
Poteva finire anche uno a uno e l’impressione non sarebbe cambiata: il Tottenham ha giocato a San Siro col piglio della grande squadra, il Milan no. L’1-0 subito in casa rischia di compromettere le chances di superamento del turno dell’attuale capolista della serie A. A White Hart Lane sarà un’altra gara ma per i rossoneri potrebbe rivelarsi ancora più difficile.
Le scelte dei due tecnici di iniziare la partita con tre centrocampisti di contenimento su quattro era indicativa. Scelte prudenti, comprensibili da parte di Redknapp meno da Allegri. Scegliere una mediana pesante con Thiago Silva, Gattuso e Flamini e un giocatore intelligente ma lento come Seedorf nel ruolo di trequartista, non poteva che costringere i rossoneri a giocare contro una difesa schierata. L’incapacità rossonera di costruire alcunché né di sollevare i ritmi di gioco, spianava la strada al Tottenham che aveva buon gioco nel far girare la palla in attesa di creare il varco giusto sulla destra per lanciare Aaron Lennon. Schema fin troppo scontato come quello dei cross per la torre Peter Crouch: tutto chiaro e risaputo, eppure il Milan ha messo gli avversari nelle condizioni migliori per portare avanti le due tattiche offensive più prevedibili.
Un’uscita di Abbiati su Crouch obbliga i padroni di casa alla prima sostituzione dopo soli 19 minuti: il portiere rossonero, che rimedia una contusione alla testa, è costretto a lasciare il posto ad Amelia. La frazione si chiude col Milan che ci capisce sempre meno e il Tottenham che sembra pago di affermare la propria superiorità senza affondare.
Nell’intervallo Allegri riconosce l’errore iniziale e prova a dare maggiore velocità alla manovra inserendo Pato al posto di Seedorf e arretrando Robinho nel ruolo di trequartista. La mossa ha un effetto immediato, perché il Milan finalmente prende le redini del gioco e prova a fare la partita, anche se Van der Vaart al 47’ con un pallonetto geniale sfiora il gol per gli ospiti: la giocata dell’olandese ricorda parecchio il gol siglato lo scorso anno a Catania dal connazionale Jan Klaas Huntelaar. Stavolta la palla va fuori di poco. Un minuto più tardi sono i rossoneri a sfiorare il vantaggio con un gran colpo di testa di Mario Yepes che Gomes tira fuori dall’incrocio dei pali. La partita è cambiata. Il Milan finalmente pressa, anche se talvolta esagera: l’entrata a piedi uniti di Flamini su Corluka è di una durezza spropositata. Lannoy punisce il suo connazionale solo con un giallo: il terzino degli Spurs è costretto a lasciare il posto al redivivo Jonathan Woodgate, che va al centro della difesa obbligando Gallas a spostarsi nel ruolo di terzino destro. L’intervento di Flamini accende gli animi e Gattuso, capitano rossonero, non trova di meglio che schiaffeggiare il vice di Redknapp: Joe Jordan, primo straniero del Milan alla riapertura delle frontiere degli anni Ottanta. Gesto vigliacco e volgare che non fa onore al giocatore né a chi lo tiene in campo a dispetto dell’incapacità di controllarsi.
Alla ripresa del gioco Gomes compie un nuovo prodigio su un altra bellissima girata aerea di Yepes: in assenza di guizzi da parte degli attaccanti è lui l’arma offensiva più pericolosa dei rossoneri. Le parate del portiere brasiliano degli Spurs salvano la gara degli Spurs. Al 61’ Redknapp a sorpresa toglie Van der Vaart per inserire Luka Modric. Il Milan intanto continua a spingere soprattutto sulla destra con Abate, continuamente cercato da Robinho; mentre Ibrahimovic e Pato sembrano più impegnati a non pestarsi i piedi che a creare pericoli alla difesa inglese. Al 74’ un Gattuso sempre più isterico viene ammonito per aver colpito con un’entrata da dietro Pienaar: il numero otto rossonero, diffidato, salterà la gara di ritorno; il centrocampista sudafricano viene invece sostituito con Kranjcar.
Al 79’ un passaggio di Ibrahimovic al limite dell’area viene intercettato da Sandro: il brasiliano tocca per Modric, che aziona Lennon. L’ala degli Spurs inghiotte 60 metri di campo in cinque secondi: si beve Yepes al limite dell’area per poi mettere una palla al centro che Crouch deve solo appoggiare in rete. Un gol che sa tanto di qualificazione anticipata per gli Spurs. Al 93’ il Milan potrebbe pareggiare con Robinho da pochi metri: ma Dawson salva in scivolata. Nel calcio d’angolo successivo il gol rossonero arriva grazie a una rovesciata di Ibrahimovic: ma l’arbitro aveva già fermato il gioco, non è chiaro se per il fuorigioco del centravanti milanista o per il fallo su Dawson che aveva preceduto la girata. Alla sconfitta si accompagna la vergogna per il bis di Gattuso, che a fine gara non trova di meglio che aggredire nuovamente Jordan con una testata. Follia totale e ripetuta: per questo non sono scuabili né il giocatore né chi l’ha lasciato in campo. Negli spogliatoi, davanti ai microfoni, Ringhio chiederà scusa. ECL
UEFA Champions League 2010-11 – Andata ottavi di finale / Milano, San Siro
MILAN-TOTTENHAM 0-1 (0-0)
Milan: Abbiati (19′ Amelia); Abate, Nesta, Yepes, Antonini; Gattuso, Thiago Silva, Flamini; Seedorf; Robinho, Ibrahimovic. Allenatore: Allegri
Tottenham: Gomes; Corluka (59′ Woodgate), Dawson, Gallas, Assou-Ekotto; Lennon, Palacios, Sandro, Pienaar (77′ Kranjcar); Van der Vaart (61′ Modric); Crouch. Allenatore: Redknapp
Arbitro: Lannoy (Francia)
Ammoniti: Flamini, Yepes, Gattuso
©LECHAMPIONS.it/CHAMPS.ws. Tutti i diritti riservati/All rights reserved