Pep Guardiola (Barcellona)

Pep Guardiola (Barcellona)Pep Guardiola non sarà più alla guida del Barcellona il prossimo anno. Dopo aver anticipato la sua decisione al presidente blaugrana Sandro Rosell il giorno prima, il tecnico lo ha comunicato in mattinata alla squadra prima dell’allenamento in preparazione della sfida di campionato col Rayo Vallecano. Un annuncio che completa una settimana terribile per il club catalano, che in sei giorni ha visto svanire il sogno di vincere la Liga per il quarto anno di fila, poi quello di confermarsi sul tetto d’Europa e ora vede andar via il tecnico che ha fatto di una squadra un capolavoro da leggenda.
Chi andrà a rileggersi le statistiche messe insieme dal Barcellona nei quattro anni con Guardiola in panchina troverà numeri incredibili: due Champions League (e due eliminazioni in semifinale), due Supercoppe europee, due Mondiali per club, tre campionati, una Coppa del Re (e una finale ancora da giocare con l’Athletic Bilbao), tre Supercoppe spagnole. Ma questi numeri non bastano a spiegare l’ammirazione planetaria per il 41enne tecnico catalano, che ha saputo coniugare vittorie in quantità con uno stile di gioco unico, il tiki-taka, perfezionando una coralità di movimenti capace di esaltare, anziché annullare, l’abilità individuale. In questo quadriennio Leo Messi, Andres Iniesta e Xavi hanno rappresentato gli alfieri ideali di questo gioco, ma scacchiera e mosse sono tutta opera di Guardiola. Il tecnico ha spiegato che dietro la sua scelta di non allenare più il Barcellona non c’è nessuna altra squadra, solo la stanchezza e la consapevolezza che un ciclo si è chiuso: “Mi spiace aver creato incertezza. Io sono stato anche un giocatore del Barcellona, questa è sempre stata la mia casa e decidere di andarmene è stato difficilissimo. Ma quattro anni sono un’eternità per un allenatore del Barcellona. A ottobre e a dicembre avevo già comunicato al presidente le mie intenzioni ma non volevo dirlo ai giocatori e alla stampa, c’erano tante competizioni importanti ancora da giocare. Per i giocatori ho una stima infinita, sono stato un privilegiato a poterli allenare: nessuno può immaginare cosa abbia rappresentato per me raggiungere certi risultati e vedere la qualità del gioco che abbiamo espresso. Ma ora devo fermarmi”.
Sostituirlo non sarà facile. La società ha annunciato che la panchina verrà affidata al vice di Guardiola Tito Vilanova. La ragione è evidente: garantire continuità a un progetto, a un’idea. Se non si è chiusa un’era per il Barcellona, di certo si è chiuso un capitolo unico. Vilanova potrà anche rivelarsi capace di vincere di più: Capello ci riuscì nel Milan post-sacchiano come Bob Paisley nel Liverpool del dopo Shankly. Si trattava di imprese improbe anche allora, realizzate con persone già presenti in società. Il Barcellona ha la statura, la tradizione e la grandezza per sopravvivere a qualunque cambio di allenatore, lo ha dimostrato proprio Pep Guardiola subentrando a Frank Rijkaard. Ma il calcio regalato dal Barca nella stagione del Grande Slam non si rivedrà più. ECL EUROPA


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