


Benvenuto a Roma. La prima all’Olimpico di Luis Enrique finisce nel peggiore dei modi, con la Roma eliminata dall’Europa League 2011-12 dallo Slovan Bratislava. In vantaggio dopo 11 minuti con Perrotta (bravo a intervenire in spaccata da distanza ravvicinata su corner di Totti), i giallorossi falliscono più volte il raddoppio e si fanno infilare all’82’ da Stepanovsky.
Gol che arriva otto minuti dopo la sostituzione di Francesco Totti, subito accompagnata dai mugugni dei tifosi e contestata apertamente dopo il fischio finale. Era dalla stagione 1997/98 che la squadra giallorossa non mancava l’appuntamento con la fase finale delle coppe europee. Il campionato non è ancora iniziato ma il giovane tecnico spagnolo è già sulla graticola. Chiamato a ringiovanire una squadra bollata da tutti come logora, viene contestato per non dare abbastanza fiducia a senatori come Totti e Pizarro e non lanciare subito nella mischia un altro ragazzino come il 33enne Gabriel Heinze. Insomma Roma si conferma la piazza più sudamericana d’Europa, con la solita miscela esplosiva di amore e odio capace di corrodere anche le fibre più forti. Di certo Luis Enrique non brilla per diplomazia e lo scontro con Totti sembra quasi cercato, quasi a voler far capire che il leader in campo sarà pure il numero 10 giallorosso ma sopra di lui c’è sempre l’allenatore. Puntare diritto sul leader del gruppo per chiarire chi comanda: una scelta che accomuna Luis Enrique ad altri ex colleghi (Gullit con Shearer, Vialli con Zola, Ferrara con Del Piero), che hanno finito per pagare con l’esonero un braccio di ferro gratuito con l’idolo dei tifosi. Certe scelte se le possono permettere in pochi (Capello e Mourinho), in virtù delle tante vittorie. Che a Luis Enrique ancora mancano: vincere campionati minori col Barcellona B non è una dote spendibile quando vuoi ridimensionare Totti a Roma. E la difesa del tecnico spagnolo non convince: “Rifarei quello che ho fatto, penso sempre al bene della squadra e non devo giustificarmi. Togliere Totti in quel momento era la soluzione che ritenevo giusta: mi serviva un giocatore più fresco. E chi dice che con lui in campo avremmo vinto?”. Non lo aiuta la dichiarazione post-gara del tecnico dello Slovan Weiss: “Totti è la Roma. Con la sua uscita la partita è cambiata. Quel cambio ci ha agevolati”.
Di certo la tifoseria romanista ha messo da parte ogni riguardo e l’entusiasmo di alcune settimane fa si è trasformato in scetticismo, diffidenza, contestazione. Il nuovo corso di Tom DiBenedetto non poteva iniziare peggio: “Non era il risultato che avremmo desiderato ma la squadra sta migliorando. Il nostro è un progetto a lungo termine e siamo appena agli inizi”. Non tarderà a capire che la pazienza è totalmente estranea alla cultura del calcio italiano. Trigoria è già in fermento e il destinatario numero uno delle perplessità (eufemismo) dei tifosi giallorossi è il tecnico spagnolo (che i più generosi definiscono “inesperto” e i più definitivi “incompetente”). Se non dovessero arrivare presto risultati (e quindi l’esonero) c’è da scommettere che anche il ds Sabatini e la proprietà non verranno risparmiati. Nessuno ricorda, o vuole ricordare, che Okaka (entrato al posto di Totti) sull’1-1 ha regalato a Bojan il miglior assist della serata, mettendolo solo davanti a Putnocky, ma l’ex riserva del Barcellona non ha trovato di meglio che centrare di piatto il portiere slovacco. Il cambio era giusto, il cambiato no. ECL EUROPA
Europa League 2011-12 – Playoffs ritorno / Roma, stadio Olimpico
ROMA-SLOVAN BRATISLAVA 1-1 (1-0)
Roma: Stekelenburg; Cicinho (9′ Rosi), Cassetti, Burdisso, José Angel; Perrotta, Viviani, Simplicio; Caprari (69′ Verre), Totti (74′ Okaka), Bojan. Allenatore: Luis Enrique
Slovan Bratislava: Putnocky; Cikos, Dobrotka, Had, Pauschek; Kladrubsky; Bagayoko, Grendel (66’ Stepanovsky), Guedé, Zofcak (92′ Dosoudil); Sebo (88′ Lacny). Allenatore: Weiss
Arbitro: Ozkahya (Turchia)
Reti: Perrotta 11; Stepanovsky 82′
Ammoniti: Jose Angel, Viviani; Sebo
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