Il 20 dicembre 2000 iniziava l’avventura editoriale di Solki. Un periodico sportivo che metteva insieme per la prima volta quello che dieci anni più tardi sarebbe diventato il nucleo storico dell’attuale redazione di LECHAMPIONS. Vogliamo celebrare l’anniversario ricordando i protagonisti delle nostre cronache di questo decennio. E se visivamente 2000 e 2010 non sembrano poi così distanti, si pensi a giocatori, allenatori e squadre di dieci anni fa, e immediata arriva la percezione del tempo trascorso.
Nel 2000 il miglior portiere del mondo era Peter Schmeichel, adesso è Julio Cesar, tra loro Gigi Buffon: in dieci anni il portiere della nazionale italiana è passato dallo status di erede designato del danese a quello di veterano “in fase calante”. Così gli altri ruoli: Cafu e Maicon, Maldini e Piqué, Zidane e Messi. Tutti hanno segnato l’ultima decade. Chi la prima metà, chi la seconda.
Scegliere l’undici ideale di questi dieci anni di competizioni internazionali – come sempre accade quando si ha la pretesa di mettere insieme giocatori di periodi diversi – è un esercizio impegnativo, divertente, discutibile. Molti esclusi possono vantare credenziali analoghe ai prescelti, questo basta a far capire la difficoltà della scelta.
Problema preliminare: il criterio guida. Inizialmente avevamo pensato di limitarci a considerare i giocatori che hanno coperto l’intero decennio. Giocavano nel 2000 e oggi sono ancora in attività: Henry, Trezeguet, Totti, Del Piero, Raul, Van Nistelrooy, Seedorf, Carragher. Alla fine abbiamo preferito cercato di individuare chi nel corso di questa decade ha rappresentato il meglio in ciascun ruolo: i giocatori che hanno messo l’asticella più in alto di chiunque altro nella rispettiva posizione. Un criterio che ha in parte penalizzato longevità, palmares e costanza, in favore dell’eccellenza di rendimento. ‘Unità di misura’ naturalmente discutibile, così come la scelta di far giocare l’XI ideale con un regista arretrato anziché con un mediano di rottura (che avrebbe garantito l’inclusione di Claude Makelele).
Ecco i nostri undici:
PORTIERE: Gigi Buffon (Parma, Juventus). Per quattro stagioni tra il 2003 e il 2007 è stato nominato miglior portiere al mondo dall’IFFHS, Istituto internazionale di storia e statistica del calcio. Buffon è l’unico della nostra selezione a non aver vinto, nel decennio considerato, una coppa internazionale col suo club. Campione del mondo 2006 con l’Italia ma nessuna coppa europea. Un limite che nel suo caso diventa un punto di forza, perché evidenzia ancor di più quanto i premi individuali ricevuti non fossero influenzati dai successi della squadra ma meritati a dispetto delle sconfitte. Nella stagione 2002-03 la Juventus perse la finale di Champions League ai rigori col Milan ma Buffon fu premiato come miglior portiere e miglior giocatore assoluto del torneo. Ha dovuto confrontarsi con Peruzzi, Dida, Cech, Casillas e ora Julio Cesar: non è mai stato secondo a nessuno.
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): –
TERZINO DESTRO: Javier Zanetti (Inter). Nella continuità di rendimento e nell’aspetto Zanetti sembra essersi cristallizzato, facendo sembrare scontato un apporto che scontato non è. Nel vederlo giocare non pensi a logorio o età, ma i numeri sono quelli di un veterano: 136 presenze nella nazionale argentina e più di 700 presenze nell’Inter. Capace di conquistare a 37 anni, da titolare indiscusso, Champions League e Mondiale per club.
L’arrivo di Maicon in nerazzurro ha trasformato il capitano dell’Inter in jolly: da circa quattro anni Zanetti ha abbandonato la “sua” fascia per essere schierato come incontrista a metà campo o nel ruolo di fluidificante sinistro. Ovunque garantisce lo stesso rendimento. Ma è da terzino destro che ha fatto vedere le cose migliori: mai una diagonale sbagliata o un fuorigioco errato; capace di portare palla e andare via in slalom dalla sua tre quarti fino a quella avversaria. Un portento di dinamismo, professionalità e lealtà sportiva.
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): 1 Champions League 2010; 1 Mondiale per club (2010)
TERZINO SINISTRO: Roberto Carlos (Real Madrid, Fenerbahce, Corinthians). Campione del mondo col Brasile nel 2002, Roberto Carlos ha dominato la prima metà del decennio, migliorando parecchio quella fase difensiva pressoché inesistente a inizio carriera. Nel Real Madrid dei “galacticos” il terzino brasiliano era uno dei pochi a saper combinare le due fasi di gioco: attacco e difesa, col bonus della grande abilità nei calci piazzati. Il passaggio al Fenerbahce e poi al Corinthians (dove vorrebbe vincere la Libertadores) hanno coinciso col naturale declino delle qualità atletiche, che per anni gli avevano permesso di dominare la fascia sinistra.
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): 2 Champions League (1999-2000, 2001-2002); 1 Supercoppa europea (2002); 1 Coppa Intercontinentale (2002)
REGISTA: Xavi Hernandez (Barcellona). Andrea Pirlo e Roy Keane hanno dato interpretazioni diverse del ruolo, ma di così alto livello e ugualmente dominanti che è difficile escludere due fuoriclasse del genere. Juan Sebastian Veron con l’Estudiantes è ancora oggi uno dei migliori registi al mondo. Eppure, nonostante l’elevatissima qualità dei contendenti, questa è una delle poche posizioni dove non ci sono dubbi: Xavi ha portato il ruolo di playmaker in un’altra dimensione. Tecnica e visione: scienza e arte. L’intelligenza calcistica inarrivabile ne fa un modello difficilmente imitabile, pressoché irripetibile.
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): 2 Champions League (2005-2006, 2008-2009); 1 Supercoppa europea (2009); 1 Mondiale per club (2009)
CENTRALE DESTRO/STOPPER: Alessandro Nesta (Lazio, Milan). Il ruolo di difensore centrale nell’ultima decade ha visto marcatori eccezionali come Jaap Stam, Walter Samuel, Jamie Carragher, Carles Puyol. Ma nessuno di loro può vantare la qualità e la completezza del difensore centrale milanista. Penalizzato per quasi un biennio dagli infortuni, eppure capace di essere sempre l’uomo forte della linea di difesa del Milan, che prima lo vedeva accanto a Paolo Maldini e ora a Thiago Silva: la transizione da allievo a maestro è stata così indolore da passare inosservata. Un vero fuoriclasse della difesa. Con lui, Franco Baresi e Paolo Maldini, i rossoneri possono vantare i migliori difensori centrali degli ultimi trent’anni.
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): 2 Champions League (2002-2003, 2006-2007); 2 Supercoppe europee (2003, 2007); 1 Mondiale per club (2007)
CENTRALE SINISTRO/LIBERO: Paolo Maldini (Milan). Ha esordito nel 1985 a 16 anni come difensore centrale, per poi essere spostato sulla fascia: dopo tre anni era già il migliore terzino sinistro al mondo. Insuperabile. L’unico giocatore capace di metterlo in difficoltà è stato Chris Waddle, in Coppa Campioni col Marsiglia e con la maglia della nazionale inglese. Degno erede di Antonio Cabrini, Maldini ha finito per superare quello che sembrava un modello inarrivabile; incredibilmente ha raggiunto la stessa eccellenza anche da difensore centrale, prima accanto a Franco Baresi poi al suo posto. Fabio Cannavaro nel 2006 è stato premiato col Pallone d’oro e negli ultimi anni Vidic, Terry e Piqué possono essere considerati i migliori centrali di sinistra: nessuno di loro però vale il Maldini che nel 2009 chiudeva al top 24 anni di carriera nella stessa squadra.
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): 2 Champions League (2002-2003, 2006-2007); 2 Supercoppe europee (2003, 2007); 1 Mondiale per club (2007)
ALA: Ryan Giggs (Manchester United). L’equivalente offensivo di Paolo Maldini. Solo una squadra in carriera: il Manchester United, dove da 21 anni rappresenta un’emblema di classe e professionalità. Nato come ala sinistra – dribbling, velocità, scatto, progressione, cross – è stato capace di riconvertirsi con successo nei ruoli di interno, rifinitore e, all’occorrenza, di registra arretrato. Metamorfosi che ha evidenziato l’intelligenza calcistica del gallese, spesso sottovalutata perché offuscata dalle eccezionali doti tecniche e atletiche. Se la debolezza della nazionale del Galles non gli ha mai consentito di partecipare ai Mondiali, la forza dello United ne ha fatto una presenza fissa della Champions League. Non è un caso quindi che in questa competizione e contro due squadre inglesi abbia stabilito due primati che lo rendono immortale nella storia del suo club: nella finale di Mosca del 2008 contro il Chelsea, supera il record di 758 presenze di Bobby Charlton, siglando pure il rigore decisivo; e l’anno dopo nella semifinale con l’Arsenal, raggiunge quota 800. Assieme a Paul Scholes rappresenta l’elemento di continuità tra lo United di Cantona e quello di Rooney.
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): 1 Champions League (2007-2008); 1 Mondiale per club (2008)
INTERNO: Steven Gerrard (Liverpool). Nel Liverpool che nel 2001 vinceva Coppa Uefa e Supercoppa europea, Steven Gerrard era la promessa mantenuta di una squadra che aveva in Michael Owen e Robbie Fowler le sue stelle principali. Nei reds che nel 2005 conquistavano la Champions League al termine della finale più bella e drammatica di sempre, Steven Gerrard era semplicemente “IL” Liverpool. Da solo aveva eliminato l’Olympiakos di Rivaldo negli ottavi di finale, poi aveva guidato i compagni nei successi contro la Juventus di Capello nei quarti e sul Chelsea di Mourinho in semifinale, prima del trionfo di Istanbul ai rigori sul Milan. Nel nostro ipotetico top 11, fatto di soli fuoriclasse, nessuno eguaglia le doti di trascinatore di Steven Gerrard, capace di incidere con gol pesanti (questa la sua caratteristica principale: segna quando la squadra è in difficoltà) da seconda punta, mezzapunta, mediano, regista, interno. Definirlo determinante è riduttivo: oltre a Gerrard solo Diego Maradona è stato capace portare al massimo successo – da solo – una squadra in larga parte mediocre (e almeno otto undicesimi dell’Argentina 1986 e del Liverpool 2005 lo erano).
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): 1 Champions League (2004-2005); 1 Coppa Uefa (2000-2001); 2 Supercoppe europee (2001, 2005)
CENTRAVANTI: Ronaldo (Inter, Real Madrid, Milan, Corinthians). Serviva qualcosa di straordinario per negare la nostra maglia numero 9 a Samuel Eto’o, capace di vincere tre Champions League, segnando gol decisivi con la maglia del Barcellona nelle finali 2006 e 2009 e di contribuire in modo determinante ail successi internazionali dell’Inter nel 2010. Il qualcosa di straordinario è Ronaldo Luís Nazário de Lima. Il miglior Ronaldo è stato quello della fine anni Novanta, ammirato dai tifosi di Psv Eindhoven, Barcellona e Inter. Una stella arrivata dal futuro: condensato di tecnica, spettacolo, concretezza, doti realizzative, gol spettacolari e determinanti. Roba da mozzare il fiato. Giustamente soprannominato il Fenomeno, Ronaldo non ha eguali nella storia del calcio: forse il paragone più azzeccato è con Michael Jordan, asso del basket ugualmente spettacolare e vincente. Con gli infortuni e i problemi di peso Ronaldo ha perso parecchio. Negli anni Duemila, seppure già in calo, le sue doti di opportunismo e abilità tecnica gli hanno consentito di continuare a segnare e vincere, imponendosi nel 2002 come campione del mondo col Brasile e col Real. Un talento calcistico enorme: inizialmente reso inarrivabile perché accoppiato a doti atletiche formidabili, poi normalizzato dai problemi fisici e un regime di vita decisamente non da atleta. Ma la classe rimane: ancora oggi, con la maglia del Corinthians, nonostante rotondità e mobilità da pensionato, è capace di andare a segno con regolarità nelle (sempre più sporadiche) occasioni in cui riesce a scendere in campo.
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): 1 Coppa Intercontinentale (2002)
RIFINITORE: Zinedine Zidane (Juventus, Real Madrid). Nel Real Madrid che collezionava Palloni d’oro (Figo, Owen, Ronaldo), Zidane era la stella più abbagliante. Arrivato dalla Juventus nel 2001, Zizou era già un campione affermato, capace di portare la Francia al titolo mondiale nel 1998. Nella prima stagione al Bernabeu, Zidane conquista subito il ruolo di prima star, ridimensionando la supposta grandezza di molti compagni: affianco a lui i Figo, i Raul, i McManaman, sembrano comparse. Le giocate di Zizou riescono ancora a stupire e sorprendere un pubblico dal palato finissimo, abituato ad ammirare grandi talenti dai tempi di Di Stefano e Puskas. La rete (decisiva) messa a segno nella finale di Champions League del 2002 contro il Bayer Leverkusen, girata al volo dal limite dell’area, è un serio candidato al premio di gol più bello mai realizzato in una finale di coppa. Chiude nel 2006 dopo la finale mondiale persa dalla Francia contro l’Italia, respingendo offerte e preghiere di ripensamento.
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): 1 Champions League (2001-2002); 1 Supercoppa europea (2002); Coppa Intercontinentale (2002)
SECONDA PUNTA: Leo Messi (Barcellona). A soli 23 anni c’è già chi lo mette sullo stesso piano di Pelè e Maradona. Troppo presto. Di certo l’accostamento non è improprio né irriverente. Giocatori così nascono ogni trent’anni ed è un privilegio del decennio appena trascorso, poter vantare tra i suoi protagonisti Leo Messi, così come gli anni Sessanta avevano visto brillare la stella di Pelè e gli Ottanta quella di Maradona. I contemporanei dell’argentino si chiamano Cristiano Ronaldo, Wayne Rooney, Ricardo Kakà, Andrej Arshavin: bravi ma nessuno regge il paragone. Nel Barcellona Messi esordisce a 17 anni nel 2004 e nel giro di un paio di stagioni si impone in prima squadra, contribuendo involontariamente ad accelerare il declino e la cessione di Ronaldinho da cui erediterà la maglia numero 10. Nel Barcellona del Grande Slam (sei titoli in sei competizioni nell’anno solare 2009) l’argentino non è solo la ciliegina nella torta: è parte integrante e determinante della macchina da calcio-spettacolo messa a punto da Guardiola. Come punta esterna o centrale il fuoriclasse blaugrana fa (quasi) sempre la differenza: oltre 150 gol in poco più di 200 partite. Numeri impressionanti. Da vero goleador. Eppure nessuno si sogna di racchiuderlo nella banale definizione di bomber. Messi è spettacolo, fantasia, emozione. Il migliore.
Competizioni internazionali di club vinte (2000-2010): 2 Champions League (2005-2006, 2008-2009); 1 Supercoppa europea (2009); Mondiale per club (2009)
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