Mai arrendersi. Quattro delle prime cinque sfide del ritorno del Terzo turno di qualificazione di Champions League hanno registrato recuperi soprendenti e spettacolari.
Cominciamo dalla fine. Sono bastati due minuti agli olandesi del Twente, allenati dall’ex ct della nazionale inglese Steve McClaren, per segnare il gol che dopo lo zero a zero dell’andata garantiva la qualificazione ai danni dello Sporting Lisbona. Una volta avanti, i padroni di casa gestiscono il vantaggio nella massima tranquillità, anche troppa visti gli errori di mira che hanno vanificato le occasioni del possibile 2-0. Lo Sporting dal canto suo ha confermato di essere una squadra incapace di pungere e la partita si è trascinata sino alla fine. Meglio: sino a pochi secondi dalla fine del quinto minuto di recupero concesso dall’arbitro francese Stéphane Laurent Lannoy. Al 95′ su un corner per gli ospiti, il portiere lusitano Rui Patricio si spingeva in avanti nella speranza di pescare il jolly-qualificazione e così era: il numero uno ospite anticipava tutti di testa ma per superare il collega Mihaylov aveva bisogno della collaborazione involontaria di Wisgerhof, che nel tentativo di salvare la propria porta metteva fuori causa il proprio portiere. Una sequenza sfortunuata clamorosa che regala, è il caso di dirlo, una qualificazione che lo Sporting aveva fatto ben poco per meritare.

Rimonta ben più entusiasmante e meritata quella del Maccabi Haifa. Dopo lo zero a zero rimediato in Kazakhistan, gli israeliani erano leggermente favoriti sull’Aktobe. Quindici minuti di gioco sono stati sufficienti per capovolgere i pronostici: i gol di Averchenko all’8′, Chichulin al 13′ e Khayrullin al 15′, tre in sette minuti, hanno messo le ali ai campioni kazaki e annichilito il pubblico di casa. Non i giocatori, che – dopo alcuni minuti di ulteriore sbandamento – hanno comnciato a prendere l’iniziativa. Al 26′ Katan porta il punteggio sull’1-3, Golsa al 34′ sul 2-3 e quella che era una partita chiusa si riapre. L’Aktobe riesce ad arginare il tentativo di rimonta israeliano, chiudendo in vantaggio la prima frazione. Ma nella ripresa, al 59′ e al 62′, è Dvalishvili a completare l’impresa, siglando una doppietta che mette fine a una partita che entrerà negli annali del calcio israeliano.

Vittoria in trasferta per il Salisburgo, che passa in vantaggio contro il Partizan Belgrado al 33′ con Svento. I padroni di casa pareggiano in avvio di ripresa al 47′ con Papadopoulos ma è Nelisse all’83’  a togliere ogni speranza ai croati siglando il 2-1 per gli austriaci.

Il Panathinaikos era la squadra di maggior caratura e blasone tra quelle a rischio eliminazione. Dopo aver eliminato lo Sparta Praga nel Terzo turno preliminare della passata edizione, quest’anno dopo il 3-1 per i cechi dell’andata, i ruoli sembravano capovolti. Sembravano. Un grande Gilberto Silva ha preso per mano la squadra allenata da Henk Ten Cate e l’ha guidata verso un 3-0 che rispecchia la differenza di personalità tra le due squadre, con i greci ben più consapevoli delle proprie qualità. Decisivo il gol segnato da José Sarriegi al 45′. La segnatura ha mandato negli spogliatoi due squadre con animo completamente diverso: rinfrancati i padroni di casa, dopo un primo tempo in cui avevano stentato e pian piano iniziato e perdere fiducia; delusi gli ospiti, per aver rianimato un avversario in grande difficoltà. Nella ripresa si vedono un’altra partita e altre due squadre. Il 2-0 di Katsouranis al 54′, conferma che l’inerzia è cambiata e anche la qualificazione ora è greca. Il 3-0 di Salpingidis all’89’ dà alla rimonta le dimensioni del trionfo, anche se i padroni di casa devono ringraziare i gravi errori di Patrick Berger nel primo tempo e di Kalouda nella ripresa che hanno divorato due gol fatti che avrebbero cambiato la storia di questa gara.

Non doveva esserci storia tra Sivasspor e Anderlecht dopo il 5-0 belga a Bruxelles. Ma con i turchi sopra 2-0 dopo 19 minuti, anche quella previsione sembrava a rischio. La rete di Van Damme al 34′ ha riportato la gara sui binari della normalità e il 3-1 siglato da Aydın Musa al 58′ è un premio alla sportività e all’orgoglio turco. ECL

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