

Vittorie opposte nel girone E. Tanto facile quella della Roma sul Cska Mosca, quanto sofferta quella del Bayern sul Manchester City. Il 5-1 dei giallorossi all’Olimpico oltre a rappresentare la più larga vittoria romanista in Champions, mette in luce la pochezza dei russi. Sino a quando i ragazzi di Garcia hanno spinto sull’acceleratore la squadra di Slutsky è andata in affanno in ogni zona del campo, messa alla berlina dalle incursioni di Iturbe, Gervinho, Nainggolan. Solo nel finale il Cska, quando la Roma si è fermata, si è fatto vivo in avanti colpendo due e trovando il gol della bandiera con Musa. All’Allianz Arena si giocava il big match della serata: un gol dell’ex Jerome Boateng al 91′ ha dato i tre punti al Bayern, frustrato sino a quel momento dalle parate di un Joe Hart in forma eccellente. I bavaresi hanno controllato la gara ma, come troppo spesso accade alla squadre di Guardiola, le conclusioni in porta non sono proporzionali al volume di gioco espresso. Ne è venuta fuori una vittoria di misura che regala più dubbi che certezze per una squadra che punta a vincere il torneo. Il City ha la qualità per andare avanti nella Champions League 2014-15 ma non sarebbe una sorpresa non vederlo negli ottavi: siamo solo alla prima giornata ma si può già dire che la Roma è in grado di mettere fuori dalla competizione i campioni d’Inghilterra.
Nel girone F vittoria stentata per il Barcellona sull’Apoel. Guidati per la prima volta quest’anno da Xavi sin dal primo minuto, i blaugrana hanno superato i ciprioti 1-0 per merito di Pique al 28′. Quarta vittoria in quattro gare ufficiali per Luis Enrique ma il Barca per ora non incanta: la circolazione di palla è meno precisa del passato, il pressing (decisamente) meno intenso e anche gli spunti individuali latitano. I numeri, per ora, nascondono i diversi problemi del nuovo corso. Un gol per parte tra Ajax e Psg coi transalpini che dominano nel primo tempo (chiuso in vantaggio con Cavani), per poi rilassarsi troppo nel secondo anziché affondare i colpi. Leggerezza pagata a caro prezzo, grazie al calcio piazzato di Lasse Schone che al 74′ scavalca la barriera parigina e sorprende Sirigu, mal posizionato e in ritardo.
Doppio 1-1 nel girone G dove Huntelaar al 62′ firma il pari dello Schalke in casa del Chelsea, dopo che Fabregas aveva portato in vantaggio i blues in avvio di gara (da sottolineare l’assist geniale di Eden Hazard). La rotazione voluta da Mourinho, con Drogba al posto di Diego Costa, ha dato un aiuto insperato ai tedeschi, che hanno avuto gioco facile nella marcatura dell’ombra di quello che sino a tre anni fa era uno dei centravanti migliori al mondo. L’ivoriano ormai più che un calciatore sembra un poster. Una figurina che passeggia per il campo: teatrale quanto serve per giustificare il suo ultimo ingaggio ma per questo ancor più patetica. A Stamford Bridge ancora lo adorano, ma prestazioni così apriranno presto gli occhi anche ai nostalgici più affezionati: quel numero 11 è sulle spalle di un manichino, pronto per Madame Tussaud. Arriva a tempo scaduto il pari del Maribor con lo Sporting, un 1-1 che vale una vittoria a giudicare dall’entusiasmo del pubblico di casa. Passati in svantaggio all’80’ su gran gol di Nani, gli sloveni trovano il pari al 92′ con Zahovic (il papà era una punta del Benfica) che di testa intercetta una svirgolata di Mauricio e scavalca Rui Patricio.
La partita numero 200 del Porto in Champions viene celebrata adeguatamente con un 6-0 al Bate Borisov che vale la vetta del girone H. Tripletta per il 24enne algerino Yacine Brahimi (fenomenale il coast-to-coast del secondo gol) e reti di Adrian, Aboubakar e Jackson Martinez (67mo centro in 101 gare coi Dragones). Zero a zero invece al San Mames tra Athletic Bilbao e Shakhtar Donetsk. LECHAMPIONS EUROPA
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