90′
Espulso: Terry (37′)
Ammoniti: Iniesta, Messi; Mikel, Ramires, Ivanovic, Lampard, Meireles
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