Gordon Banks è stato molto più di una parata. Anche se quella sul colpo di testa di Pelé resta per tutti, per sempre, la parata. Non solo l’Inghilterra ma tutto il calcio mondiale piange la scomparsa di uno dei più grandi portieri della storia di questo sport, morto a 81 anni nella sua casa di Stoke. Lì dove nel 1972 aveva chiuso la carriera prematuramente, a causa di un incidente stradale, di ritorno da una seduta di allenamento, che gli aveva provocato la perdita della vista a un occhio. Un danno permanente che lo costringerà a dare l’addio alla nazionale, allo Stoke e al calcio giocato, pochi mesi dopo aver guidato il City alla conquista della Coppa di Lega, unico titolo del club. Si tratta del primo ritiro, perché nel 1977 Banks ritorna in campo nei Fort Lauderdale Strikers, nel campionato Nasl degli Stati Uniti. Un rientro incomprensibile che riceve diverse critiche: un portiere menomato che riprende a giocare non è una buona pubblicità per la lega né per se stesso e il suo mito. Eppure, Banks riesce a essere premiato come miglior portiere del campionato. Alla fine del torneo lascia, con l’orgoglio non solo di aver fatto ricredere gli scettici, ma di ritrovarsi nella condizione di dire no alle richieste di continuare a giocare.
Un riconoscimento che, per un portiere con la vista dimezzata, vale forse più di quelli ottenuti tra il 1966 e il 1971, quando è stato premiato ogni anno come miglior portiere al mondo. Sei anni nei quali Banks si è laureato campione del mondo nel 1966 grazie alla vittoria inglese nella finale di Wembley per 4-2 ai supplementari sulla Germania Ovest. Sfida che si sarebbe riproposta nei quarti di finale nel 1970 in Messico, con i tedeschi capaci di rimontare da 0-2 a 3-2 e eliminare gli inglesi campioni uscenti. Una sfida che Banks vide dall’albergo, a causa di problemi allo stomaco che lo avevano messo fuori causa alla vigilia della gara. Ma fuori dell’Inghilterra Gordon Banks verrà associato al Mondiale del 1970 più che a quello vinto in casa quattro anni prima. Merito della parata su Pelé, unanimemente riconosciuta come la più bella sempre: il colpo di testa schiacciato dal numero dieci del Brasile nell’angolo basso alla destra di Banks è destinato a entrare e anche i replay faticano a spiegare il balzo all’indietro e la mano che schiaffeggia la palla dal basso sollevandola sopra la traversa. Riflessi, agilità, velocità, forza, fiducia e tecnica: c’è tutto, tutto concentrato in una frazione di secondo. Un prodigio che Bobby Moore, mentre si appresta a piazzarsi per fronteggiare il calcio d’angolo, saluta così: “Stai invecchiando Bansky, un tempo l’avresti bloccata”. È la parata che regala l’immortalità calcistica a un fuoriclasse, capace di affermarsi come numero uno indiscusso dell’Inghilterra senza mai giocare con Liverpool, Leeds United, Arsenal o Manchester United, le grandi del tempo ma con club molto più modesti come Leicester (dove passerà il testimone a un giovane Peter Shilton) e Stoke City. Fuoriclasse tra i pali, elegante quanto modesto al di fuori del rettangolo di gioco. Nella sua autobiografia Banksy ricordava con affetto e orgoglio le umili origini: “Mio padre lavorava in miniera e tutti facevamo, a uno a uno, il bagno nella stessa vasca e con la stessa acqua, si può immaginare cosa trovasse l’ultimo che entrava”. LECHAMPIONS EUROPA
Gordon Banks
Nato il 30 dicembre 1937
Morto l’11 febbraio 2019
Ruolo
Portiere
Squadre
1958–1959 Chesterfield (Inghilterra)
1959–1967 Leicester City (Inghilterra)
1967 Cleveland Stokers (Usa) in prestito
1967–1973 Stoke City (Inghilterra)
1971 Hellenic (Sudafrica) in prestito
1977 Fort Lauderdale Strikers (Usa)
1977 St Patrick’s Athletic (Irlanda) in prestito
1978 Fort Lauderdale Strikers (Usa)
Nazionale
1963–1972 Inghilterra 73 presenze
Titoli
1966 Campione del mondo
1964 Coppa di Lega (Leicester City)
1972 Coppa di Lega (Stoke City)